A “Vite Sospese 1938" di Pisa University Press il premio “Giacomo Matteotti”

Sabina Nuti

Importante riconoscimento per “Vite Sospese. 1938: Università ed Ebrei a Pisa”, il volume edito da Pisa University Press a cui è stato assegnato il premio “Giacomo Matteotti” (sezione saggistica), indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, giunto alla 27esima edizione.

La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta oggi, 22 ottobre, a Roma, a Palazzo Chigi. Michele Emdin, docente di Cardiologia dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, ha rappresentato il gruppo degli autori e delle autrici, composto – oltre che dallo stesso Michele Emdin - da Barbara Henry, docente di Filosofia Politica dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant'Anna, e Ilaria Pavan, docente di Storia Contemporanea della Scuola Normale Superiore. Il premio viene assegnato ad opere che illustrano gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti, proprio come il percorso congiunto tra le istituzioni universitarie di Pisa che ha portato alla pubblicazione di “Vite Sospese”.

80 ANNI DOPO LE LEGGI DELLA VERGOGNA. Cosa saremmo senza memoria? “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”, scriveva Primo Levi. Il cammino di “Vite Sospese” inizia il 5 settembre 1938 quando lo Stato italiano, con la firma di Vittorio Emanuele III sulle leggi razziali vergata da Benito Mussolini, discriminava chi aveva origine familiare e credo israelita. La Nazione italiana in larga parte accoglieva in maniera indifferente il dispositivo che spezzava il legame tra i suoi cittadini ebrei e la società civile. Le Università e le Scuole “sospendevano” i loro docenti, non consentivano agli studenti e alle studentesse l’iscrizione, li allontanavano quando stranieri.

Un primo punto di arrivo è stato il 5 settembre 2018, in occasione dell'ottantesimo anniversario delle leggi razziali firmate a San Rossore (Pisa), quando sotto l'egida di “San Rossore 1938”, si è tenuta la “Cerimonia del Ricordo e delle Scuse” su iniziativa dell'Università di Pisa, con la partecipazione di Scuola Superiore Sant'Anna e Scuola Normale Superiore.

IERI E OGGI. A seguire, il 15 ottobre 2018, è stata organizzata una giornata di confronto tra allievi e docenti di tutte e tre le Università pisane per ricordare le vite sospese o spezzate degli studenti e dei docenti ebrei espulsi dall'Università di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore. A distanza di tre anni da allora a Michele Emdin, Barbara Henry, Ilaria Pavan è stato assegnato il premio “Giacomo Matteotti”.

IL VOLUME. “Vite Sospese” è edito da Pisa University Press con il sostegno di Fondazione Pisa e la regia editoriale di Claudia Napolitano per raccogliere gli interventi della giornata di confronto, che si è tenuta il 15 dicembre 2018, nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, durante la quale gli studenti e i docenti di oggi hanno raccontato le “Vite sospese” degli studenti dei docenti di allora.

Nell’ambito di quella giornata, con la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca, Michele Emdin, Barbara Henry, Ilaria Pavan hanno coordinato gli allievi e le allieve delle Scuole (Alberto Aimo, Silvia Barbiero, Chiara Borrelli, Vincenzo Castiglione, Laura e Simona Grazioli, Lorenzo Mangone, Giorgio Motisi, Michele Pajero) che hanno ricordato quelle “vite sospese”, con i loro docenti, con esponenti dell’Università di Pisa (Michele Battini, Davide Guadagni, rispettivamente Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore “San Rossore 1938”) e dell’Università di Pavia (Elisa Signori). Hanno partecipato personalità che hanno testimoniato quegli anni come Salvatore Settis e Dario Disegni, Presidente del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah.

L’INSTALLAZIONE E LE OPERE DEGLI ARTISTI. In quella giornata è stata anche inaugurata un’installazione opera degli artisti Gianni Lucchesi, Ursula Ferrara in collaborazione con Massimo Bergamasco, Chiara Evangelista e Michele Emdin presso la Chiesa Sant’Anna a Pisa, poi trasformata in una installazione virtuale con il contributo di Camilla Tanca. Sono seguiti incontri in istituti superiori e università a Pisa come in altre città e, appunto “Vite Sospese”, un libro “da tenere tra le mani” per ricordare - come scriveva Naftoli Emdin nella lettera ai suoi figli Ruben, 15 anni e Rafael, 13 anni – e per spiegare l’inspiegabile che stava sconvolgendo le loro vite di adolescenti: “Gli uomini passano, la verità rimane”. Tra quegli studenti espulsi figurava il padre del professor Emdin, Ruben, che a 15 anni fu espulso dal ginnasio Galilei di Pisa, una storia raccontata nel libro con parole di vetro: “Non c'è una parola che descrivesse il suo dolore; frammenti di storia e un corpo intatto, lacerato da una ferita che sanguinava in modo incessante”.

LE DICHIARAZIONI. “Le storie raccontate in ‘Vite Sospese’ lasciano una traccia indelebile perché le vicende umane delle persone aiutano a capire quello che è successo”, ha sottolineato Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, mentre Barbara Henry e Ilaria Pavan hanno sottolineato come “la memoria, per essere tramandata, ha bisogno di oggetti come un libro che possa essere sfogliato, letto affidato ai nostri figli”. “La memoria di allora – conclude Michele Emdin è uno strumento per leggere il presente dove l’odio per il diverso anima intere società e nel nostro Paese frange che non esitano a richiamarsi al passato sepolto nell’aprile del 1945 del Regime Fascista e della sua sudditanza bieca al nazismo. La memoria di allora trasmessa alle nuove generazioni è uno strumento per preparare il futuro”.

Fonte: Ufficio Stampa

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