Perse la figlia in un incidente in Fi-Pi-Li: dopo otto anni, il padre scrive al ministro della Giustizia

Sua figlia perse la vita in un incidente stradale nel 2013 sulla Fi-Pi-Li. Oggi il padre scrive una lettera al ministro della Giustizia Marta Cartabia, contro la decisione della procura generale di Firenze di chiedere l'assoluzione in appello, per l'uomo che era alla guida dell'auto dove si trovava la figlia.

L'incidente risale al 19 ottobre 2013, quando l'auto su cui viaggiava la figlia Carolina Contini, unica vettura coinvolta nel sinistro, finì contro un guard-rail lungo la superstrada. Alla guida il fidanzato, all'epoca dei fatti 28enne, che perse il controllo, fino all'impatto che ha determinato la morte della giovane.

Roberto Contini, padre di Carolina vittima dell'incidente a 25 anni, scrive contro l'assoluzione dell'uomo che si trovava alla guida, avvenuta nel processo di primo grado. Contestualmente a questa sentenza il giudice rinviò le carte alla procura, perché venissero valutate eventuali responsabilità di Anas, posizione quest'ultima archiviata poi dal giudice su richiesta del pm.

A seguito del ricorso presentato dai genitori della vittima, parte civile nel procedimento di primo grado, nel 2018 si è aperto il processo di appello. Il processo riguarda solo la parte civilistica della vicenda, in riferimento ad un eventuale risarcimento nei confronti dei familiari. Oggi si è svolta un'udienza e, come spiegato dal padre, è stato ascoltato il perito nominato dal giudice. Contini ha affermato inoltre che dal procuratore generale di Firenze sarebbero pervenute le conclusioni scritte, "vuole che la sentenza di assoluzione, anche sul piano civile, venga confermata". Il padre di Carolina ha proseguito dicendo, "a lui non interessa quello che ha da dire il perito del giudice" come se la figlia "fosse morta per colpa propria". Roberto Contini ha così deciso di inviare una lettera al ministro della Giustizia sull'assoluzione. Come si può arrivare a stabilire che "la colpa sarebbe solo della nostra povera figlia", si chiede il padre dopo 8 anni dall'incidente.

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