Nei giorni scorsi sono tornati tutti a Firenze, dove risiedono, ma oggi è una famiglia distrutta quella di Raffaella Zanier.
La donna, 46 anni, nel terribile incidente successo lo scorso 9 agosto ad Amaro, in provincia di Udine, sulla Regionale 52, ha perso in un colpo solo la figlioletta Nicole, di soli dieci anni, e il marito Piero Castracane, di 61, che alla guida della sua Ford C Max si è scontrato frontalmente con un autoarticolato che sopraggiungeva nella direzione opposta.
Sarà l’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero della Procura di Udine, il dott. Giorgio Milillo, che come atto dovuto ha iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio stradale il conducente del mezzo pesante, un quarantunenne di Varmo (Udine), a dover fare piena luce sulla dinamica, le cause e le responsabilità.
Tuttavia, nonostante il dolore senza fine per la sua doppia, immane perdita, la signora Raffaella si è subito dovuta fare forza anche per gli altri giovanissimi familiari rimasti gravemente feriti nel maledetto sinistro, facendo la spola in più ospedali, perché in quell’auto erano trasportati anche l’altro suo figlio, Davide, 12 anni, Lorenzo, 28 anni, il figlio avuto da Castracane dal primo matrimonio, e il cugino Francesco, di 14 anni. Si sono salvati tutti per miracolo, ma sono rimasti ricoverati per settimane, inizialmente anche in pericolo di vita, e hanno riportato prognosi pesantissime, innumerevoli fratture, lesioni agli organi interni e anche spinali: le loro lettere di dimissione sono “libri”.
Lorenzo, ad esempio, a due mesi di distanza da quel drammatico schianto, è ancora costretto in sedia a rotelle. Senza poi contare la sofferenza interiore per la morte del papà e della sorellina. Hanno tutti bisogno di assistenza continua e anche di supporto psicologico.
Per Raffaella è dura, anche perché pure lei lamenta grossi problemi di salute: a maggio era stata colpita da un infarto miocardico e aveva subito un intervento di angioplastica e stent coronarico, e il 12 agosto, mentre si trovava nella cella mortuaria accanto alla figlia, ha accusato un altro malore ed è stata trasportata al pronto soccorso. La sta aiutando la sorella, che si è provvisoriamente trasferita a casa sua a Firenze dal Friuli, terra di origine dei Zanier e dove l’intera famiglia Castracane si trovava appunto in vacanza, come ogni anno, lo scorso agosto.
La donna, per essere assistita nel procedimento penale, attraverso il responsabile della sede di Udine, Armando Zamparo, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che, tra le varie attività, ha messo a disposizione i suoi consulenti tecnici per gli accertamenti non ripetibili disposti dal Sostituto procuratore, l’autopsia e soprattutto la perizia cinematica attraverso la quale il Ctu incaricato, l’ing. Ciro Ciotola, dovrà ricostruire esattamente cosa sia successo quel mattino sulla Regionale 52 nel centro di Amaro: le operazioni peritali sono iniziate già il 16 agosto dalla disamina dei mezzi posti sotto sequestro ed è imminente il deposito delle attese conclusioni, il cui termine è stato fissato in sessanta giorni.
Oltre che fare chiarezza sul drammatico incidente che le ha strappato mezza famiglia, per Raffaella Zanier ora la priorità è cercare di riprendere una vita quanto più possibile normale e di trovare un lavoro, perché con il marito ha perduto anche la fonte di sostentamento sua e dei suoi cari. Ha già richiesto una visita all’Inps per poter essere inserita tra le categorie protette, considerate le sue problematiche di salute invalidanti che le precludono la possibilità di svolgere determinate mansioni.
Raffaella confida anche in un grande gesto di generosità della comunità fiorentina e di qualche imprenditore disposto ad offrirgli un’occupazione, una speranza per un futuro che non sarà mai più come prima, ma a cui la donna deve per forza guardare per mandare avanti ciò che resta della sua famiglia.
Fonte: Ufficio Stampa
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