Sono partiti in mattinata da La Ferruccia di Agliana, dopo aver ricevuto istruzioni precise su cosa cercare la trentina di volontari coinvolti nella ricerca del meteorite caduto in Toscana, nella zona fra Agliana e Quarrata. Mappa e campioni di meteoriti alla mano, il direttore del Museo di Scienze Planetarie Marco Morelli e il ricercatore di Scienze della Terra dell’Università di Firenze Tiberio Cuppone che coordinano le ricerche, hanno spiegato esattamente come potrebbe presentarsi sul terreno la meteorite che ha attraversato l’atmosfera della Terra la notte del 1° ottobre viaggiando a oltre 50mila chilometri l’ora.
“La ricerca è ufficialmente partita stamani, domani andremo avanti e poi ogni fine settimana con l’aiuto dei volontari che vorranno partecipare – ribadisce Morelli – Ma l’aiuto di tutti è prezioso. Ancora una volta faccio appello a chi possiede orti, giardini e vivai nella fascia che comprende le frazioni di La Ferruccia, Sant’Antonio, Vignole, Olmi, Valenzatico, Case Ferretti fino a Lucciano di controllare il terreno e, se è possibile, dare un’occhiata anche sui grandi tetti delle aziende”.
Al momento collaborano alle ricerche i gruppi astrofili di Montelupo fiorentino e Prato, cercano una roccia di pochi centimetri di diametro che pesa fra i 30 e i 100 grammi di colore nero intenso e rastrelleranno i terreni aperti utilizzando una App che permetterà via via di registrare (e quindi poi di escludere) le zone già battute che non hanno dato risultati. La fascia indicata dagli esperti, circa 10 chilometri in lunghezza e uno in larghezza, è stata suddivisa con un reticolo di 200 per 200 metri che permette di setacciarla con attenzione.
Il bolide è stato avvistato da otto telecamere in Toscana e nel centro Italia della rete di sorveglianza italiana Prisma, che dal 2016 coordina, con il direttore Daniele Gardiol dell’Inaf di Torino, oltre 60 telecamere in tutta Italia, occhi puntati sul cielo posizionati su Comuni, scuole e edifici di appassionati di astronomia. Poi i calcoli per stabilire dove potesse essere caduta, affinati anche considerando la direzione dei venti di quella notte, fino a circoscrivere la zona delle attuali ricerche.
“Chiunque dovesse trovare una piccola pietra con le caratteristiche di una meteorite, un sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, deve subito avvertirci, magari inviando una foto – prosegue Morelli – Il fortunato che dovesse trovarla diventerà molto popolare. Le meteoriti conservano informazioni preziose sulla nascita del Sole e del nostro Sistema Solare, ma sta anche crescendo l’interesse non solo scientifico per gli oggetti provenienti dallo spazio, per esempio nell’ottica, in un futuro non troppo lontano, dello sfruttamento minerario degli asteroidi”.
Morelli conclude con un’ultima segnalazione per gli eventuali furbetti. “L’analisi delle meteoriti rivela anche quando sono arrivate sulla terra, grazie agli isotopi, atomi instabili provocati dalle radiazioni dello spazio. In poche settimane decadono e la loro assenza ci permette di capire che la meteorite è caduta da tempo”.
Chi trovasse o pensasse di averne trovata una, non deve toccarla a mani nude, ma fotografarla e chiamare il Museo di Scienze Planetarie al numero 335 8486580 o inviare una mail a info@museoscienzeplanetarie.eu oppure a prisma_po@inaf.it.
Fonte: Ufficio Stampa
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