Anche se il livello di operatività e di efficienza di un'amministrazione comunale fosse al massimo livello, un eccessivo accentramento di poteri in un'unica persona rappresenterebbe comunque un problema politico.
Ma a San Miniato abbiamo contemporaneamente un massimo di accentramento di funzioni nel Sindaco e un livello basso come mai lo è stato in precedenza di efficienza e di operatività: tutto questo in seguito ad una situazione istituzionale anomala, che evidenzia chiaramente difficoltà politiche della maggioranza, ma su cui non si è mai voluto aprire una discussione trasparente.
Giglioli, fin dall'inizio del suo mandato, ha scelto di gestire direttamente, oltre alle deleghe più strettamente pertinenti alla funzione di Sindaco, quelle agli affari generali e alla comunicazione, due deleghe pesantissime, quella all'Urbanistica, che implica una visione strategica dello sviluppo del territorio, e quella del Personale, che dovrebbe comportare una visione delle competenze di programmazione e di quelle di gestione diretta del Comune e una programmazione dello sviluppo delle risorse umane del Comune coerente con questa visione.
A tutto questo si è aggiunta la gestione ad interim della delega al Bilancio: un interim che dura ormai da quasi un anno, da quando è venuta meno la presenza del compianto assessore Gianluca Bertini.
E infine, dopo il rinnovo del Consiglio d'Amministrazione di San Miniato Promozione, da lei evidentemente non condiviso, la vicesindaca Elisa Montanelli ha rimesso la delega al Turismo e il Sindaco ha deciso di gestire direttamente anche le politiche nei confronti di un settore che lui stesso aveva definito, nel proprio programma elettorale, la “terza gamba” dell'economia di San Miniato.
Tutto questo avviene in una situazione in cui la Giunta funziona da un anno con un assessore in meno, la maggior parte degli assessori assessore svolge la propria funzione a tempo pieno, e la presenza e l'operatività degli altri componenti della giunta non sembra affatto accresciuta.
La conseguenza è che le funzioni di Sindaco vengono svolte di fatto molto male. Sembra mancare ogni disegno consapevole e ogni visione del futuro: invece di affermare con forza la presenza del Comune di San Miniato nel rapporto con l'ASL, la Regione, la Provincia, gli enti e le aziende sovraterritoriali da cui dipende l'erogazione di servizi importanti, si mantiene una presenza passiva salvo dichiarare sistematicamente, quando vengono evidenziati problemi, che la competenza non è del Comune ma di questo o di quest'altro; invece di coinvolgere le forze sociali in un disegno di programmazione, si arriva a teorizzare che è bene non ci sia alcun intervento di programmazione; sul piano della partecipazione democratica questa amministrazione sta facendo peggio – ed era difficile - di quella precedente.
Il settore dell'Urbanistica appare totalmente delegato agli uffici e ai tecnici: manca, nonostante noi, come gruppo d'opposizione, l'abbiamo più volte sollecitata, ogni definizione degli indirizzi su cui realizzare varianti che si dice di voler approvare entro il 31 dicembre e una revisione completa del Piano Strutturale a partire dal prossimo anno.
La macchina comunale sempre più abbandonata a se stessa continua a perdere pezzi.
Sul bilancio si continuano a presentare variazioni per centinaia di migliaia di euro, bilanci consolidati che non danno conto della situazione finanziaria degli enti partecipati, conti che tornano formalmente, ma senza che sia mai esplicitato il senso politico delle scelte.
E, nonostante una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale nel novembre 2019, a partire da una
nostra proposta che prevedeva l'avvio di importanti meccanismi partecipativi, dopo l'approvazione di quella mozione si sono tenute due sessioni di bilancio, e entrambe le volte quei meccanismi non sono stati attivati. E, a fine settembre 2021, niente mostra che si voglia cambiare strada in vista del prossimo bilancio.
Le prospettive di ripresa del turismo dopo la pandemia sembrano totalmente abbandonate a se stesse, in una situazione di permanente confusione tra le competenze del Comune, che appare incapace di svolgere il ruolo di regia che gli competerebbe, la Fondazione San Miniato Promozione e soggetti privati e associativi che si rendono autonomi e conflittuali perché evidentemente non esiste un'azione programmatica che riesca a coinvolgerli.
Ci sembra che tutti si stiano rendendo conto che San Miniato meriterebbe di più. Ma il rispetto delle istituzioni imporrebbe una discussione esplicita e trasparente su un assetto della giunta che appare quanto meno anomalo.
Manola Guazzini, gruppo consiliare CambiaMenti
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