La Dirt Tapes è una neonata etichetta musicale che si è data alla produzione di musicassette. Esatto, quelle da 45, 60 o addirittura 90 minuti, che hanno rappresentato un'alternativa ai vinili e ai cd dagli anni '80 fino ai primi anni '00. Vent'anni in cui gli ideatori di questa etichetta hanno speso energie e passione per collezionare quante più cassette possibile. Parliamo di Karim Qqru, musicista, produttore e membro degli Zen Circus, David Stefani, musicista e organizzatore di eventi, Max Iantorno, speaker radiofonico e booking agent (figura anche Giacomo Coveri nella Dirt Tapes in qualità di licensing advisor). Abbiamo intervistato il batterista degli Zen Karim, che in una lunga chiacchierata ha mostrato quanta dedizione ci sia dietro questo progetto e quanta soddisfazione possa portare questo supporto che credevamo estinto.
Innanzitutto quanto tempo è servito per mettere in piedi il progetto Dirt Tapes?
L'idea iniziale parte ben prima del 2018, quando abbiamo iniziato a cercare i macchinari per le stampe. Siamo 3 collezionisti di cassette, ma dal 2001 non ci sono più uscite nuove in cassette, da allora abbiamo svuotato le cantine per anni quando le davano via a 'pancali'
Usciva disco nuovo sempre in vinile o in cd, mi chiedevo come sarebbe stato bello avere la versione in cassetta. Non registrata dal disco, di qualità pessima, ma con template dedicato e una versione originale.
Nel 2018 l'idea è diventata reale. Abbiamo trovato in Austria la macchina migliore per la produzione di cassette, con tutti i pezzi originali. Abbiamo poi dovuto imparare a usarla, perché si tratta di un funzionamento che mischia l'analogico con il meccanico.
Questi macchinari erano quasi impossibili da trovare. Dopo la fine della produzione erano stati presi per il mercato africano, quello asiatico e turco, dove si continuava a produrre cassette per musica locale. In Turchia è pieno di musicassette, anche Marocco, o nelle ex repubbliche sovietiche.
Dal 2018 quindi abbiamo iniziato a costruire l'etichetta. Abbiamo deciso di fare dischi in cassetta senza barriere di generi e nazionalità, dischi vecchi, di ora o anche di domani. Le prossime uscite saranno a 360°.
La vostra passione è diventata un lavoro, ma quanto è 'vivo' nel mondo il mondo delle cassette?
Questo è un discorso assurdo e strabiliante. La National Audio Company (NAC), il più grande produttore di cassette negli Stati UnitiNac, ha registrato il fatturato più alto nel 2018, da quando è diventato monopolio mondiale.
In realtà sta tornando questo formato. Facciamo produzioni per altri (il cosiddetto service), le richieste sono tante. Dalla major all'etichetta piccola con una tiratura di 150 cassette. È una cosa ganzissima, questo è l'effetto rebound del digitale che ha portato al ritorno al vinile. Anche per quello ci sono lati negativi, tante ristampe in 180 g sono remastering con il master digitale preso dalla versione cd.
Per le nostre produzioni alle volte non abbiamo dovuto ritoccare il master per fare la cassetta. Penso a Vita e opinioni di Nello Scarpellini Gentiluomo degli Zen Circus, per quel disco là non abbiamo dovuto fare remaster in cassetta, non ci sono frequenze spintissime e compresse che puoi trovare da quando non si fanno più i dischi in cassetta.
Per altri dischi prodotti negli anni '10 abbiamo dovuto rimasterizzare anche se suonavano bene (in catalogo al momento sono presenti dei Tre allegri ragazzi morti e Auff del Management.
Qual è la parte bella della musicassetta?
La cassetta non è un mezzo da audiofili, non prendiamoci in giro. Però ci siamo cresciuti tutti e ci sono piaciute. La parte estetica è quella ch ci diverte di più, usiamo una carta diversa, migliore rispetto alla qualità del tempo. I colori e le stampe sono pensate per essere su cassetta, questo ci ha fatto divertire. I risultati ci ha lasciato basiti. In una settimana è stata bruciata la produzione di 250 copie a titolo. Non è poco.
Parlavi della produzione Dirt Tapes, a molti mancano però i supporti dove ascoltare le cassette, i mangianastri insomma
Stiamo progettando anche un nuovo mangianastri con Dirt per riuscire a dare la qualità necessaria. Considerà però che non hanno mai smesso di produrli, ce ne sono di nuovi negli ultimi anni, personalmente uso una piastra Technics nel 1984, doppia piastra di qualità enorme.
Considera però che una fetta di popolazione non ha mai smesso di comprare le cassette. Produciamo anche le cassette vergini e stanno arrivando ordini di negozi di dischi che sta comprando. È un mondo bello e variegato. Il digitale ha sostituito molto ma non tutto, ci sono nicchie che stanno resistendo.
Uno dei ricordi che mi lega alle cassette è di quando a metà anni Duemila regalai una cassetta a una ragazza di cui avevo una cotta, era un gesto più romantico rispetto al cd masterizzato. Farete anche delle compilation con la Dirt Tapes?
Ci stiamo preparando con delle compilation, abbiamo fissato le uscite per tutto il 2022. Mi ricordo di pomeriggi passati a fare compilation per il mio Panasonic, non avevo il Walkman Sony. Quando dovevo andare in vacanza o in giro preparavo le compilation per ore. Capisco che è un dicorso attaccato al filo della nostalgia, ma noi tre non abbiamo mai smesso, non eravamo tre pazzi isolati nel mondo.
Ti dico solo che stavo cercando il disco di una cantautrice turca anni '70, l'unica stampa della sua compilation era in cassetta, esisteva il vinile rimasterizzato malissimo invece. Il mondo della discografia è lo specchio del mondo in cui si vive. Non può avere colore unico.
Cosa pensi del cambio di tecnologia? Hai raccolto le cassette nel corso degli anni anche quando non le usava più nessuno...
Io sono un collezionista di cassette e vinili, negli anni '90 ho raccolto tantissime collezioni di prime stampe di chi mandava via a scatoloni i vinili. Parlo della etichetta Sst, Fugazi, Replacements. Ora trovo la stessa gente si trova a ricomprarla. Abbiamo avuto anche l'illusione che i cd fossero immortali, ma tranne i dischi tripla A degli anni '80, vuoi per il laser non di qualità nel lettore, vuoi per la qualità del cd, immortale non è. Ho vinili di Coltrane degli anni ’60 che non saltano mai ancora oggi, e quei dischi li suono.
Il ritorno del vinile adesso è una realtà, è il supporto fisico più venduto
Ho visto vinili singoli a 32 euro, ci sono delle richieste così alte che le aziende non riescono a produrle, nelle stamperie ci sono aspettative fino al 2022. Vedo prezzi allucinanti, non è colpa dei negozianti di dischi, ma ci sono persone che su tirature limitate acquistano per poi rivenderlo. Il prezzo di qualcosa lo fa la difficoltà di trovarlo. La tiratura assieme al titolo 'cult' per l'artista ne fa il prezzo. Vediamo anche quel che succede nel prog italiano, ci sono stampe con prezzi allucinanti. Parlo di 1.400 euro per vinile. Il mercato con il web si autoregola, ma ha i suoi pro e contro.
La cassetta invece è sempre stata caratterizzata come la sorella economica del cd e del vinile...
La cassetta è un supporto abbastanza economico, ma il lavoro che facciamo però su grafiche e cassetta porta materiali veramente di qualità. Facciamo controlli continui, possiamo scegliere materiali. Usiamo la stessa cura che si mette nel vinile anche con il packaging della cassetta.
Chiudiamo l'intervista con la domanda principale: hai lanciato il progetto Dirt Tapes forse sperando di andare 'in pareggio', invece è un grande successo. Anche questa passione può diventare un lavoro?
Ho la fortuna di vivere di musica da tanti anni, è una fortuna, non è scontato per niente. Ci abbiamo messo con gli Zen per potere vivere di musica, è qualcosa che è arrivato molto lentamente, 12-13 anni fa. Dirt Tapes nasce da una passione, c’è impegno e c'è lavoro. Non è “la start up con cui ci arricchiremo”, c’è del lavoro giornaliero che sta crescendo, e la reazione è stata più grossa di quel che ci aspettavamo. L’idea è di vedere la nostra musicassetta assieme a quelle che produciamo sugli scaffali a casa.
Elia Billero
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