Continuano gli accertamenti da parte di ARPAT e degli altri enti coinvolti a seguito dell'incendio avvenuto l'11 agosto 2020 presso la Silo Spa, un’azienda che produce oli e acidi grassi per il settore industriale, zootecnico e farmaceutico situata a San Bartolo a Cintoia a Firenze.
Attività in corso
A seguito anche delle Ordinanze del Sindaco di Firenze n. 288 del 13 agosto e n. 289 del 17 agosto, la proprietà dell'azienda attraverso aziende specializzate sta provvedendo, per le parti esterne all'area in sequestro giudiziario, ad asportazione di acqua e suolo superficiale che è stato in contatto con l'acqua.
Si sta altresì intervenendo sul fosso degli Ortolani, al momento prosciugato e con previsione di asportare quanto interessato da contaminazione. La contaminazione del fosso a livello superficiale è stata accertata visivamente proseguendo per quanto possibile in direzione della Greve ed è ipotizzabile che arrivi fino all'immissione del fosso nella stessa. Sono evidenti le tracce di materiale nerastro ed umido, emanante un odore particolarmente sgradevole. Si tratta con evidenza di sostanze con caratteristiche oleose coerenti con il dilavamento dei locali dell’Azienda interessati dall’incendio.
Le macerie che contengono ancora residui di sostanze organiche incombuste, parzialmente combuste o ancora in fase di combustione residuale, e che costituiscono l’altra sorgente di odori, sono - al momento - oggetto di sequestro giudiziario per l'effettuazione degli accertamenti necessari. La quantità di materiale interessato è rilevante e purtroppo, anche dopo il dissequestro, è prevedibile che le operazioni di rimozione non siano di breve durata, appunto, per la quantità di materiali interessati e la necessità di classificazione dei rifiuti da smaltire
Accertamenti analitici sulle acque del fosso degli ortolani e della Greve
Sono disponibili i primi risultati analitici degli accertamenti effettuati presso i laboratori dell'Agenzia in merito ai campioni di acqua prelevati nel fosso degli ortolani e in Greve, anche a seguito della moria di pesci rilevata in quel corso d'acqua
I risultati delle analisi confermano quanto già evidente fin dalle prime verifiche, e cioé che la moria di pesci è stata determinata dalle sostanze dilavate dall'incendio, costituite da materiali grassi. In particolare nel campione prelevato nel Fosso degli Ortolani sono stati rilevati valori molto elevati dei
parametri riconducibili a sostanze organiche simili a quelle anche presenti in natura, quali grassi e oli, con concentrazioni dell'ordine dei grammi/litro, un elevato valore di azoto ed uno molto elevato di COD (domanda chimica di ossigeno); l'acqua del fosso è stata contaminata da un forte afflusso di sostanze grasse e proteiche che, in quanto biodegradabili, attivano processi batterici aerobici, oltre ad ostacolare, dal momento che galleggiano, l'ossigenazione delle acque da parte dell'aria: queste circostanze hanno determinato forte carenza di ossigeno, condizione sufficiente per la moria dei pesci. Da quanto al momento noto, non si ha evidenza di possibilità di presenza di sostanze persistenti e/o di particolare tossicità.
Anche i risultati analitici del campione prelevato nella pescaia del torrente Greve in data 13/08/2020 confermano la presenza di sostanze organiche (COD) in quantità estremamente elevate, azoto totale e grassi e oli animali e vegetali.
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