“È stata una decisione molto lunga e direi anche piena di ansia e paura. Ad ogni occasione, bene o male, mi veniva chiesto di candidarmi ma in questi anni ho sempre detto di no. Questa volta però ho sentito molta apertura da parte della politica alla società civile”. Progressi e cambiamenti che hanno portato non ad una classica candidatura ma ad un percorso dove prevarranno alcuni obiettivi, rispetto allo schieramento vero e proprio.
A spiegare come è arrivato alla decisione di candidarsi a consigliere regionale è Iacopo Melio, il 28enne originario di Cerreto Guidi che ormai da anni si batte con Vorreiprendereiltreno per i diritti dei disabili, l’abbattimento delle barriere architettoniche e le libertà di ognuno.
Il futuro di Iacopo dunque potrebbe cambiare da qui ad una manciata di mesi poiché settembre, che si fa sempre più vicino, porterà con sé le elezioni regionali. Da Presidente della Onlus a capolista a Firenze per i consiglio regionale per il Pd. Niente è ancora deciso, ovviamente, ma fuori dal cantiere dei possibili cambiamenti è già stato appeso il cartello men at work. Gli anni di sensibilizzazione della Onlus potrebbero quindi finire sui tavoli regionali dove si propone e si decide per i cittadini.
Prima di compiere un passo del genere comunque, Melio doveva mettere apposto una serie di cose, come conquistarsi la “sudata” laurea in Scienze Politiche e mettere alcuni punti fermi alla sua Onlus. Ma il giorno dove ogni ingranaggio si è incastrato correttamente è arrivato. “Il fatto che il Partito Democratico mi abbia chiesto di impegnarmi in maniera libera e indipendente da attivista l’ho molto apprezzato e ho pensato che i tempi fossero maturi per provare a portare 6 anni di battaglia fuori dalle istituzioni finalmente dove si può provare veramente a fare le cose”.
Una candidatura che dietro si porta, come di consueto, degli obiettivi da raggiungere ma anche dei valori.
“La mia candidatura vorrà rimanere assolutamente sopra le parti, sopra le correnti, oltre ogni colore politico e partitico perché i miei temi e le mie battaglie sono battaglie di tutti e non mi riferisco solo a quelle che riguardano persone con disabilità – ha continuato Melio - ma che riguardano i diritti umani e civili in senso ampio e generico”. Ecco cosa ci sarà “in questa avventura, in ricordo che purtroppo ancora oggi buone fette della società non vengono abbastanza ascoltate e tutelate”.
Hai messo in conto i rischi di esporti in politica?
Appena due giorni fa, dopo più di una settimana dall’annuncio della candidatura e nello stesso giorno di questa intervista, Melio ha ricevuto via social un commento offensivo e riprovevole. Le parole feriscono ma sulla sua pagina facebook Melio, raccontando l’accaduto ai suoi seguaci, ha tentato di renderlo più leggero possibile come un fatto che prima o dopo doveva capitare, quello di imbattersi in un hater. A gonews.it, la stessa mattina, ha risposto così alla domanda:
“C’è stata una reazione, con mia sorpresa, enormemente positiva in questi giorni che mi ha fatto capire che forse era la scelta – in questo momento - giusta perché va bene sognare, va bene vivere di idee ma ci vuole anche l’azione pratica e concreta, e quella solo la politica la può fare”. Quindi “sì, ho messo in conto critiche e attacchi, ma quello credo che faccia parte del gioco, l’importante penso sia portare avanti le proprie idee a testa alta, convinti che potranno essere d’aiuto in questo caso per per i temi di tutti”.
Cos’è la politica per Iacopo Melio?
Quando è arrivata la notizia della candidatura insieme alle pagine dei giornali, lo stesso Iacopo Melio ha messo nero su bianco le motivazioni della sua decisione, a disposizione anche di chi segue ormai da anni Vorreiprendereiltreno. La lettera (Qui) si apre con il concetto di “fare politica”, il suo modo di vedere l’incarico che viene conferito dai cittadini.
“La politica è impegno quotidiano, è tutto quello che facciamo all’interno della società e quando qualcuno mi scrive ‘non fare politica’ – a tono di raccomandazione - mi viene un po’ da sorridere perché dal scegliere se mandare nostro figlio a scuola privata o pubblica o se pagare la mensa o non pagarla all’università, tutto è politica. E allora il mio fare politica, che è un fare da tanti anni, ha voluto semplicemente provare a rendersi utile veramente, non solo con la sensibilizzazione ma anche facendosi carico delle richieste e delle esigenze dei cittadini che poi, insomma, con la mia situazione di disabilità molte di queste le vivo in prima persona quindi fa doppiamente piacere provare e sperare di portare dove si decide, la voce di chi ancora oggi voce non ha”.
Cosa porterai sui tavoli della regione?
“In poche settimane abbiamo già un programma molto ricco ma più lo guardo e più vedo che alla base c’è un concetto, quello di vita indipendente, che non riguarda solo le persone con disabilità ma l’indipendenza di chiunque, il poter scegliere di fare della propria vita ciò che si vuole. Riguarda la libertà di movimento all’interno di una città senza barriere architettoniche, riguarda una coppia omosessuale che vuole vivere un amore apparentemente considerato diverso da quello degli altri, riguarda il diritto di scegliere – e Melio ha riportato l’esempio dell’assoluzione di Marco Cappato, continuando - quale valore dare alla propria vita, il diritto alla cura – per questo - ci sono tante ambiti della sanità che andrebbero rivisti, non ultimo l’accesso alla cannabis terapeutica per i malati cronici gravissimi”. Le parole chiave e le fondamenta dunque, che vanno a braccetto la candidatura del 28enne, sono: “La libertà, l’indipendenza di poter vivere come si vuole nel rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente che ci circonda saranno assolutamente la base di ogni cosa che andrò a proporre”.
Ovviamente, se il domani politico di Iacopo Melio si trasformasse da ipotesi a realtà, anche la Onlus subirebbe qualche cambiamento. A oggi infatti, il suo ruolo da Presidente resta sospeso fino all’esito delle elezioni. Qual è il futuro di Vorreiprendereiltreno?
“È stata una decisione molto difficile, perché è la mia ‘mammina’ di cinque anni, me la sono vista crescere, non sarà facile. Anche per questo ho aspettato tanto, volevo che l’associazione fosse autonoma o per lo meno fosse in grado di camminare con le proprie gambe e con persone fidate. Se sarò eletto semplicemente non sarò più Presidente di Vorreiprendereiltreno, giustamente non farò più campagna alle nostre meravigliose cose che per adesso posso dire vi invito a sostenere, ma ci saranno tante altre persone, altrettanto brave, che continueranno a portare avanti i messaggi di inclusione che in questi anni mi hanno accompagnato”.
Margherita Cecchin
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