Il candidato comunista alla carica di presidente della regione Toscana, dopo aver evidenziato le incongruità di Giani, chiede che tutti i consiglieri in carica dal 2009 ad oggi rendano le indennità di viaggio a loro pagate, ogni anno, nei periodi in cui le attività istituzionali non sono state svolte a Firenze per le interruzioni estive od invernali
“Apprendiamo da fonti di stampa che il presidente del consiglio regionale uscente e candidato alla presidenza della regione Toscana per il Pd, Eugenio Giani, ha invitato i consiglieri regionali a restituire la quota di indennità forfettaria prevista come rimborso chilometrico percepita anche durante i mesi di lockdown. Avrebbe dato anche un ultimatum, quindici giorni, per donare ad associazioni od enti i soldi incassati nel periodo in cui nessuno, compreso i consiglieri toscani, ha potuto effettuare trasferte. Ma è un atto nobile solo all'apparenza. Non fuga difatti i dubbi sull'ennesimo caso di mala politica e senso di appartenenza a una casta che deve solo essere spazzata via al più presto per il bene della Toscana e dell'Italia. Giani dice che non è possibile imporre la restituzione, facendo quindi un invito alle volontarie donazioni, perché occorrerebbe modificare la legge regionale di riferimento (la 3/2009, ndr) e che non ci sarebbero i tempi tecnici. In realtà, volendo, i tempi ci sono, eccome. Il consiglio regionale ha ancora un paio di sedute da svolgere prima delle ferie estive e come in un batter d'occhio, una settimana fa, ha approvato una legge per cambiare il contratto ad alcuni dipendenti regionali, adesso potrebbe in tempi altrettanto rapidi modificare quella legge al fine di permettere la restituzione dei rimborsi per viaggi e trasferte mai fatte. Ma non lo faranno perché la preoccupazione principale di questa classe politica è avere privilegi e vantaggi che il popolo lontanamente si sogna”.
Ad affermarlo è il segretario del Pci toscano e candidato alla presidenza della regione Toscana, Marco Barzanti, in merito alla questione delle indennità per rimborsi di viaggi o trasferimenti dalle proprie abitazioni a Firenze mai effettuati durante gli 85 giorni in cui gli uffici della regione Toscana sono rimasti chiusi e l'attività istituzionale si è svolta in remoto ed attraverso videoconferenze. L'ammanco, secondo quanto si apprende, ammonterebbe a circa 80 mila euro complessivi.
“Come comunisti siamo indignati per questo uso improprio del denaro pubblico”, conclude il candidato Barzanti del Pci. “Giani dovrebbe chiedere scusa per il solo fatto che, in cinque anni che ha presieduto l'assemblea toscana, ha fatto finta di non accorgersi che in agosto i consiglieri regionali hanno sempre continuato a percepire i rimborsi pur non recandosi a Firenze. Poteva cambiare quella legge e non l'ha fatto. La politica deve tornare ad essere l'espressione dei bisogni dei cittadini e non il regno delle caste. Quella normativa regionale deve essere cancellata. Nel frattempo chiediamo che tutti i consiglieri regionali di adesso e del recente passato rendano i soldi percepiti nei mesi di agosto o comunque in tutti i periodi in cui le attività istituzionali non sono state svolte a Firenze per le interruzioni estive od invernali dal 2009 ad oggi”.
Fonte: Pci della Toscana - Ufficio stampa
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