Spacciava e portava con sé i figli piccoli come escamotage per eludere i controlli. Una 25enne di Viareggio è stata arrestata e si trova ora ai domiciliari, ma l'operazione della polizia è stata di più ampio respiro: in manette sono finiti un 24enne di origini marocchine e tre persone di origini tunisine, un 38enne, un 39enne e un 31enne. Obbligo di dimora per una 46enne, madre della 25enne, e per un 26enne.
La banda agiva tra Viareggio e la Lucchesia vendendo cocaina a gente del luogo, spesso insospettabili professionisti. Il gruppo riceveva le ordinazioni e poi consegnava la droga a domicilio, in modo tale che la clientela non venisse controllata con lo stupefacente. Le cessioni avvenivano sempre con piccole quantità, per poter addurre la scusa dell'utilizzo per fini personali in caso di controllo. Alcuni clienti lasciavano addirittura il bancomat, i pusher ritiravano i soldi dopo aver ceduto la droga.
La 25enne era a capo dell'organizzazione criminale. Coinvolta la madre e il compagno, che si occupavano di organizzare la consegna dello stupefacente. La giovane spacciava portando dietro i figli di 1, 2 e 4 anni, in modo da eludere i controlli. Aveva anche un impiego in un'impresa di pulizia, che però serviva da copertura. Anche durante il lockdown la stessa ha continuato ad effettuare le consegne autocertificando di recarsi al cimitero di Viareggio per fare visita ai suoi cari.
Si riforniva a Viareggio nella Pineta di Ponente da un gruppo di giovani di origini tunisine e marocchine, che arrivavano a incassare circa 1.500 euro al giorno. Nel corso dell’attività d’indagine non sono mancate intimidazioni ai clienti che avevano accumulato debiti, al fine di regolarizzare i pagamenti.
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