Erp, nuova legge in Toscana: abolito il requisito dei cinque anni di residenza

Resta il criterio premiale degli anni di residenza, ma cade il vincolo dei cinque anni: l'approvazione in Consiglio regionale, i commenti da politica e sindacati


Erp Toscana, il sì in Consiglio Regionale: 23 favorevoli, 11 astensioni

L’Aula di palazzo del Pegaso ha detto sì alla legge di modifica alle Disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica (ERP).

Il testo emendato, dopo un lungo dibattito, è stato approvato martedì 14 settembre 2021 con 23 voti favorevoli e 11 astensioni, dopo aver trovato la sintesi in un emendamento – prima firmataria Elisa Montemagni (Lega) e sottoscritto anche dal presidente del gruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli – che prevede l’obbligo per i cittadini (ad esclusione di coloro in possesso dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria), e che non autocertificano residenza fiscale in Italia, di presentare documentazione reddituale e patrimoniale del paese in cui hanno la residenza fiscale.

Nelle dichiarazioni di voto, il consigliere Diego Petrucci (FdI), rivendicando la dignità del Consiglio regionale e il lavoro svolto in aula e in commissione, si è soffermato sulla importante modifica avanzata dal proprio gruppo, che premia la storicità della residenza. “Abbiamo modificato in meglio il testo della Giunta regionale e annunciamo il nostro voto di astensione”, ha concluso il consigliere.

Stessa espressione di voto anche per Elisa Montemagni (Lega): “abbiamo evoluto la nostra posizione, dall’iniziale e obbligato ostruzionismo all’astensione motivata, su un testo ancora perfettibile, ma che rende comunque equo l’accesso ai bandi”. “Abbiamo tutti collaborato e continueremo a lavorare insieme”, ha concluso la consigliera.

“Apprezzo l’approdo al quale siamo arrivati e la maturazione dei colleghi della Lega”, così il presidente del gruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli: “c’è spazio e possibilità di lavorare per la casa, che è una priorità per la Toscana”. Il consigliere ha concluso sottolineando come la legge si rendesse necessaria dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, che rischiava di mettere in seria difficoltà i Comuni nell’approvazione dei bandi.

Di “punto di incontro positivo” ha parlato anche il vicepresidente del Consiglio Stefano Scaramelli (Iv): “il Consiglio regionale nel suo complesso ha fatto un buon lavoro, l’edilizia residenziale pubblica è una sfida da vincere insieme”.

Anche il presidente dell’Assemblea toscana, Antonio Mazzeo, nel chiudere i lavori, ha ringraziato tutte le forze politiche per l’operato.

Cgil e Sunia Toscana: "Speriamo sia di buon auspicio per altri aspetti, come la celerità dell'assegnazione degli alloggi popolari"

Tre sentenze della Corte Costituzionale per sanzionare altrettante leggi regionali di Lombardia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia in materia di case popolari avevano stabilito come 'illegittimo e incostituzionale' il requisito temporale della residenza ultra quinquennale come condizione di accesso per la partecipazione ai bandi di assegnazione di una abitazione di edilizia pubblica.
Anche in Toscana, la normativa regionale prevedeva il requisito di almeno cinque anni per accedere ai bandi per concorrere all’assegnazione di una casa popolare.
Grazie anche alle pressanti richieste ed appelli di Cgil e Sunia della Toscana, il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, ha proceduto a modificare la norma, cancellando il requisito dei 5 anni di residenza, prima Regione in Italia a deliberarlo senza attendere l’intervento della magistratura in conformità ai pronunciamenti della Corte Costituzionale.
Finalmente si è chiuso un capitolo che di fatto bloccava assegnazioni e nuovi bandi e che stava mettendo in difficoltà molti Comuni e, soprattutto, migliaia di famiglie toscane in attesa di poter partecipare ai bandi comunali.
Il rischio di un’impugnativa aveva messo in stand-by i bandi di molte amministrazioni comunali, che però non potevano più arginare le pressanti richieste dei cittadini.
Il risultato raggiunto con l’approvazione del provvedimento speriamo sia di buono auspicio anche per altri aspetti che governano l’edilizia pubblica. Primo fra tutti la celerità dell’assegnazione dei tanti alloggi popolari comunali vuoti, in attesa di ristrutturazione, ad oggi oltre 3000.
Attese lunghissime, ingiustificate e intollerabili, vista la disponibilità di risorse messe a disposizione per lo scopo dalla Regione e in considerazione delle migliaia di famiglie che legittimamente da anni attendono una soluzione al loro disagio.
Adesso i Comuni potranno partire con i loro bandi, per tentare di soddisfare il bisogno di alloggi a canone sociale, per venire incontro alle migliaia di famiglie toscane di lavoratori e pensionati che versano in stato di precarietà abitativa e che confidano in una soluzione abitativa pubblica”.

Lo dichiarano Laura Grandi Sunia Toscana; Simone Porzio e Maurizio Brotini della Cgil Regionale Toscana.

Ceccarelli e Sostegni (Pd): "Risposta attesa da comuni e famiglie"

"Oggi il Consiglio ha finalmente votato l’adeguamento della legge che regola l’edilizia residenziale pubblica in Toscana, rispetto alle sentenze con cui la Corte Costituzionale è intervenuta sulle leggi di altre regioni italiane. In questo modo abbiamo dato risposta all’attesa dei comuni e di tanti cittadini che ci chiedevano di intervenire per evitare che i bandi in corso di emissione potessero essere oggetto di impugnazione. In Toscana la casa è una priorità assoluta. Con la modifica introdotta oggi non facciamo altro che conformarci ai principi fondamentali cui si è ispirata la Corte Costituzionale, ovvero: le case popolari devono essere date prima a chi ha più bisogno e senza alcuna discriminazione raziale, di nazionalità, di religione o di altro tipo, come prevede la nostra Costituzione. Questo era il nostro intendimento fin da quando il Consiglio ha iniziato ad occuparsi di questa proposta di legge. Oggi abbiamo anche trovato un accordo con le opposizioni per andare ad una approvazione unanime della legge, condividendo un emendamento pensato per evitare abusi. Una ipotesi poco più che di scuola che blinda di fatto i bandi che i comuni si apprestano a fare".

Così Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd, e Enrico Sostegni, presidente della Commissione sanità, commentano la modifica alla legge sull’edilizia residenziale pubblica approvata dal Consiglio regionale.

Lega: "Soddisfatti per l'approvazione dell'emendamento"

“Dopo mesi di grande impegno sul tema da parte nostra-affermano i Consiglieri del Gruppo Lega-siamo pienamente soddisfatti che sia stato approvato un nostro specifico emendamento, il quale rende sicuramente più equa la nuova normativa sulle case popolari” “ In particolare-precisano i Rappresentanti della Lega-i cittadini extra Ue, richiedenti alloggio Erp dovranno produrre apposita documentazione patrimoniale del paese in cui hanno la residenza fiscale, ai fini della verifica della situazione economica del nucleo familiare, senza che tale onere aggiuntivo costituisca un qualsiasi aggravio nel procedimento in essere.”

Petrucci e Torselli (FdI): "Premiato chi risiede da più tempo in Toscana"

"Grazie al lavoro di Fratelli d’Italia è stata introdotta, nella legge regionale, la storicità della residenza come criterio premiale per l’assegnazione degli alloggi popolari. Siamo riusciti a modificare la proposta di legge approvata dalla Giunta che recepiva in ottica immigrazionista la sentenza della Corte costituzionale in materia: metteva sullo stesso piano persone che vivono in Toscana da anni con chi fosse entrato da pochi giorni nel nostro Paese. Abbiamo così fermato una norma del tutto iniqua visto che le case popolari sono state costruite con il lavoro dei nostri genitori!” dichiarano il Consigliere Diego Petrucci, componente della Terza Commissione, e Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano, che hanno tenuto conferenza stampa alla presenza anche del consigliere Vittorio Fantozzi.

“Se la Corte ha deciso che la residenzialità non può essere un vincolo di esclusione dall’assegnazione degli alloggi, grazie a Fratelli d’Italia diventa un criterio per acquisire più punti in graduatoria. Un nostro emendamento alla legge regionale sugli alloggi Erp introduce un sistema graduale di punteggio a seconda degli anni di residenza: sarà dato 1 punto a chi è residente da 3 anni, 2 punti per 5 anni, 3 punti per 10 anni, 3,5 punti per 15 anni e 4 punti a chi risiede da 20 anni. Inoltre, vengono considerati anche gli anni di permanenza in graduatoria (mezzo punto per ogni anno di permanenza in graduatoria, fino a un massimo di sei punti)” dichiarano Petrucci e Torselli.

“La nostra attenzione sulle case popolari non si esaurisce con questo intervento. Abbiamo infatti presentato in Commissione una proposta di risoluzione di Fratelli d’Italia che chiede, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di agevolare la stipula di convenzioni e protocolli d’intesa con gli Stati esteri, in particolar modo quelli da cui proviene il 70-80% dei richiedenti delle case popolari. Questo per dare la possibilità ai comuni, o alle aziende di gestione, di poter accedere ai catasti immobiliari esteri. Così sarà possibile verificare che siano esclusi dalla richiesta di alloggi popolari coloro che hanno diritti reali su proprietà immobiliari in Italia o all’estero” sottolineano Petrucci e Torselli.

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