Vandalizzato il toro di Cartasia a Lucca

È una delle statue più imponenti della mostra outdoor e senza dubbio una delle più ammirate e “instagrammate”, davanti alla quale ogni giorno decine di turisti si fermano per uno scatto o un selfie che finiscono immediatamente sui social media. Purtroppo, l’enorme toro creato dall’artista svedese Sebastian Blomqvist per la decina edizione di Lucca Biennale-Cartasia non ha attirato solo ammiratori, ma anche vandali. “Crossing borders”, questo il titolo dell’opera, è stata rovinata nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 settembre da ignoti che, incuranti del fatto di agire accanto a una delle porte di accesso più trafficate della città, hanno pesantemente danneggiato la statua, sulla quale sono ben visibili fori su una zampa anteriore e sulla pancia. Il rivestimento in cartone è stato bucato e strappato. Il ripristino è già in corso, per evitare che la struttura si indebolisca.

Il danno è stato scoperto questa mattina (10 settembre) dagli stessi organizzatori di Lucca Biennale, che non hanno potuto far altro che valutarne l’entità e pianificare il restauro che sta già avvenendo in loco, non semplice da avanti per la complessa tecnica utilizzata per realizzare l’opera.

Nel frattempo, è stata sporta denuncia alle autorità competenti. La zona è monitorata da alcune telecamere e i responsabili della manifestazione sperano che possano essere d’aiuto per individuare i colpevoli.

«In situazioni come queste – affermano Federica Moretti e Emiliano Galigani, rispettivamente direttore e direttore artistico di LuBiCa – la delusione e il dispiacere non sono solo personali e il danno non è solo economico. Un gesto come questo equivale a danneggiare un bene comune come una scuola o un giardino. Equivale a danneggiare sé stessi. Equivale a danneggiare a livello di immagine e di benessere la città nella quale si vive. Altri festival simili al nostro – continuano – ci hanno più volte detto che non possono ospitare sculture come queste perché le strade delle loro città non sono sicure. Noi invece lo possiamo fare. Ma quando accadono fatti del genere anche qui a Lucca, guardiamo alla realtà con difficoltà e dispiacere. Nessuno vorrebbe che la propria creazione – che si tratti di arte, cibo, musica – venisse violata, senza un reale motivo. Non c'è mai un reale motivo che giustifichi qualsivoglia forma di violenza».

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