Texprint, il lavoro del Comune nei mesi. Biffoni: "Porta aperta per chi rispetta le regole"

Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni

"Necessario fare chiarezza, in questi giorni c’è tanto silenzio e qualche presa di posizione poco informata"


Il 19 maggio 2021 i lavoratori Texprint ed i sindacalisti Luca Toscano e Sarah Caudiero del SìCobas chiedono un incontro al Sindaco. Dopo una serie di contatti a mezzo mail, si concorda un incontro presso il Servizio Immigrazione in data 7 giugno 2021 alla presenza dell’Assessore Simone Mangani, della responsabile unità operativa Immigrazione, dei referenti per gli sportelli al pubblico e dei componenti del tavolo di confronto sulle problematiche dello sfruttamento lavorativo (Ispettorato Territoriale del Lavoro, INPS, ASL, Associazione Altro Diritto ONLUS e gli operatori del progetto SATIS - Sistema Antitratta Toscano Interventi Sociali), esperti nella presa in carico delle vittime di tratta e sfruttamento.

A partire dal 7 giugno, si tengono una serie di approfonditi colloqui individuali (in data 11, 16 e 18 giugno) con i lavoratori Texprint, sempre accompagnati dai rappresentati del sindacato SìCobas, al fine di comprendere la condizione di soggiorno e integrare le dichiarazioni già rese all’Ispettorato territoriale del lavoro (ITL) nei mesi di marzo/aprile. Tutti gli incontri si tengono alla presenza del mediatore culturale di lingua urdu e, quando necessario, del mediatore di lingua wolof per facilitare la comprensione da parte dell’unico lavoratore senegalese.

Il sindacato comunica che il gruppo è composto da 18 lavoratori, 15 dei quali si presentano ai colloqui, ma non ben è chiaro se siano tutti ex dipendenti Texprint o “sostenitori” della protesta sentiti dall’Ispettorato territoriale del lavoro come testimoni.

Nel gruppo sono presenti 5 richiedenti protezione internazionale in ricorso (avverso il provvedimento di diniego della protezione da parte della Commissione Territoriale in vari gradi di giudizio; domande di protezione reiterate e impugnate) precedentemente accolti nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) della Prefettura in altre province; 1 titolare di protezione sussidiaria uscito da circa tre anni da un CAS di Prato; 1 titolare di protezione speciale in attesa di rilascio del permesso di soggiorno. Alcuni di loro hanno presentato anche domanda di regolarizzazione nell’ambito della sanatoria 2020 (art. 103 del D. L. n. 34/2020).

Gli altri sono titolari di permesso di soggiorno per motivi di lavoro o hanno presentato anche domanda di regolarizzazione per la sanatoria 2020. I colloqui con l’ITL, a integrazione delle dichiarazione già rese dai lavoratori nel mese di marzo, si concludono in data 18 giugno. Date le oggettive difficoltà lamentate dai lavoratori licenziati, si propone di partecipare ad alcuni progetti di supporto, in particolare:

1) progetto S.A.I. (Sistema Accoglienza e Integrazione): finanziato dal Ministero dell’Interno, offre servizi di accoglienza, integrazione e tutela a richiedenti e titolari di protezione internazionale, nonché alle vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo che non trovano posto nel sistema SATIS;

2) progetto SATIS (Sistema Antitratta Toscano Interventi Sociali): finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità e cofinanziato dagli enti locali, il progetto prevede inserimento di vittime di sfruttamento lavorativo in protezione in strutture residenziali fuori provincia, con percorsi di supporto, riqualificazione professionale e integrazione. Per chi non necessita di soluzioni residenziali, con il supporto di un operatore specializzato si può concordare un percorso di integrazione personalizzato (apprendimento/perfezionamento della conoscenza della lingua italiana, corsi di formazione professionale, tirocini/stage per inserimento lavorativo in altri contesti);

3) progetto LAIV (Lavoro, Alloggio, Istruzione, Vulnerabilità): finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie 2019, prevede la possibilità di strutturare percorsi di integrazione personalizzati con “dote” economica.

L’adesione a tali progetti poteva risultare ulteriore elemento di riconoscimento della condizione di vittime di sfruttamento e, in caso di positiva integrazione dei lavoratori sul territorio, condurre al riconoscimento del permesso di soggiorno ex 18 D.Lgs. 286/1998 (tramite il cosiddetto “percorso sociale”, che non esclude il percorso “giudiziale” già avviato con le dichiarazioni formali rese dai lavoratori all’ITL).

I lavoratori e il sindacato vengono invitati in data 22 giugno ad un incontro per la presentazione dei progetti di supporto messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, l’eventuale iscrizione e la calendarizzazione dei colloqui individuali con gli operatori dei progetti. Il sindacato replica che non può partecipare poiché in tale data si tiene l’udienza presso il Tribunale del Lavoro contro il licenziamento di uno dei lavoratori interessati e, in caso di immediata pronuncia, il lavoratore potrebbe essere reintegrato nel posto di lavoro, rendendo a suo dire superflua l’adesione ai programmi di supporto.

Si propone di rimandare l’incontro al 2 luglio e si comunica al sindacato a mezzo mail, ma i lavoratori non si presentano. All’orario previsto per l’incontro, il sindacato comunica per le vie brevi di non aver visionato la mail inviata e chiede di rimandare ulteriormente l’appuntamento. Riguardo all’esito dell’udienza del 22 giugno, pare che non ci siano novità da comunicarci.

In data 9 luglio si organizza l’incontro al quale partecipano, oltre al Servizio Immigrazione, la coordinatrice del progetto SAI, il referente dello sportello SATIS contro lo sfruttamento lavorativo, la coordinatrice del progetto LAIV, che illustrano i servizi dei rispettivi progetti e si prestano a rispondere a tutte le domande di lavoratori e sindacalisti.

Al termine dell’incontro, il sindacato comunica che nessuno dei lavoratori è in grado di decidere al momento riguardo all’adesione ai progetti. Pochi hanno la necessità di una sistemazione alloggiativa nelle strutture del progetto, nessuno è interessato a frequentare corsi di lingua italiana né a partecipare a corsi di formazione, poiché l’obiettivo è essere reintegrati nel posto di lavoro alla Texprint, per il quale tutti sono già formati. La priorità è ottenere il permesso di soggiorno ex art. 18 D. Lgs.286/1998 come vittime di sfruttamento lavorativo per coloro che hanno permessi temporanei o precari e ottenere risposte in merito alla tempistica delle segnalazioni dell’ITL.

Si organizza pertanto presso l’ufficio immigrazione un incontro con l'Ispettorato del lavoro, al quale viene richiesto con insistenza dal sindacato l’esito degli accertamenti svolti alla Texprint e delle dichiarazioni rese. Contestualmente l’ufficio immigrazione sollecita l’adesione ai progetti, che potrebbero supportare i lavoratori in attesa di notizie su altri aspetti, o in alternativa la rinuncia da parte dei lavoratori non interessati perché, soprattutto riguardo al progetto S.A.I., ci sono altri iscritti alla lista d’attesa. Il sindacato chiede di convocare un altro incontro per raccogliere le volontà di adesione da parte dei lavoratori dopo ulteriori riflessioni.

L’incontro viene fissato in data 15 luglio. Poco prima dell’incontro, il sindacato invia una mail contenente una serie di richieste riguardo al permesso di soggiorno ex art. 18, alle modifiche da fare al regolamento d’accoglienza del progetto SAI (es. riconoscimento del corso di lingua italiana frequentato presso il presidio e dei percorsi concordati con il sindacato, anziché svolgere corsi proposti dal progetto), la residenza e le problematiche abitative. Quando i rappresentanti sindacali si presentano, emerge che attendono una risposta alle loro richieste prima dell’eventuale iscrizione dei lavoratori ai progetti.

Si chiede pertanto di fornire una lista di lavoratori interessati all’accoglienza nel progetto SAI. Riguardo al progetto LAIV, come richiesto s’invia per mail al sindacato un breve abstract del progetto e i contatti degli operatori di riferimento, invitando i lavoratori e i loro rappresentanti a contattare direttamente per appuntamenti. Soltanto un lavoratore, che attende l’arrivo in Italia della moglie in seguito al ricevimento del nulla osta al ricongiungimento familiare, si presenta accompagnato da un collega, ma non sottoscrive il subito il patto d’inclusione previsto dal progetto.

In data 4 agosto il sindacato invia a mezzo mail la lista dei lavoratori interessati al progetto SAI e degli interessati al progetto LAIV, chiedendo un appuntamento. Data la turnazione per ferie del personale dell’ufficio e dei mediatori linguistico-culturali, si riprendono i contatti in data 12 agosto e si propone un calendario di appuntamenti (19, 24, 25, 26 agosto) alla presenza della coordinatrice del progetto SAI. In data 27 agosto si concorda un ulteriore appuntamento alla presenza della consulente ASGI.

Agli appuntamenti i lavoratori risultano ancora incerti sull’adesione ai progetti e l’ufficio si rende disponibile per ulteriori incontri con il seguente esito:

1) progetto SAI: totale 5 iscrizioni, di cui 2 iscrizioni (19 agosto); 1 iscrizione (26 agosto); 2 iscrizioni (31 agosto). Altri 3 lavoratori risultano ancora indecisi. Tutti hanno chiesto informazioni sulla residenza anagrafica presso le strutture, dimostrando scarso interesse ai servizi del progetto più volte illustrati anche in lingua.

2) progetto LAIV: il patto d’inclusione (che rappresenta formale adesione al progetto) è stato sottoscritto da 5 lavoratori (appuntamento per il sesto lavoratore rimandato a giovedì 9 settembre), che hanno chiesto supporto per la ricerca di soluzioni abitative con contratto di locazione intestato ai lavoratori (non realizzabile in assenza di attività lavorativa o altre garanzie economiche) contributi economici per l’affitto, carta prepagata per la spesa al supermercato, spese per il conseguimento della patente B (non attuabile per scarsa conoscenza della lingua italiana, data la richiesta di non essere iscritti a corsi).

Per i 5 iscritti alla lista d’attesa SAI, sono in corso le verifiche riguardo al reddito, che nel 2020 risulta superiore all’assegno sociale (pertanto non sarebbe consentita l’accoglienza nel SAI), ma occorrono ulteriori elementi riguardo all’anno in corso (mesi effettivamente lavorati, Cassa Integrazione Covid, riconoscimento NASPI etc.). All’esito degli accertamenti, si provvederà ad organizzare un colloquio per la firma del contratto e del regolamento d’accoglienza del progetto SAI, già forniti al sindacati in lingua italiana e urdu, alla presenza dal personale dell’ufficio, del mediatore, degli operatori SAI e degli interessati. In tale sede si comunicherà l’assegnazione di ogni lavoratore ad un differente alloggio del progetto SAI, presumibilmente nei comuni della provincia dove risulterebbe più complessa l’accoglienza di nuclei familiari afghani.


Partendo dal lavoro svolto dal Comune di Prato e gli incontri avuti con gli ex lavoratori Texprint, il sindaco Matteo Biffoni ribadisce l’impegno dell’Amministrazione con una lettera aperta:

“Questo è ciò che il Comune di Prato, questa Amministrazione, ha fatto e sta facendo per gli ex lavoratori Texprint che si sono rivolti alle istituzioni, intraprendendo un percorso presso lo sportello antisfruttamento. Un elenco lungo, ma doveroso se si vuole permettere a tutti di farsi un’idea precisa di quanto noi gli ex lavoratori della Texprint li abbiamo incontrati, continuiamo ad essere disponibili a farlo, stiamo dando loro un aiuto concreto. Questi sono i percorsi che solo nei primi sette mesi del 2021 altre 14 donne e 37 uomini hanno deciso di intraprendere con le istituzioni presso lo stesso sportello.

Luca e Sarah, questo percorso lo conoscete bene, dato che siete stati quasi sempre presenti a questi incontri (tranne ieri mattina, per l’appunto). I lavoratori in difficoltà sono e saranno sempre accolti, così come voi siete i benvenuti in piazza se accettate di farlo rispettando le regole, nell’ambito del vivere civile di una comunità dove una piazza è di tutti: di chi manifesta, di chi lavora, di chi ne ha precedentemente richiesto l’occupazione, di chi semplicemente ci vive o vi passeggia. Io non prendo la distanza dalle piazze, ma dai metodi violenti e di prevaricazione, da chi impedisce ad altri lavoratori di svolgere la propria attività, dall’atteggiamento di chi insegue in 20 una sola persona senza l’interesse a un confronto vero, costruttivo. E quando gli ex lavoratori che si rivolgono a noi ci dicono di non poter garantire la presenza ai corsi di italiano perché devono stare al picchetto, o ci chiedono di poter tornare a lavorare alla Texprint, qualcosa non torna. Il timore che sorge è che qualcuno non abbia spiegato loro esattamente come stanno le cose: da questo prendo le distanze.

Quanto sopra è quello che abbiamo fatto in questi mesi, francamente mi sfugge cosa sia stato ottenuto oltre a quello che sta facendo il Comune di Prato, per gli ex lavoratori Texprint (se non far loro collezionare sanzioni e denunce...). Come voi, attendiamo l’esito dell’ispezione dell’Ispettorato del lavoro.

Vogliamo insieme chiedere più ispettori del lavoro sul nostro territorio? Volentieri, noi lo facciamo da anni, non ultimo lo scorso 7 maggio alla presenza del ministro Orlando. Vogliamo che lo Stato implementi il personale degli organi periferici dello Stato? Assolutamente d’accordo: anche su questo fronte siamo impegnati da anni. Ci sono modifiche alla normativa sul lavoro di cui discutere? Benissimo. Volete che vi vengano tolte sanzioni o concessi permessi di soggiorno? Questa non è competenza del sindaco e lo sapete bene, ma sui permessi di soggiorno il Comune sta già preparando una pre istruttoria per gli ex lavoratori Texprint che si sono rivolti ai nostri sportelli per la richiesta del rinnovo: se ve ne saranno i requisiti gli organi competenti – non il Comune – li rilasceranno.

La condanna e la lotta allo sfruttamento lavorativo non è in discussione, e il Comune di Prato fa da sempre la propria parte. Non da ora, da anni. Non solo con i pure importanti tavoli di confronto, ma con le ispezioni e le sanzioni per quanto di sua competenza. Quello che riguarda il caso Texprint saranno gli esiti delle indagini degli ispettori del lavoro a definire la situazione. Non mi permetto di insegnare a nessuno come si fa sindacato, non è il mio ruolo. Da sindaco, nonostante i ripetuti solleciti, non ho mai ricevuto i rappresentanti dell’azienda, né quelle persone che alla Texprint hanno deciso di continuare a lavorare e che devono poter entrare la mattina a lavoro senza paura di essere bloccati. Sul tema più in generale a mio modo di vedere c’è un solo modo di poterlo affrontare: con le istituzioni e stando nelle regole. Luca e Sarah, se volete, con un lavoro faticoso e spesso lungo, tutelare i lavoratori con le istituzioni e nel rispetto delle regole siete i benvenuti, tutti gli altri metodi e le altre strade sono per l'Amministrazione comunale inaccettabili e non ricevili, e per adesso si sono rivelati anche inutili, a giudicare dai risultati ottenuti fino a oggi.

In questi giorni c’è tanto silenzio e qualche presa di posizione poco informata. Chi riveste ruoli di governo, di rappresentanza politica o sindacale credo che non possa continuare a stare nel limbo su una questione così importante. Deve decidere come porsi e quale è il territorio in cui intende muoversi. Il sindaco, l’Amministrazione comunale, lavorano con gli strumenti che la Costituzione ci consente di applicare per tutelare quelli che appaiono essere i soggetti che ne hanno necessità. E, anche in questo caso, non siamo stati con le mani in mano, tutt'altro. Sarebbe utile sapere se si vuole dare il proprio contributo secondo le regole o se si appoggiano metodi di altro genere, spesso discutibili che espongono i più deboli. E colgo l'occasione per ribadire la mia certezza che anche tutte le componenti del mio partito, il Partito Democratico, abbiano le idee chiare su questo e che nessuno stia utilizzando un tema così importante, così delicato, con distinguo di mera natura congressuale: per una comunità politica sarebbe disarmante, direi preoccupante su un tema così delicato un approccio del genere.

Prato sta affrontando e affronterà nei prossimi mesi una stagione difficilissima, lo sappiamo bene. Il settore tessile è l’unico che ha ottenuto la proroga del blocco licenziamenti, quindi dobbiamo essere pronti ad affrontare tutti insieme la stagione che abbiamo davanti. Sostenendo chi è in difficoltà, contrastando chi crea lavoro sano, contrastando chi si macchia di reati infami come quello dello sfruttamento lavorativo. La mia Amministrazione ha la porta sempre aperta per chi rispetta le regole, non agisce con violenza, tutela chi è in difficoltà. Lo abbiamo sempre fatto”.

Fonte: Comune di Prato - Ufficio stampa

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