Marcia di Barbiana, il ricordo di Don Milani con istituzioni e la medaglia d'oro Antonella Palmisano

Fino a Barbiana per dire ‘I care’, ‘We care’, "Take care". Per ricordare don Lorenzo Milani e riaffermare principi e valori irradiatisi dalla ‘Scuola di Barbiana’. Per richiamare, esortare un impegno, singolo e collettivo, rivolto alla pace, l’Europa, la scuola. Temi, quest’ultimi, della XX edizione della Marcia a Barbiana che si è tenuta oggi a Vicchio, in Mugello.

Prendersi cura “dei più deboli tra noi, dei nostri vicini, del nostro pianeta, delle generazioni future” è il messaggio che si è alzato forte alla manifestazione.

Presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Comune di Firenze, la Città Metropolitana di Firenze con il consigliere Nicola Armentano, amministratori comunali del Mugello e dell'area metropolitana fiorentina, rappresentanti della Regione Basilicata e del Comune di Matera, la medaglia d'oro Antonella Palmisano mentre iI ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto pervenire un messaggio. Prima della cerimonia il sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa e il presidente Eugenio Giani si sono raccolti sulla tomba di don Milani.

Oltre al primo cittadino sono intervenuti, Leandro Lombardi, presidente dell’Istituzione culturale Don Milani; Flavio Lotti, coordinatore della Marcia della Pace PerugiAssisi; Padre Guidalberto Bormolini, monaco e presidente dell’Associazione Tutto è Vita; Paolo Landi, ex allievo di Barbiana; Antonio Deiana, presidente Associazione Gruppo Don Lorenzo Milani; Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa.

Ha sottolineato il sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa: "C'è un disperato bisogno di ‘I care’, di ‘We care’, di 'Take care', di prendersi cura di sé e degli altri, dell’ambiente e delle nuove generazioni… c’è bisogno di impegno e responsabilità, di occuparsi delle cose e non pensare che altri lo faranno per te. Lo avvertiamo intorno a noi, nella società, nel mondo. Da questa edizione nasce la collaborazione con la Marcia PerugiAssisi della Pace e della Fraternità e il riconoscimento ‘I care-perché mi sta a cuore’. Abbiamo bisogno di mantenere sempre vivo quel motto scritto in inglese da don Milani nella scuola di Barbiana: ‘mi sta a cuore’, ‘mi importa’, ‘me ne faccio carico’. E oggi 'I care’ significa essere con medici, infermieri, operatori sanitari. E’ essere a fianco dei lavoratori della GKN e delle loro famiglie, è essere con i profughi afgani".

Dalla Marcia a Barbiana di questa mattina parte la 60esima Marcia PerugiAssisi "I care. Cura è il nuovo nome della pace". Ha affermato Flavio Lotti, coordinatore della Marcia della Pace PerugiAssisi: "Oggi diamo ufficialmente avvio al cammino che ci porterà, domenica 10 ottobre, alla Marcia PerugiAssisi. Siamo venuti a Barbiana per prendere l’I care che don Milani ha attaccato sulla porta della sua scuola e appiccicarlo sui manifesti, sui muri e in ogni città italiana. Dire I care vuol dire fare una cosa seria. Insieme all’I care viene la cura. Che cos’è la cura? La capacità di prestare attenzione, di ascoltare, di comprendere, di lasciarsi toccare dal volto dell’altro, di procurargli quello che gli serve quando ne ha bisogno…. La cura è l’energia vitale che ci serve per fronteggiare il dolore e le sfide che ci circondano. Senza la cura non ce la faremo e precipiteremo in una guerra selvaggia di tutti contro tutti. Ecco perché diciamo che “Cura è il nuovo nome della pace”.

Nell’ambito della manifestazione è stato consegnato il premio internazionale ‘I care-Perché mi sta a cuore’, recentemente istituito dal Comune, che in questa prima edizione è stato conferito a quattro rappresentanti della sanità locale - il direttore sanitario dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo Claudia Capanni, il responsabile Gestione assistenza infermieristica e ostetrica Mugello Gianluca Galeotti, il responsabile Unità Funzionale Igiene pubblica e Nutrizione Zona Mugello Vincenzo Cordella e il direttore della Società della Salute Mugello e Distretto Zona Mugello Michele Mezzacappa -, ‘per gli encomiabili sforzi profusi e l’impegno che si continua ad assicurare con professionalità ed abnegazione nel contrasto al virus Covid-19 e nella tutela della salute delle persone’.

Presente insieme a loro il direttore generale dell'Ausl Toscana Centro Paolo Morello Marchese: "Grazie di cuore per il riconoscimento assegnato dal Comune di Vicchio, dal territorio e comunità del Mugello - ha detto -, che si sono stretti attorno ai nostri operatori. l'impegno è stato, è e sarà sempre massimo per il bene della salute pubblica".

Antonella Palmisano: "Desideravo molto venire qui"

Da Tokyo a Barbiana. Antonella Palmisano, oro olimpico nella 20 km di marcia a Tokyo, ha partecipato oggi alla ventesima edizione della Marcia di Barbiana, evento che ricorda l'esperienza educativa della piccola scuola del Mugello

L’atleta ha colto l’occasione ricordare il suo primo allenatore, Tommaso Gentile dell'Atletica Don Milani di Mottola.

"Si ispirava molto a Don Milani, era quasi un pre e un doposcuola proprio come faceva Don Milani. Noi andavamo ogni pomeriggio, era bello stare insieme in gruppo ad allenarci, e poi c'erano anche questi tipi di insegnamenti, lui ci tramandava questi valori di vita. Un giorno venne all'allenamento con uno striscione con scritto 'I care' e ci disse 'ragazzi, io non so se diventerete dei campioni, ma prima di insegnarvi a diventare campioni voglio insegnarvi a essere persone con dei valori".

Palmisano, quindi, ha ammesso di essere rimasta molto toccata dal racconto della vita di Don Milani e dell’esperienza di Barbiana: "Quando ho ricevuto l'invito ho subito voluto venire qui, proprio per vedere dal vivo quello che mi trasmetteva. È stato emozionante: da piccola immaginavo questa scuola, questa chiesetta, e ora la vedo a 30 anni, vengo qui a dare un senso a quello che era solamente immaginazione".

Nicola Armentano: "Istruzione e sport come strumenti di inclusione"

Durante la marcia di Barbiana, il consigliere della Città Metropolitana di Firenze Nicola Armentano, ha ricordato nel suo intervento "la figura di un prete che amava i suoi ragazzi, ai quali si dedicava con tenacia e combatteva per donare loro dignità e un futuro di libertà; che faceva dell'istruzione la sua forza per dare loro gli strumenti che consentono di superare le disuguaglianze".

Armentano ha pure ricordato che Antonella Palmisano, "prima di diventare campionessa olimpica, è cresciuta accanto ad un allenatore fortemente ispirato da Don Milani, tale da dedicargli il nome della società sportiva a Mottola, dove tanti ragazzi sono stati avviati allo sport perché fosse per loro un motore di valori e anche di aggregazione e inclusione. Per crescere e costruire prima persone e poi semmai campioni".

Tante volte "lo sport viene percepito come un ostacolo all'struzione scolastica come se sport e cultura fossero in contrapposizione tra loro. Proprio per far sì che lo sport diventi uno strumento che fa crescere culturalmente dobbiamo impegnarci per una sua introduzione nella nostra carta dello sport come diritto per fortificare le nostre comunità.

Lo sport correttamente inteso "può allontanare i ragazzi dalla strada, li può tenere dentro il recinto della legalità .
Gli esempi di “maestri “ di sport che con il loro impegno accolgono e educano con la cultura dello sport tanti giovani come accade a Scampia o allo Zen di Palermo o nelle periferie di Milano o Torino ne sono la testimonianza ".
Essere oggi a Vicchio, in nome di don Lorenzo Milani, con una campionessa olimpica e "a parlare di sport, potrebbe sembrare una provocazione, una mancanza persino di rispetto per don Milani. Sappiamo bene quanto fosse in lui radicata e radicale l’idea che solo la scuola, una scuola severa, avrebbe permesso ai suoi ragazzi di percorrere la strada lunga ed impegnativa per inserirsi nella vita sociale, politica ed economica, dalla quale erano stati messi ai margini".

Ma "credo che oggi con le giuste persone in qualunque luogo si possono raggiungere gli obiettivi perseguiti da Don Milani con altri metodi anche con quelle azioni che lui definiva 'ricreazioni buone per la salute fisica' e 'ricreazioni buone perché istruttive'".

Proprio Antonella Palmisano viene da una realtà ed esperienza maturata a Mottola (in provincia di Taranto), in una piccola società di atletica intitolata a don Lorenzo Milani e diretta da Tommaso Gentile.

Nel 2010 “Famiglia Cristina” andò a conoscere quella società sportiva che aveva la sede in un pulmino color carta zucchero e faceva allenare quei ragazzi e ragazze sul binario morto della ferrovia.

Tommaso Gentile si ispira a don Milani, accoglie e non lascia indietro nessuno, cura che i ragazzi studino, si aiutano a vicenda, “l’obbiettivo non è far crescere campion

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