"I giorni più caldi dell’anno sono diventati l’occasione di una bizzarra piroetta per la Prefettura di Prato. E’ di oggi la notizia che la stessa Prefettura avrebbe revocato l’Interdittiva Antimafia emessa lo scorso 9 marzo nei confronti della Texprint a seguito di una banalissima “istanza” dell’azienda".
E' l'attacco di Si Cobas Prato, riportato in un comunicato.
"Ripercorrendo velocemente la vicenda: il 9 marzo la Prefettura di Prato emette un’interdittiva antimafia nei confronti dell’azienda. Cosa è l’Interdittiva Antimafia? Impedisce all’azienda di avere rapporti economici con la pubblica amministrazione in virtù della presenza di infiltrazioni mafiose e comprovati rapporti con la criminalità organizzata. La Texprint nel 2020 aveva ricevuto un finanziamento a fondo perduto di 350mila euro per l’allestimento di impianti produttivi di mascherine chirurgiche, oltre che ricche commesse da parte della pubblica amministrazione per DPI".
"L’interdittiva si fonda sul ruolo del Zhang Sang Yu detto “Valerio” che, sebbene risulti un semplice dipendente della società, i 18 lavoratori allora già in sciopero da due mesi contro condizioni gravissime di sfruttamento denunciano come il “titolare di fatto” della Texprint. Zhang Sang Yu proprio durante la vertenza sindacale, infatti, senza troppo pudore, dava prova inequivocabile del suo ruolo conducendo le trattative sindacali e fungendo da interlocutore per le stesse istituzioni, Questura e Prefettura".
"Poco male, se non fosse che Zhang Sang Yu si è guadagnato la nome di 'cinese dei clan' per i suoi rapporti con la ‘Ndrangheta calabrese ed in particolare con gli esponenti del clan Greco. Amicizie che a luglio del 2020 gli costarono anche qualche mese di arresti dopo essere finito in un inchiesta della DDA di Milano per associazione a delinquere aggravata dalla disponibilità di armi con l’accusa di aver gestito il riciclo di denaro sporco attraverso la Cina".
"Il 'semplice impiegato' Valerio inoltre, vanta un Curriculum Vitae di 4 società in liquidazione alle spalle, mentre coniuga la sua vita da dipendente salariato con le sue partecipazioni a ben tre società: tra queste il 33% delle quote societarie alla EuroIngro Srl, società di cui è fondatore e che rappresenta il principale rivenditore all’ingrosso dei prodotti di abbigliamento finiti a Prato, ed il 35% delle quote societarie della Immobiliare Venti Venti Srl".
"La EuroIngro Srl, inaugurata con la benedizione delle istituzioni locali, aveva già portato qualche problema a “Valerio” con il sequestro di disposto nel 2011 dal Tribunale di Firenze nell’ambito di una delle più grandi indagini della GDF sui capitali cinesi in Italia".
"Ad aprile Zhang Sang Yu viene assolto con rito abbreviato nel processo di Milano per riciclaggio. Tornando all’Interdittiva, l’azienda a Maggio 2020 faceva ricorso davanti al TAR. Il ricorso veniva respinto e si affermava nel dispositivo che “emerge dall’istruttoria svolta l’esistenza di legami tra lo stesso ed elementi della criminalità organizzata”, legami che non sono negati dall’assoluzione nel processo di Milano".
"Nel mese di giugno 2020 l’azienda ricorre contro la decisione del TAR davanti al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato respinge sulla base della “cointeressenza con esponenti della ‘ndrangheta” del Zhang Sang Yu, ritenendo irrilevante l’assoluzione".
"Dopo che l’interdittiva ha passato tutte le prove di “legittimità giuridica”, è la stessa Prefettura che dopo aver difeso la sua interdittiva al TAR e al Consiglio di Stato “cambia idea” e la revoca su richiesta dell’azienda. Non sappiamo se ci sono precedenti di qualcosa del genere. Ma il fatto resta esilarante.
Mentre ai cancelli della Texprint i lavoratori resistono ad un caldo tropicale, la lunga opera di lobbying sulle istituzioni locali dell’azienda continua a portare buoni frutti. Ed ora la Texprint potrà tornare a fagocitare denaro pubblico".
"A chi resiste da 220 giorni e notti davanti ai cancelli, purtroppo, poco cambia. Neanche un Interdittiva Antimafia firmata dal Prefetto, d’altronde, era riuscita a spostare di un centimetro l’omertà ed il silenzio di chi governa il territorio su questa vicenda. Come non sono serviti gli esiti dei recenti 64 controlli dell’Ispettorato del Lavoro a smuovere chi continua a definire lo sfruttamento un fenomeno “marginale” nel distretto. Anzi. Per il Sindaco Matteo Biffoni l’interdittiva antimafia era stata “tolta” già due mesi fa. Ma ora, dopo la gaffe, potrà continuare ad ignorare il grido che si alza dagli schiavi del “suo” distretto con un po' meno imbarazzo".
"Il mantra ora può riprendere più forte: a Prato la mafia non esiste. Il nostro è il distretto dell’eccellenza. A Prato la mafia non esiste. Il nostro è il distretto dell’eccellenza".
Fonte: Ufficio Stampa
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