È morto Gino Strada, fondatore di Emergency e cittadino onorario di Empoli

Foto da Facebook

È morto all’età di 73 anni Gino Strada. È stato un medico, attivista e filantropo italiano, fondatore dell'Ong italiana Emergency


È morto questa mattina all’età di 73 anni Gino Strada. A rivelarlo fonti vicine alla famiglia. Strada, all’anagrafe Luigi, è stato un medico, attivista e filantropo italiano, nonché fondatore dell'Ong italiana Emergency assieme alla moglie Teresa Sarti.

Un volto noto del volontariato mondiale, da sempre impegnato nei luoghi più pericolosi e spesso più abbandonati del Globo.

Cittadino del mondo, Gino Strada ha un rapporto speciale anche con la città di Empoli: nel 2002, presso l'ex Convento degli Agostiniani a Empoli, nella sala del Cenacolo, l’allora sindaco di Empoli, Vittorio Bugli, conferì la cittadinanza onoraria a Gino Strada e consegnò, attraverso la moglie Teresa, il "Sant'Andrea d'oro", massima onorificenza cittadina.

L’amministrazione comunale di Vittorio Bugli propose al Consiglio Comunale il conferimento della cittadinanza onoraria proprio per rafforzare quel rapporto di amicizia e stretta collaborazione con Gino Strada, iniziato già nel '99, quando gli venne assegnato il Premio letterario "Pozzale-Luigi Russo" per il libro "Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra”.

Proprio per il valore della persona, per la sua opera, per la sua amicizia con Empoli, nata nell’anno in cui Strada vinse il Premio letterario Pozzale Luigi-Russo con il libro “Pappagalli Verdi” e per il rapporto che si istaurò in quegli anni con lui e Emergency su alcuni progetti comuni, il Consiglio Comunale nella seduta del 28 novembre 2001, deliberò all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria.

Le bandiere esterne al palazzo Municipale e in piazza del Popolo e il Gonfalone civico collocato all’interno, sono state listate a lutto. Da Empoli partì la raccolta di fondi per la costruzione dell'Ospedale di Emergency in Sierra Leone, oggi in piena operatività come per l’apertura di un orfanotrofio ad Aleksinac, in Serbia.

All'entrata dell'ospedale in Sierra Leone, Emergency ha apposto una targa: "Città di Empoli".

 

 

I MESSAGGI DI CORDOGLIO

"Piange il cielo e piange la terra, così arida in questi giorni. Cittadino onorario di Empoli con il voto unanime del Consiglio Comunale e insignito nel 2002 dal Sindaco Vittorio Bugli con il S.Andrea d’oro. Quel filo continuerà a tenerti legato alla nostra città e a renderci tutti debitori nei tuoi confronti.
Gino Strada era un combattente, un chirurgo, un pacifista praticante che ha portato nei luoghi più vicini all’inferno ospedali e speranza. Muore in un tempo così brutto, pieno di malessere e distacco. Grazie per tutto ciò che sei stato e hai fatto" ha scritto su Facebook la sindaca empolese Brenda Barnini.

"Un uomo che si è da sempre donato agli altri e che sicuramente mancherà a molti di noi. Grazie per ciò che hai fatto qui sulla terra, riposa in pace Gino Strada" ha scritto su Facebook Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

“Gino Strada - ha proseguito - con il suo impegno ha tolto il velo a ogni guerra mostrandocela attraverso il volto e le sofferenze delle vittime civili. Ma attraverso Emergency ha realizzato ospedali che sono una straordinaria risorsa sanitaria nelle zone più difficili del pianeta, ospedali che danno risposte fondamentali a tante persone ferite, ma che rappresentano anche un fondamentale presidio di umanità”.

"Sono stati molti, in passato, i legami stretti fra il fondatore di Emergency e la nostra terra. Ospite di varie iniziative della Regione, tra cui il Meeting di San Rossore e quello dei Diritti umani, il fondatore di Emergency aveva ricevuto numerosi riconoscimenti sul territorio: gli era stat conferita, per esempio, la cittadinanza onoraria di Empoli e il premio 'Sant’Andrea d’oro".

"Ma soprattutto - conclude - in varie occasioni Strada aveva ricevuto dalla Toscana il sostegno a diverse sue iniziative. E’ il caso dell’adozione, insieme a numerosi comuni toscani, di alcuni ospedali di Emergency in Afghanistan, in Iraq, in Cambogia, in Sierra Leone: grazie a questo accordo erano stati così stati reperiti finanziamenti per l'assistenza chirurgica e sanitaria alle vittime di guerra, per la fornitura di medicinali ed attrezzature, la formazione e l'aggiornamento degli operatori sanitari".

"I diritti degli uomini devono essere diritti di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Che la terra ti sia lieve Gino Strada" ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

"Gino Strada non se n’è andato. È solo salpato verso altre terre, dove insegnare che la guerra è un orrore, ma che la speranza è più forte se non ci voltiamo. Per sempre con noi, anche se saremo più soli. Molto più soli.
Grazie di tutto" è il post su Facebook di Iacopo Melio, consigliere regionale

"Quando ho letto la notizia non volevo crederci: è morto Gino Strada. Non dimenticherò e non dimenticheremo mai la sua attenzione per gli ultimi e quello che ha fatto per l'umanità. Da oggi siamo tutti un po' più poveri" ha scritto su Faceebook il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo.

"Firenze saluta oggi un grande uomo di pace, un uomo che nei suoi 73 anni di vita si è adoperato, con energia, coraggio e abnegazione, alla protezione dei più deboli, in scenari di guerra drammatici, sempre esponendosi in prima persona".

Lo dichiara il presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani.

"Firenze, città di Pace, troverà sicuramente il modo migliore per ricordare il suo operato. Emergency, da lui fondata, sta continuando e continuerà il suo lavoro per proteggere le vittime delle guerre nel mondo. Questo è ciò che ci lascia Gino Strada, un semplice ma difficilissimo messaggio: operare ogni giorno per proteggere la vita, ovunque. Un monito per tutti".

Il ricordo di Vittorio Bugli

"Questi tempi così cattivi non lasciano un giorno senza piangere - scrive su Facebook l'ex sindaco di Empoli, Vittorio Bugli -. Gino era una grande persona e un amico. Lo fece conoscere a Empoli Cesare Garboli, un'altro grande uomo amico della città, quando volle premiarlo al Premio Pozzale per Pappagalli Verdi. Ricordo quella sessione della giuria del premio con Cesare che metteva tutto se stesso, la sua splendita oratoria, la sua gestualità, la teatrale lettura di alcuni passaggi del libro, per convincere tutti i giurati che quello era un libro di valori praticati coincidenti con quelli del premio ma era anche, in modo forte e deciso, un testo di letteratura, racconto, scrittura".

"Così, in quel lontano 1999, Gino venne per la prima volta a Empoli a ritirare il Premio e mi accorsi che le parole di Cesare che mi avevano fatto affascinare di quell'uomo prima di conoscerlo, erano tutte vere dalla prima all'ultima. E vidi un uomo felice di avere incontrato la nostra città, il nostro premio letterario nato da operai in una casa del popolo, la nostra storia, i nostri valori, la nostra posizione contro la guerra dei Balcani pochi mesi prima in piena campagna elettorale, i pranzi da Sciabolino. Vidi una persona che stava bene in un luogo nel quale, scoprendolo, trovava forti condivisioni".

"E diventammo amici nel momento in cui ci ritrovammo inconsciamente fino alle due di notte, per strada, sotto il Tazza d'Oro, a parlare e discutere, anche troppo animatamente, sui temi del momento e sulla politica".

"Si, la politica. Gino aveva una grande passione per la politica e a più riprese ne è stato tentato. Io scherzavo su questo quando ci sentivamo e iniziava con la sua solita determinazione, appropriatezza e conoscenza di merito a "rifare" tutto il quadro politico nazionale e internazionale. Gli dicevo:- Ma Gino, mi vuoi spiegare perchè uno come te che fa molto bene una grandissima cosa, fa il chirurgo di guerra, ha Emergency, dovrebbe dedicarsi a una che farebbe, a sentirti, sicuramente peggio?-. E allora imprecava, si cambiava argomento e ci aggiornavamo su di noi e sul mondo".

"Gino era un pacifista assoluto e razionale. Nella forza delle sue parole, nella determinatezza delle azioni, nella straordinarietà dei gesti che ne mostrava un carattere forte, deciso, mai domo, era scientemente pacifista e ti spiegava il perchè lo fosse per ogni evento di guerra che si presentasse al mondo. Gino amava l'Afghanistan e conosceva a fondo quel Paese, la determinazione, la resilienza e la pazienza di quelle popolazioni. Ricordo le motivazioni che lo portarono a dire che quella guerra sarebbe stata un disastro per tutti e sono le stesse che 20 anni dopo si ritrovano scritte nella storia".

"Il 30 novembre del 2001 Empoli ha conferito la Cittadinanza Onoraria e il Sant'Andrea d'Oro a Gino Strada. Gino non potè partecipare perchè in Afghanistan e i riconoscimenti furono consegnati a Teresa Sarti, Presidente di Emergency e moglie di Gino, insieme al ricavato di una raccolta fondi e di beni di prima necessità per l'Afghanistan. Teresa disse: -Io e Gino, qui, ci sentiamo a casa. Ci rivedremo quando Gino sarà tornato in Italia-. Gino e Teresa erano molto belli insieme, credo si amassero molto. Teresa era una persona molto intelligente e sapeva essere equilibrata e pragmatica pur mantenendo sentimenti e umanità. Credo sia stata molto importante, oltre che nella vita di Gino, anche in quella di Emergency. Nella foto che ho postato inaugura la sede di Emergency a Empoli che diversi giovani empolesi vollero giustamente fondare".

"Come aveva promesso Teresa, il 16 gennaio del 2002 Gino venne a Empoli per ringraziare la città della cittadinanza onoraria in un Cinema La Perla stracolmo di persone, la stragrande maggioranza delle quali giovani. Nella foto guardiamo con l'aria positiva di chi guarda con piacere anche al futuro, insieme a Piero Pelù che era passato a trovarci, quella platea di giovani che con i loro interventi onoravano sì un uomo ma esprimevano anche tanti bei concetti e belle speranze. Gino ha sempre avuto i giovani come primo riferimento e lo è stato sempre per molti di loro, anche di quelli che con il tempo si sono fatti donne e uomini".

"Gino piaceva ai giovani oltre che per l'esempio di vita anche per la sua radicalità. Era decisamente e comprovatamente radicale. E ancora una volta, come per il suo modo di essere pacifista, sapeva allontanarsi dalla radicalità come partito preso ma entrava dentro e a fondo per dimostrarne la necessità. Nelle parole di Gino si capiva chiaramente un'idea, quanto e perchè fosse giusta, e la esprimeva con forza, con verità priva di reticenze, senza mezzi termini. Toglieva dubbi e dunque era un bel punto di riferimento per tante persone, specialmente giovani".

"Negli anni Empoli e Strada hanno lavorato insieme su diversi progetti, dall'ospedale in Sierra Leone, all'orfanotrofio in Serbia, alla cardiochirurgia in Sudan, alle marce per la pace. Gli incontri che ho avuto con lui si sono diradati nel tempo e ci siamo sentiti sempre meno. Ora mi viene da essere molto triste per non avere provato a cercarlo più spesso e ascoltare la sua voce e il pensiero e i sentimenti di un uomo che, come dicono i suoi di Emergency, ha tanto operato per la giustizia, lo ha fatto con rigore, sempre ispirato da una capacità di visione. Un uomo che però sapeva anche sognare e divertirsi con il quale sono sempre stato molto bene insieme e dal quale ho avuto molto. Un uomo che non doveva mancarci così presto".

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