Nuova vita per la 'Maestà' del Paganello: il restauro nel Chianti

Luci, forme e colori della ‘Maestà’ del Paganello, come veniva comunemente denominata in base ad un'antica tradizione popolare, tornano a splendere nel trivio che interseca strade, culture e storie di tre territori, Barberino Tavarnelle, San Casciano in Val di Pesa e Montespertoli. Nel punto nodale dell’antica strada tra Romita e Noce, conosciuta anche da Dante che cita il vicino Castello di Uglione nel sedicesimo canto del Paradiso, risorge per un impegno culturale e finanziario del Lions Club Barberino Tavarnelle il tabernacolo mariano, uno dei più maestosi sotto il profilo architettonico presenti nel Chianti. Il tabernacolo devozionale di origine settecentesca è stato riportato in una condizione di integrità grazie al restauro conservativo effettuato dalla ditta specializzata Tafani. L’intervento è stato sostenuto dalla sezione locale dei Lions, presieduta da Lia Corsi, in collaborazione con il Comune, i proprietari dell'area, i fratelli Conticelli e il contributo della fattoria Il Paganello – Famiglia Bordoni.

“E’ un'opera che si inserisce nel programma di interventi finalizzati alla valorizzazione e alla tutela dei beni culturali che portiamo avanti da anni scegliendo di investire sulla conservazione del patrimonio del nostro territorio, ricco di testimonianze storico-artistiche – spiega la presidente Lia Corsi –il tabernacolo del Paganello è una di queste, custodisce memorie di un tempo lontano, racconta la vita secolare del Chianti”. “Amiamo e apprezziamo i luoghi in cui viviamo - aggiunge - e per mantenerne intatto il prestigio riteniamo necessario adoperarci e lavorare in squadra, ognuno per le proprie competenze, insieme alla comunità e all’amministrazione comunale, per valorizzare il museo diffuso, la grande cultura a cielo aperto, che cittadini e visitatori possono respirare camminando, come faceva il Sommo Poeta, tra i siti storici di quest'area della Toscana”.

La struttura si distingue per l'altezza dell'edicola votiva e le notevoli dimensioni. L'intervento è stato preceduto da uno studio, effettuato sotto la supervisione dell’architetto Barbara Bertini, che fa emergere la composizione del manufatto, costituito da materiali reperiti in loco, attinti probabilmente al vicinissimo torrente Virginio, tra cui ciottoli di campo, laterizi, sassi squadrati. “Si tratta di un tabernacolo di rara manifattura il cui valore aggiunto, in quanto luogo di passaggio, incontro e identità, è la localizzazione – precisa il sindaco David Baroncelli – la struttura si staglia nella campagna del Molino di Santa Lucia, all'incrocio fra due strade, via Molino di Santa Lucia e via Nunziatina”.

Conclusi i lavori, l'opera è stata presentata alla comunità in occasione di un’iniziativa organizzata dai promotori dell’intervento. A sancire la cerimonia la benedizione di Don Franco del Grosso che ha rievocato un’antica tradizione secondo la quale “la Maestà sorgeva nella maggior parte dei casi per affermare il bene rispetto alla presenza ‘negativa’ del Mulino, un tempo visto sfavorevolmente dagli abitanti del luogo”. In Toscana, dove c’è un Mulino, insomma, potrebbe affiorare nelle vicinanze un Tabernacolo, eretto per allontanare l'energia funesta legata alla figura del mugnaio. Una nota di colore che suona anche come un invito a riscoprire folclori e ritualità popolari che si diffondevano per strada, nei punti di passaggio sorvegliati e protetti dalle ‘Maestà’.

Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino

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