Dopo i fatti accaduti a Porto Azzurro dell'aggressione ai danni del personale di polizia penitenziaria, ieri il Segretario Generale Regionale della UIL-PA polizia penitenziaria Toscana, Eleuterio Grieco, si è recato presso la struttura penitenziaria insulare per comprendere le cause dell'eposodio violento.
Da una prima disamina, in sede di assemblea con il personale, sembrerebbe che il penitenziario Elbano non goda di un'organizzazione del lavoro e di sicurezza adeguata.
"La cosa sconcertante - informa UIL-PA Livorno in un comunicato - è che il personale dopo essere stato soccorso dal 118 e dopo aver ricevuto le cure in ospedale, ha dovuto far rientro alla sede lavorativa con l’uso di mezzi privati, poiché l'amministrazione sembrerebbe non abbia autorizzato l’utilizzo dei mezzi in dotazione per assicurare il rientro nella struttura penitenziaria dei servitori dello Stato".
“Per quanto ci riguarda – incalza Grieco – questo é un fatto gravissimo e inaccettabile e per cui chiediamo un'immediata ispezione a Porto Azzurro per verificare le condizioni operative e sanitarie della struttura”.
Se davvero vogliamo riportare il carcere nell'alveo costituzionale è necessario che tutti i soggetti istituzionali coinvolti: Amministrazione, D.A.P., Magistratura inquirente e di sorveglianza, così come l'A.S.L., facciano la loro parte. E’ arrivato il momento - conclude Grieco - che i carceri vadano governati e non solo gestiti dal punto di vista economico, visto che il lavoro di amministratore tutti lo possono fare".
Alla denuncia del Segretario Regionale si aggiunge quella di Mauro Barile, Segretario Provinciale: "Sono mesi che segnaliamo lo stato di debolezza, precarietà, dell’intero sistema organizzativo del carcere di Porto Azzurro, anche attraverso relazioni post-visita sui luoghi di lavoro, ma la nostra pressione non ha sortito nessun risultato. Quando, in più occasioni, abbiamo lanciato l’input all’Amministrazione affinchè si predisponesse uno studio, serio, competente e consapevole, delle questioni meritevoli di soluzione, per il benessere organizzativo e del personale, forse siamo stati ritenuti troppo, ma troppo, maldestri, catastrofisti, bellicosi. Semplicemente, avevamo ragione".
Intanto - chiude Barile - mentre l’Amministrazione è intenta “a far quadrare i conti”, il personale di Polizia penitenziaria “conta i punti di sutura” delle ferite da aggressione che continua a subire nello svolgimento del proprio dovere, per la tutela della sicurezza intramoenia e pubblica".
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