Qualità della vita per bambini, giovani e anziani: le classifiche del Sole24Ore

Cagliari si distingue per essere una provincia a misura di bambino. Ravenna un luogo attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli anziani. Tre province molto diverse “vincono” la sfida della Qualità della vita declinata per i tre target generazionali, in base agli indicatori statistici selezionati dal Sole 24 Ore presentati per la prima volta nell’edizione di lunedì 28 giugno.

Le classifiche della Toscana

In base al punteggio medio, al secondo posto tra le province a misura di bambino troviamo Prato.

Nella classifica finale sulla qualità della vita dei bambini però la prima provincia toscana ad apparire è quella di Firenze al 22esimo posto. Seguono Arezzo e Pisa al 24esimo e 25esimo posto, Siena al 29esimo e Prato al 31esimo. Ancora a breve distanza Massa-Carrara al 34esimo e Grosseto al 35esimo. Si allungano le distanze dal podio con Livorno (71°), Lucca (75°), Pistoia (92°).

Cambia il discorso per la qualità di vita dei giovani (18-35 anni).

Inaspettatamente Grosseto e la Maremma giungono al settimo posto, scalzando anche Prato al decimo posto. Firenze solo 15esima, Massa-Carrara 33esima e poi Siena al 37esimo posto, Pistoia al 39esimo e Livorno subito dopo al 40esimo. Lucca solo al 60esimo posto, Pisa al 64esimo. Maglia nera per Arezzo all'89esimo posto su 107 province censite.

Infine per gli anziani (over 65). Per rintracciare una provincia toscana dobbiamo andare a Firenze al 20esimo posto e Prato al 24esimo, si scende fino ad Arezzo al 32esimo e Siena al 41esimo e Grosseto al 47esimo. Pisa si ferma al 51esimo posto, Livorno 10 posizioni più giù. Massa-Carrara arriva al 72esimo posto, Lucca penultima al 76esimo. Chiude Pistoia all'80esimo


Se per parlare di benessere in generale bisognerà aspettare la tradizionale classifica di fine anno, nel frattempo le tre nuove classifiche “generazionali” (ciascuna composta da 12 parametri) misurano con i numeri la vivibilità dei territorio per bambini, giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti. Ne emerge un quadro nel quale, da Nord a Sud, i divari territoriali assumono purtroppo anche contorni generazionali.

Sud sul fondo, tre le province capofila
Mentre si conferma il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo delle graduatorie, è confrontando i singoli indicatori che si scoprono realtà locali complesse e sfaccettate. Basta fare alcuni esempi sulle tre province capofila. Cagliari, ad esempio, primeggia per numero di pediatri attivi e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, offrendo il posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni. Ma scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani. Tuttavia, nella stessa provincia i residenti sotto i 10 anni sono diminuiti del 14% negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuta (+11%) la popolazione anziana. Ravenna e Trento, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere rispettivamente in cima alle categorie giovani e anziani, si piazzano nella top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve.

Male le aree metropolitane
Nelle tre top ten, inoltre, pesa la quasi totale assenza delle grandi aree metropolitane, ad eccezione di Bologna (già prima per la Qualità della vita 2020) che guadagna l’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani. Milano e Roma appaiono solo nella top ten dedicata agli over 65 (rispettivamente in 10° e in 8° posizione), trainate dagli importi medi delle pensioni. Per i bambini, invece, si piazzano rispettivamente 42a e 18a, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 mq in media per famiglia) e sprofondano al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa ben rappresentate dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60% sul reddito medio dichiarato). Male per i giovani anche Napoli (103a), dove si aggiungono le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati.

Le curiosità
La pandemia ha poi fatto esplodere le disuguaglianze, a volte anche i conflitti generazionali, così come le lacune di alcuni territori. Colpisce il numero medio di studenti per classe, che varia dai 14 di Trieste ai 25 di Parma. A conferma delle crescenti difficoltà per i giovani che vogliono mettere su famiglia, inoltre, il quoziente di nuzialità (più elevato a Bolzano, 3,2 ogni mille residenti) nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi. L’età media della madre al parto del primo figlio, infine, è risultata ovunque superiore ai 30 anni (più bassa a Siracusa, 30,7 anni).

Le classifiche complete dei tre indici generazionali, ciascuno composto da 12 indicatori su base provinciale, saranno da lunedì mattina consultabili sul sito internet del Sole 24 Ore su www.lab24.ilsole24ore.com/qualità-della-vita-generazioni.

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