Ceramica Dolce a Montelupo, 7 artisti per la mostra estiva

Da oggi 25 giugno fino al 1 luglio Palazzo Podestarile a Montelupo ospiterà Ceramica Dolce, mostra a cura di Silvana Annichiarico dedicata a Cantieri ceramica e design.

Dalla fabbrica di ceramica che Montelupo ha rappresentato per l'Italia intera fino all'industria manifatturiera, in questa mostra estiva 7 figure si sono incontrate con altrettante botteghe ceramiche del luogo, in collaborazione con gli studenti dell'Accademia di Belle Arti.

Dalla tradizione all'innovazione, togliendo la ceramica dal mondo dei souvenir da poco per riportare l'arte e il mestiere al centro.

La mostra aveva avuto uno stop forzato a causa della pandemia, proseguendo il filo della mostra di Matteo Cibic e ampliando il discorso, dalla dimensione onirica alle 7 visioni degli artisti: Antonio Aricò, Francesco Binfaré, Lorenzo Damiani, Maurizio Galante e Tal Lancman, Duccio Maria Gabi, Valerio Sommella e Mario Trimarchi.

Dagli angeli ispirati ad Andrea Della Robbia ai vasi che contengono cocci di altri vasi fino alle costruzioni in disequilibrio. Tanti modi di intendere la ceramica, secolare prodotto che ancora ha qualcosa da dire nel panorama artistico.


Gli artisti e le collezioni

Antonio Aricò
Artista, designer e direttore creativo, doppia laurea al Politecnico di Milano, è conosciuto come precursore di un approccio unico che ibrida i settori dell'artigianato e dell'autoproduzione con il design industriale. Con ogni nuovo progetto si avvicina ai temi del design, preferendo concentrarsi sul romantico, sul fantastico e sull'archetipico piuttosto che sul funzionale che viene “scaldato” dalla poesia, dalla fantasia e dal romanticismo del nostro passato, riportato vividamente in vita con nuovi occhi.

Gli obelischi di Montelupo
Collezione prodotta con Terrecotte Tuscany Art
L'Italia non è un paese, è un mare di storie. Il suo immaginario è un intreccio di infiniti racconti che uniscono il nord al sud e l’ovest a l’est.
L’immaginario dei giardini toscani “popolato” da personaggi di terracotta viene ripensato “ad occhi chiusi”. I characters della tradizione come le testuggini sormontate da piramidi, gli elefanti con le loro portantine, i serpenti simbolo e gli stemmi comunali riprendono vita nel 2021 ridisegnandosi in maniera fantastica.
Il concetto di totem/obelisco urbano come opera artigianale di decoro urbano viene contaminato dalle logiche progettuali tipiche del disegno industriale e della moda. Una collezione di oggetti coerenti nel loro mondo immaginifico che assemblati uno sull’altro creano grandi sculture comunicative, diventando arredi urbani o di dehor. Singolarmente i moduli diventano intimi oggetti da poter acquistare uno ad uno: vasi, specchi, sedute, contenitori...
Elefante – Il primo degli obelischi visualizza un elefante con la sua portantina e una serie di oggetti evocativi e simbolici posti uno sull’altro.
Testuggine – Animale alchemico simbolo della stabilità e dell’infinito, la testuggine in terracotta porta su di sé volumi primitivi decorati da motivi tridimensionali ton sur ton.
Lupo – Un souvenir gigante dedicato a Montelupo.
Sei grandi cilindri con i colori naturali dell’argilla rappresentano i 6 colli, il lupo dai decori Raffaelleschi è di fronte a una grande lastra con finitura cromo.
Uroboro – Il Serpente che si mangia la coda. Diventa una panchina totemica su cui sedersi per contemplare gli obelischi di Montelupo.

Francesco Binfaré
Milanese, classe 1939, lavora per Cassina dal 1969 al 1990, dirigendo il laboratorio di ricerca dell’azienda. Con Gaetano Pesce e Alessandro Mendini lavora alla produzione di oggetti in serie limitate, con Mario Bellini affronta le possibilità creative offerte dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Negli anni più recenti ha messo a punto la concezione del divano come opera d’arte e simbolica installazione domestica, immaginando divani sempre più scultorei e destrutturati, come Flap, On the Rocks, Sfatto, Standard, Pack, tutti prodotti da Edra.

Angeli Oggi
Collezione prodotta con Ceramiche d'Arte Dolfi di Ivana Antonini
Modello in scala 1:10 di installazione urbana composto da: una piattaforma, un arco scorrevole, due torri. Figure in diverse scale di grandezza in ceramica parzialmente smaltata come non finite o già corrose dal tempo. In particolare, raffiguranti: una foglia di fico, un angelo seduto, un angelo sdraiato.
Gli angeli sono giovani soddisfatti o vecchi e stanchi. Nessuno vola, le ali sono potenti forse anche pesanti.
L’angelo seduto guarda attonito un’enorme foglia di fico forse caduta dal tempo dei grandi, l’angelo sdraiato riposa lieto e rivolge al cielo la sua gratitudine. Il teatro suggerisce una prospettiva temporale e assembla percezioni diverse di profondità.
Realizzato in scala 1:1 prevede una collocazione in area urbana e una ricorrenza annuale di nuove
interpretazioni del tema, con festeggiamenti.

Lorenzo Damiani
Nato nel 1972, laureato al Politecnico di Milano, ha collaborato con aziende come Caimi Brevetti, Campeggi, Cappellini, Ceramica Flaminia, Da a, IB Rubinetti, Illy Caffè, Lavazza, Luce di Carrara, Montina, Nodus, Ikea. Triennale Design Museum gli ha dedicato la mostra “Ma Dove Sono Finiti gli Inventori?” curata da Marco Romanelli e "Prova a Prendermi", curata da Silvana Annicchiarico. La Fondazione Achille Castiglioni ha ospitato la mostra monografica: "Lorenzo Damiani: Senza Stile", curata da Giovanna Castiglioni.

Collezione 1973
Collezione prodotta con Ceramiche Fratelli Bartoloni
Damiani ha lavorato sul riutilizzo di frammenti di lavorazioni ceramiche tipiche della tradizione montelupina lavorandoli con un nuovo processo produttivo di sezione stratigrafica del Pozzo dei Lavatoi di Montelupo, scoperto nel 1973. Tradizione e innovazione dialogano, forse per la prima volta, all’interno di questi elementi fortemente decorativi e stratificati ma funzionali, in cui sono poste in stretta relazione due realtà tanto lontane: la manualità artigianale della decorazione ceramica e una lavorazione più tecnologica quale la modellazione con fresatura a cinque assi, abitualmente utilizzata in altri ambiti di riferimento. Raccontare la genesi di questa collezione significa ripercorrere la storia del Museo della Ceramica di Montelupo.

Storie
Collezione prodotta con Ceramiche Fratelli Bartoloni
La collezione di vasi Storie coniuga un linguaggio contemporaneo a manufatti tipici dell’artigianato di Montelupo Fiorentino. I piatti, finemente decorati a mano secondo la tradizione, accostati come medaglioni di una collana intorno al corpo di vasi essenziali per forma e finitura, rivendicano con fierezza la loro storica – ma sempre attuale – qualità estetica, narrando l’evoluzione del decoro ceramico nella tradizione artistica locale. I piatti sono applicati in modo permanente oppure calamitati e quindi intercambiabili, in rapporto alla dimensione, per offrire la possibilità di sostituirli, rinnovando l’oggetto stesso. Questa collezione propone una rielaborazione contemporanea della produzione di ceramiche smaltate tipiche del luogo che, pur mantenendo la loro identità intrinseca, divengono elementi di una composizione altra.

Maurizio Galante e Tal Lancman
Maurizio Galante
Dopo gli studi in Italia si è trasferito a Parigi, dove nel 2008 è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere. I suoi lavori, caratterizzati dall’ossessiva ricerca dei volumi e dalla figura della ripeti-zione, si muovono sul confine fra arte, moda e design.
Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti di prestigiosi musei come il Mobilier National, il Musée des Arts Décoratifs e la Cartier Foundation for Contemporary Art di Parigi, il Victoria & Albert Museum di Londra, il Kyoto Costume Institute di Kyoto e il MoMA di New York.
Tal Lancman
Israeliano, dopo gli studi a Gerusalemme e Tel Aviv da anni vive e lavora a Parigi. Designer e trend forecast analyst, pone al centro delle sue ricerche il concetto di trasversalità, muovendosi al croce-via fra arte, moda e design. Le sue sculture, fotografie e installazioni artistiche sono state ospitate in prestigiosi musei come il Musée des Arts Décoratifs di Parigi il Musée d’Art et d’industrie di Saint-Etienne, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, il Museo Erets Israel di Tel Aviv. Dal 1995 al 2008 è stato redattore e direttore creativo per la rivista VIEW.

Kaiju Monsters visit Montelupo
Collezione prodotta con Sergio Pilastri Ceramica con Vita
Da molti anni collezioniamo i mostri Kaiju. Abbiamo costituito la più grande collezione oggi esistente in Francia. Contrariamente al concetto europeo di mostro che incarna il male assoluto, i Kaiju – per certi versi antenati dei Pokemon – rappresentano i misfatti dell'uomo nei confronti della natura. Non del tutto cattivi, i Kaiju simboleggiano un mix tra il bene e il male. La loro presenza ci ricorda che in quanto umani siamo responsabili dei misfatti e dei cambiamenti dell'ecosistema. Per il Museo della ceramica di Montelupo abbiamo creato una serie di 5 vasi partendo proprio dalla tradizione locale. I nostri Kaiju – frutto di un incontro e di uno scambio creativo con l’artigiano Sergio Pilastri – si mimetizzano nella classica Grottesque che si arricchisce di piante carnivore, pipistrelli, melegrane e banane. Il bronzo è il filo che unisce e ricompone gli oggetti con gesti antichi: un sottile filo per cucire un materiale incucibile come la ceramica, per riunire elementi creati per essere frantumati.

Duccio Maria Gambi
Formatosi tra il Design Radicale a Firenze e la ricerca architettonica Milanese, cresciuto attraverso molteplici ed eterogenee esperienze e scambi professionali a Rotterdam e Parigi, Gambi approccia il design da una varietà di punti di vista.
Nei suoi progetti per Gallerie, marchi di moda e commissioni private rimane costante un
approccio legato alla ricerca e allo storytelling dove ogni lavoro diventa una riflessione momentanea in un percorso continuo di esplorazione della materia, delle strutture, dei processi, che porta avanti nel suo studio e atelier a Firenze.

Era
Collezione prodotta con Bitossi Ceramiche
Mi piace pensare la ricerca che ho compiuto come un collegamento tra un passato remoto e un futuro ipotetico. I frammenti, perdendo il loro profilo spezzato, tornano a un’identità finita. Ho voluto riflettere sul concetto di frammento, di scarto, su quanto questo sia indissolubilmente legato al fantasma di qualcosa che non c’è più, a una degradazione percepita rispetto a un modello di uso o estetico.
Su alcuni frammenti ho instillato identità inserendo la progettualità di un taglio, di una forma, evidentemente razionale e non casuale come quella originaria. In questo caso mi piace allungare la lettura dei miei gesti in un futuro remoto, in cui persa la coscienza primitiva della terra malleabile e del fuoco, non rimarrebbero che la materia dura, la sottrazione e l’assemblaggio.
Nella seconda serie di lavori la storia incredibile del pozzo di Montelupo e dei suoi strati ci racconta ciò che era e che è ancora ma con la coscienza di qualcosa che era perso. I frammenti del passato supportano e sostengono quel che ancora permane.

Valerio Sommella
Design Studio
Nato a Cortona ma cresciuto a Milano, dopo la laurea con lode al Politecnico ha lavorato fra Milano e Amsterdam prima di aprire nel 2009 il proprio studio. Collabora con aziende italiane e internazionali (tra cui Alessi, Alcantara, Apple, Moooi, Kundalini, Honda, Falmec, Konica Minolta e molte altre), progettando prodotti che spaziano dall'illuminazione all'arredo, dall’elettronica agli accessori. Considera ogni progetto un'opportunità per indagare il linguaggio degli oggetti attraverso una ricerca formale, materica e tecnologica.

Narciso
Collezione prodotta con Centro Ceramico Sperimentale di Montelupo
L'idea della collezione Narciso nasce dalla decisione di lavorare la ceramica concentrandomi sulla sua finitura piuttosto che sulla sua forma. Durante la mia prima visita al Centro Sperimentale avevo notato una serie di manufatti con finiture specchiate e avevo deciso che avrei prodotto degli specchi. E’ cominciato così un processo creativo complesso che inizialmente voleva dar forma a oggetti completamente differenti da quanto visto a Montelupo. Durante la seconda visita al Centro Sperimentale, mentre riflettevo sulla tradizione locale e percorrevo un corridoio pieno di piatti decorati appesi, il progetto però ha improvvisamente preso una diversa piega. Lo studio della forma ha lasciato spazio alla tradizione dei piatti di Montelupo, la decorazione materica è subentrata a quella pittorica e il colore è sparito del tutto lasciando spazio a una finitura a specchio. Così gli oggetti diventano complementi d’arredo la cui superficie specchiata irregolare restituisce immagini riflesse imperfette, come l’acqua con Narciso.

Mario Trimarchi
Siciliano di nascita e milanese d’adozione, ama definirsi “romantico radicale”. Il suo percorso creativo si muove fra equilibrio e instabilità, forma e luce, sempre alla ricerca di un contrappeso che renda possibili le sue geometrie instabili, i suoi oggetti in movimento che fuggono dalle simmetrie funzionaliste. Pensa alle cose e alla loro funzione e ne vuole restituire una forma lontana dal semplice, seppur stimato, rigore razionalista. Nel 2016 ha vinto il Compasso d’Oro con la caffettiera Ossidiana per Alessi.

Istante
Site specific prodotto da Terrecotte Corradini & Rinaldi
Una piccola architettura instabile ci fa pensare all’incertezza, all’urgenza dell’adesso, al riposizionamento delle nostre certezze.
Ci fa considerare un nuovo tipo di equilibrio, imprevisto, instabile, eterno.
La grande coppa rotonda e generosa potrebbe da un momento all’altro cadere o divenire cornucopia; posta in bilico sulle colonne in bilico, ci invita ad assaporare comunque la durata dell’istante.

Bassa Marea
Collezione prodotta da Terrecotte Corradini & Rinaldi
Ogni giorno la marea si abbassa e libera il bianco delle colonne; tornano alla luce i nostri piccoli detriti, i frammenti delle nostre vite allegre e malinconiche, i piattini in cui abbiamo condiviso il cibo, i bicchierini in cui abbiamo brindato al domani.

Queste piccole architetture incerte sono un omaggio all’instabilità permanente, alla fragilità, al dubbio; oggetti che invitano a muoverci più lentamente e a parlare a voce bassa, aiutandoci ad attraversare la vita da equilibristi.

Se li mettessimo al centro della casa, se ci girassimo intorno per scoprirne le ombre e le sfumature di colore, se decidessimo di non sfiorarli mai per paura di romperli, allora forse attorno ad essi potremmo ricostruire un nuovo modo delicato dell’abitare.

Palazzo Podestarile e giardino della Fornace
Via Baccio da Montelupo, 45
Via Giro delle mura, 88

Opening 25 giugno ore 19,00

Orari di apertura
martedì e venerdì: 21.00 – 23.00
sabato e domenica: 10.00- 13.00; 17.00 – 19.00; 21.00-23.00
Altri giorni su prenotazione

Elia Billero

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