Omicidio Khrystyna Novak, la confessione di Lupino: "Non ero andato per ucciderla"

(foto da Chi L'Ha Visto?)

Dopo nove ore di interrogatorio, l'assassino della 29enne è crollato. Per ora non ci sono complici


Dopo nove ore, Francesco Lupino è crollato. Il tatuatore cinquantenne ha confessato l'omicidio di Khrystyna Novak. Finalmente ha una soluzione il caso di Corte Nardi, la borgata poco fuori Orentano (Castelfranco di Sotto). Lupino ha confessato alla polizia: ha ucciso lui Novak e le ha sparato alla testa.

"Sono stato io. Non ero andato a casa sua per ucciderla" sono le parole pronunciate da Lupino e riferite dal dirigente della squadra mobile di Pisa Fabrizio Valerio Nocita. Lo stesso Nocita ha spiegato che l'assassino ha negato ogni accusa ma poi "al momento della rilettura del verbale e di fronte alle nostre contestazioni è definitivamente crollato ammettendo le sue responsabilità".

Le evidenze raccolte contro di lui erano schiaccianti. Le contraddizioni durante le precedenti deposizioni erano lampanti, i fatti non tornavano e quindi la polizia ha voluto vederci chiaro definitivamente. Gli agenti hanno esaminato il portabagagli dell'auto di Lupino e hanno trovato tracce importanti: l'auto era stata usata per trasportare il corpo di Novak. Dopo la scoperta, l'interrogatorio-fiume e il crollo del cinquantenne fiorentino, inquilino di Novak e del compagno Airam Gonzalez, suo ex socio in affari di stupefacenti.

Si ha anche una datazione dell'omicidio: Novak è stata uccisa verso le 10.30 del 2 novembre, con un solo colpo alla testa sparato dalla porta d'accesso nel resede della casa di Corte Nardi. Come ha dichiarato agli inquirenti, Lupino era sotto l'effetto di droga e alcol quando ha sparato. Al momento, non ci sono complici.

Le operazioni di rimozione del cadavere non sono avvenute subito, sempre stando alla testimonianza di Lupino. È tornato il 3 novembre sul luogo per prendere il corpo di Novak e portarla nel casolare dove è stato ritrovato a fine maggio 2021. Inoltre nei giorni successivi si è sbarazzato del cellulare della vittima. Avrebbe gettato via anche l'arma, dicendo di averla portata in un fosso a Porcari, e quindi mettendo un punto interrogativo sulla Tanfoglio ritrovata vicino ai resti di Novak.

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