"La polemica sui lavoratori stagionali che preferirebbero il reddito di cittadinanza al lavoro è in gran parte strumentale; per le realtà serie e corrette questi problemi non sono così drammatici. Dietro le lamentele c’è spesso la pretesa che i lavoratori accettino qualsiasi condizione, al di fuori delle leggi e dei contratti, che pure in questo settore offrono ampie flessibilità. Prima di lanciare accuse, molte attività dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza".
Non usa mezze parole Alessandro Gualtieri, segretario Fisascat-Cisl Toscana, per dare la propria opinione sulla questione dei "lavoratori pigri che preferiscono il reddito di cittadinanza".
"In primo luogo - afferma - il reddito di cittadinanza non è accessibile per la gran parte di questi lavoratori e oltretutto con famiglia, figli a carico, una casa in affitto si arriva al massimo a 700 euro; e vi assicuro che pochissimi preferiscono un sussidio al lavoro".
"Troppo spesso però le proposte di lavoro sono indecenti. Se si propone un part time da 2 ore al giorno, con obbligo però di lavorarne 12, ci si meraviglia dei rifiuti ? Riposo settimanale saltato, straordinari non retribuiti, inquadramento inferiore al dovuto, apprendistato a lavoratori già con competenze, contratti pirata, nessun alloggio per i fuori sede… i nostri uffici vertenze sanno bene quanta fantasia possono avere i datori di lavoro e i loro consulenti".
"Non voglio negare l’esistenza del problema - ammette -, e per questo le soluzioni vanno trovate attraverso i centri per l’impiego, i servizi della bilateralità e un dialogo continuo con le scuole alberghiere per non disperdere le professionalità; bisogna destagionalizzare il turismo, incentivando le presenze in bassa stagione, implementare le relazioni sindacali attraverso una contrattazione integrativa che migliori le condizioni lavorative e incentivi le stabilizzazioni nel settore, come ad esempio riconoscere gli scatti di anzianità se pur in aziende e periodi diversi".
"Nelle audizioni nelle scuole alberghiere, parlando con i ragazzi alle prime esperienze lavorative ho trovato drammatico il loro arrendersi allo sfruttamento. Trovarsi alla prima esperienza lavorativa a lavorare senza un riposo settimanale o giornaliero, senza straordinari retribuiti, spesso con stage fasulli, con ferie non godute e non retribuite, è mortificante. Questi comportamenti sono gravissimi soprattutto verso i più giovani, perché inducono in loro una visione contorta e negativa del futuro lavorativo e oltretutto non li aiutano a crescere nell’impegno e nella professionalità".
"Ovviamente e per fortuna non tutti si comportano così ed è proprio alle imprese e attività serie che si rivolgiamo: se vogliamo che dopo la pandemia il nostro settore turistico sia migliore, di qualità più alta e quindi anche capace di margini maggiori, dobbiamo combattere insieme contro queste degenerazioni, aiutando le aziende serie e penalizzando le non corrette: ad esempio come è stato fatto a Taormina, dove il suolo pubblico viene concesso solo a chi è in regola con il contratto nazionale. In una parola - conclude - dobbiamo puntare sulla qualità del lavoro e dell’offerta. Con onestà e rispetto reciproco".
Fonte: Cisl Toscana - Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro