Stamattina a Oste, nella piazza tra via Pistoiese e via della Viaccia, ha fatto la prima tappa il “Bischerotto tour”, il viaggio d'altri tempi in carrozza, promosso dall'associazione La Ciompa di Vainella (Prato), partito oggi da Prato che domenica 30 maggio arriverà nella tenuta di San Rossore. A salutare la colorata carovana non sono voluti mancare il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai e l'assessore alle politiche sociali, Alberto Fanti che hanno sottolineato il valore dell'iniziativa per la promozione di azioni di inclusione sociale.
Cento chilometri - attraverso quattro province (Prato, Pistoia, Lucca, Pisa) - da percorrere lentamente in tre giorni, accompagnati dal romantico tintinnio degli zoccoli e circondati dalla bellezza dei paesaggi toscani. Tre le carrozze impiegate (di cui una d'epoca e una da maratona per prove sportive ), trainate da sei cavalli di razze italiane, lungo le vecchie strade battute, fino alla metà del Novecento, dai carrettieri che trasportavano le merci dalla costa fino alla Toscana centrale.
Un viaggio particolarmente importante, perché vede come protagoniste alcune persone disabili con problemi psichici e mentali, seguiti dall'associazione Pangea di Prato, accompagnati dai loro familiari, riuniti nell'associazione Diapsigra. Alcuni dei ragazzi coinvolti nell'esperienza, oltre a godersi il viaggio, infatti, guideranno, per brevi tratti, le carrozze insieme ai tecnici e avranno così la possibilità di rafforzare la propria autostima e sentirsi parte di un gruppo.
"È un'esperienza di socializzazione e inclusione che vuole tenere alta l'attenzione sul problema della salute mentale e togliere lo stigma sociale su chi soffre di queste problematiche.- spiega Cristina Tacconi dell'associazione Pangea - I disabili hanno sofferto più di altri il problema dell'isolamento a seguito della pandemia e questo viaggio rappresenta anche un modo per tornare a uscire e stare insieme".
Mascotte del “Bischerotto Tour” è un simpatico pupazzo, nato dalla fusione del “biscotto” di Prato con il pinolo di San Rossore, meta del viaggio.
"Uno spostamento lento e riflessivo che è stato reso possibile grazie ai saperi che ci ha trasmesso Leopoldo Toccafondi, 89 anni, veterano del gruppo- anche oggi alla guida della sua carrozza- che fin da giovane ha fatto il carrettiere su queste stesse strade e ci ha comunicato la passione e le competenze per condurre le carrozze. - spiega il montemurlese Mirko Belli dell'associazione La Ciompa - Il mondo degli attacchi (delle carrozze n.d.r) ha in sé molti aspetti utilissimi per imparare a lavorare in gruppo e per valorizzare le capacità delle persone, anche quelle con disabilità, con un impatto positivo sull’autostima e sull'integrazione".
In segno di riconoscimento della sosta della piccola carovana suò territorio montemurlese, il sindaco Simone Calamai ha regalato a ciascuno dei viaggiatori, un merlino, l'antica moneta di Montemurlo: "Un'iniziativa davvero bella che ci deve spingere a riscoprire l'importanza e il fascino della mobilità lenta come quella in carrozza. Un viaggio, poi, dal grande valore sociale che promuove l'inclusione delle persone con problemi di salute mentale attraverso la riscoperta di un'attività antica come quella della guida delle carrozze".
Stamattina, al momento della partenza delle carrozze da Prato, c'era anche il primario di psichiatria dell'ospedale Santo Stefano, Giuseppe Cardamone a salutare il gruppo.
Partecipano all'iniziativa anche GIA che ha come scopo societario la diffusione della cultura e della tradizione degli Attacchi e la salvaguardia del patrimonio di carrozze d’epoca in Italia e Liberamente Natural con sede in Pomarance .
L'associazione La Ciompa - con sede in Prato in via di Vainella 1/f - si dedica a promuovere e far rispettare il valore del cavallo come compagno di avventure emetodo di vita. Si impegna da anni nell’allevare e divulgare il piacere del mondo equestre in tutti i suoi aspetti: da quello legato alla sella a quello degli attacchi. Il mondo degli attacchi ha in se fisiologicamente molti aspetti utilissimi per oltrepassare i limiti fisici, relazionali e a volte anche culturali che spesso impediscono relazioni e apprendimenti corretti.
L’attenzione per la tradizione e la cultura, la condivisione di spazi ristretti dove è fondamentale la comunicazione e la collaborazione rendono particolarmente efficaci progetti di integrazione e valorizzazione delle capacità della persona con un impatto assolutamente positivo sull’autostima e la disponibilità al lavoro di gruppo. Sport e vita in una carrozza si fondono dando origine ad una esperienza unica.
Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio Stampa
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