I fatti risalgono al 2019, in un money transfer di Empoli. Secondo la relazione, Arfaoui sarebbe deceduto per arresto cardiocircolatorio da intossicazione di cocaina e alcol
È stata esclusa l'asfissia come causa della morte di Arafet Arfaoui, deceduto a Empoli il 16 gennaio 2019 durante un controllo di polizia in un money transfer. L'esclusione del decesso per asfissia arriva dalle conclusioni della perizia, disposta dal gip e discussa il 7 maggio scorso in sede di incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta che vede indagati cinque poliziotti, il medico e l'infermiera intervenuti al money transfer.
Secondo la relazione, il 31enne sarebbe deceduto per arresto cardiocircolatorio dovuto a un'intossicazione di cocaina e alcol alla quale, probabilmente, si sarebbe sommato lo stress dell'essere sottoposto ad un intervento da parte delle forze dell'ordine.
La perizia era stata disposta dal gip di Firenze per stabilire se la posizione in cui i poliziotti hanno fermato Arfaoui a terra potesse avere provocato la morte per asfissia. Arfaoui è stato bloccato prono e con le mani legate per un quarto d'ora. Secondo quanto appreso, gli esami eseguiti avrebbero escluso la carenza di ossigeno all'interno dell'organismo, ovvero l'ipossia. Sempre secondo quanto sostenuto dalla perizia, i sanitari intervenuti avrebbero impiegato tempi e modi nelle attività di soccorso che "appaiono congrue, adeguato al precipitoso evolvere dei fatti e rispettose dei protocolli".
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