La Giornata Internazionale dell’Infermiere che ricorre oggi e che è legata alla figura di Florence Nightingale, è stata l’occasione per meditare ancora una volta sulla centralità del personale ospedaliero nell’assistenza alla persona.
“Infermieri e infermiere sono state la nostra prima linea durante tutta l’emergenza e rimangono un presidio essenziale - ha affermato AISLA Firenze in un comunicato -. Nella lotta contro la pandemia e nelle emergenze quotidiane come le malattie rare”.
“Una delle figure professionali - continua la nota - che interviene nel percorso di presa in carico e assistenza del malato grave, nel nostro caso di SLA, è l’Infermiere Case Manager che porta le sue competenze sia multidisciplinari sia specifiche a vantaggio del malato grave. Da non dimenticare che, oltre alla grande capacità tecnica e di coordinamento tra un insieme di discipline, attori e bisogni mutevoli, visto che la cura di una malattia grave con un decorso spesso rapido lo richiede, l’Infermiere Case Manager ha sempre ottime doti relazionali che gli permettono innanzitutto di comprendere il dolore, fisico e psicologico, altrui e quindi di fornire un sostegno e stabilire una sinergia. Allo stesso modo è essenziale l’apporto degli Infermieri di Famiglia e di Comunità, una figura che si è affermata a partire dalla nostra regione e che sa essere quel trait d’union basilare con il Medico di Medicina Generale ben avendo chiare le condizioni del paziente a livello non solo clinico”.
La collaborazione con gli Infermieri è, quindi, indispensabile per le persone con SLA ed è anche prescritta nel dettaglio nel PDTAS Regionale. “Le emergenze che stiamo vivendo e che potremo vivere ci impongono di ripensare ai nostri modelli e ai singoli percorsi, innanzitutto con l’obiettivo di garantire la continuità terapeutica e di assistenza e tutto questo non può prescindere dal personale sanitario che dovrà essere sempre più formato e specializzato”.
Fonte: Ufficio Stampa
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