Giorno della memoria vittime del terrorismo, Livorno ricorda i coniugi periti della strage di Bologna

L'Amministrazione Comunale di Livorno, da quest'anno, aderisce al Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, ricorrenza della Repubblica Italiana istituita con la legge 4 maggio 2007 n° 56 che viene celebrato il 9 maggio, giorno in cui fu ucciso Aldo Moro (9 maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia).

Domenica 9 maggio, nella Sala del Consiglio comunale, il Comune di Livorno ha reso omaggio alla memoria dei due cittadini livornesi vittime della strage di Bologna il 2 agosto 1980: Lina Ferretti Mannocci, che perse la vita nell'attentato, e il marito Rolando Mannocci, ferito gravemente e rimasto invalido, perito successivamente, e inserito quindi ufficialmente nella lista dei deceduti a causa della strage.

Il sindaco Luca Salvetti, durante una cerimonia presieduta dal presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, ha consegnato una pergamena ai figli della coppia, Paola e Maurizio Mannocci, alla presenza del prefetto Paolo D'Attilio delle autorità cittadine e dei capigruppo consiliari.

Questa la sintesi dell'intervento del sindaco Luca Salvetti: "Una semplice ricerca su internet ci consente di capire, attraverso dei numeri angoscianti, quanto in un determinato periodo storico del nostro paese il terrorismo divenne un elemento deflagrante della vita sociale italiana. Dal 1969 al 1984 centinaia di morti, dolore e sgomento, persone strappate all’affetto dei propri cari che negli anni successivi qualcuno a voluto e provato a distinguere, magari per la matrice politica e ideologica di chi le ha uccise, ma che noi abbiamo il dovere di ricordare tutti allo stesso modo in quanto vittime di un mondo deviato e barbaro.

Noi sappiamo che proprio nel momento più cruento ci furono persone che non si arresero ai diktat della paura e alla logica del terrorismo. Impegnarono le loro energie migliori per costruire un futuro promettente per loro e per tutti noi. Gli esempi furono tantissimi nel mondo della politica, della società civile ma coloro in tante fasi hanno rappresentato un elemento di riferimento sono stati i familiari attraverso l’impegno per alimentare il ricordo e la memoria.

A me sorprende francamente che nel nostro paese solo nel 2007 si sia arrivati ad individuare il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e stupisce che solo oggi a Livorno si proceda quel giorno a viverlo nel pieno del suo significato con una iniziativa istituzionale.
Dobbiamo recuperare il tempo perduto e dobbiamo farlo nel rispetto di chi ha perso la vita in quella stagione drammatica.

Tra questi, nella terribile strage di bologna del il 2 agosto 1980 ci sono anche due livornesi, Lina Ferretti Mannocci, che perse la vita nell'attentato, e il marito Rolando Mannocci, ferito gravemente e rimasto invalido, perito successivamente, e inserito quindi ufficialmente nella lista dei deceduti a causa della strage.
La donna rimase schiacciata tra le macerie e morì poco dopo, mentre le prime squadre di soccorso cercavano di prestarle aiuto. Il marito fu tratto in salvo dalle squadre di soccorso che dovettero lavorare diverso tempo prima di liberarlo dalle macerie. Mannocci fu trasportato prima all'ospedale Bellaria, poi al Maggiore e quindi al centro traumatologico. Mannocci fu investito dall'esplosione alle spalle, dove riportò le ustioni più profonde, mentre un braccio e soprattutto una mano (si parlava della necessità di un intervento di amputazione) rimasero colpiti dal crollo.

La coppia, che abitava a Livorno in via Pannocchia, nella zona della stazione, era partita la mattina presto alla volta di Bologna dove, alle 11.30, avrebbe dovuto prendere la coincidenza per raggiungere Bolzano. I due si trovavano proprio nella sala d'attesa dove era stato collocato l'esplosivo.
Nei giorni successivi all’attentato la nostra città partecipò intensamente al dolore con l’allora sindaco Nannipieri Alì Nannipieri che inviò al sindaco di Bologna, Renato Zangheri, un telegramma di commossa partecipazione dei livornesi. Nannipieri inviò anche un telegramma a nome della città anche ai figli della coppia.
Un telegramma fu inviato anche dal presidente della Provincia Emanuele Cocchella,
Già dalla domenica, avuta certezza che si trattava di un attentato terroristico, si riunirono sia la Giunta comunale che il Comitato cittadino antifascista. E mentre i sindacati decidevano due ore di sciopero generale per la mattina del lunedì 4, dalle segreterie dei partiti partivano documenti di condanna.
Il comitato permanente antifascista, con l'appoggio del sindacato confederale e dei partiti democratici, indisse per la sera dalla domenica una manifestazione popolare in piazza della Repubblica per esprimere solidarietà alle vittime, per manifestare il più fermo impegno contro le forze dell'eversione fascista, e per difendere e rafforzare le istituzioni democratiche.
Manifesti furono fatti affiggere sia dal Comune che dalla Provincia.
Lunedì 4 agosto 1980 alle 10 tutti i negozi abbassarono le saracinesche, gli operai nelle fabbriche sospesero il lavoro, i mezzi pubblici rimasero fermi per un'ora.
La città di Livorno fu rappresentata ai funerali, svoltisi a Bologna nel pomeriggio di mercoledì 6 agosto, dai gonfaloni del Comune e della Provincia.
Per partecipare alle esequie furono allestiti dei pullman.
Noi adesso abbiamo deciso di tornare a ricordare quei momenti ed abbiamo invitato i figli della coppia, Paola e Maurizio Mannocci, per rappresentare le vittime di tutte le stragi di terrorismo".

Fonte: Comune di Livorno - Ufficio stampa

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