È morto Aladino Puccioni, il cambianese amico di Bartali

aladino puccioni
È di poche ore fa la notizia della scomparsa di un grande personaggio di Castelfiorentino, Aladino Puccioni. Aveva 98 anni. Proprio ieri sulla pagina Facebook Sei di Castelfiorentino se è stato ricordato l'anniversario della morte di Gino Bartali. Alessandro Verdiani ci ricorda un'intervista del 2016 nella quale Aladino Puccioni ricordò la sua vita da ciclista e da cambianese.

Sono nato a Castelfiorentino per la precisione a Cambiano il 30 novembre del 1923 la mia grande passione della mia vita è stata la bicicletta. Ho fatto un giro delle Fiandre, una Bastogne Liegi, due anni di professionismo e tanti campionati e corse da dilettante, ho fatto parte anche di una rappresentativa Azzurra, ora faccio parte delle glorie Toscane per la mia lunga carriera.
- Aladino parlami di Bartali
Con Bartali era nata una grande amicizia , lui era una grande persona , avevo messo da parte la sua maglia che mi aveva regalato , ma qualche anno fa non sono stato bene , sono stato ricoverato in ospedale , quella maglia l'ho regalata al professore che mi ha salvato la vita , penso che anche Gino sia stato contento di questo gesto , lui era un generoso e nella vita bisogna sempre essere riconoscenti verso le persone specialmente quelle che ti hanno aiutato come nel mio caso .
- Che ricordi hai di Bartali?
Tante storie potrei raccontarti. Mi ricordo di una volta, eravamo un gruppo di ciclisti con Bartali dopo il San Baronto in bicicletta per allenamento. Ci fermammo ad un bar per bere, il Baronti anche lui grande corridore del tempo, gli venne un idea. "Aladino lo sai che si fa? Piano piano si esce uno per uno e non si paga, si lascia solo Gino almeno paga lui". Bartali dovette pagare e si arrabbio con noi, ma gli si rispose che lui era ricco e noi poveri senza soldi. Chi doveva pagare? La scena finì in risate come sempre.

Un'altra volta andavamo sempre con lui in macchina verso Trieste per una gara. Ci fermammo a un distributore di benzina, le persone riconobbero Bartali e ci circondarono. Volevano autografi e tutti lo abbracciavano, lo fecero gonfio da quanto lo stringevano. Il gestore di benzina ad un certo punto si arrabbiò e ci disse di andare via che altrimenti con tutte quelle persone davanti la pompa impedivano altri di fermarsi per rifornimento, allora andammo via ma questi episodi capitavano un po' dappertutto.

- Aladino dicono che Bartali era un generoso ?
Davvero, era una grande persona e faceva sempre del bene e insegnava anche a gli altri a fare come lui. Mi ricordo che una volta eravamo a San Romano sempre per allenamento, ci fermammo davanti la Madonna del buon viaggio. Lì vicino c'era un cieco, lui gli si avvicinò e gli dette dei soldi. Scene come quelle ti rimangono impresse nella mente e ti danno tanto insegnamento.

- Ma il segreto della borraccia ?
Noi gli si domandava spesso di quella storia e lui ci ha sempre detto che fu lui a dare la borraccia a Coppi, altre persone sostenevano il contrario ma io che lo conoscevo bene ho sempre creduto a lui.

- Aladino Puccioni, che ricordi hai della tua Cambiano?
Mi ricordo che ci si conosceva tutti, non come ora. Una volta dopo la guerra ero vicino a San Matteo e vedo una ventina di persone con le bandiere rosse e cantavano. Io mi unii a loro ma quando arrivammo a Granaiolo c'erano i carabinieri con le camionette ad aspettarci. Ne arrestarono una decina e quelli che rimasero come me, urlavamo tutti in coro una frase rimasta storica: Cambiano non ha mai cambiato.

- Con il passaggio della guerra furono periodi difficili?
Erano tempi dove c'era miseria e si rischiava la vita. Una volta preso dalla fame presi la bicicletta e andai verso Dogana dalla mia zia per vedere se mi dava qualcosa per mangiare. Ad un certo punto mi fermò Mario Tafi sul ponte e mi disse di non passare di Granaiolo perche' c'erano stati degli spari ed era pericoloso , poi si seppe che avevano ucciso un tedesco e catturato Bartaloni che fu' giustiziato barbaramente in segno di rappresaglia. Se non mi avesse avvisato forse mi avrebbero catturato anche a me.

Un'altra volta quando fu bombardata Castello, ero in bicicletta e quelli del Cnl mi fermarono in piazzola e mi dissero di andare a levare le macerie. Io li guardai e gli chiesi perché io dovevo andare a levare le pietre e loro lì fermi senza fare niente. Non seppero come rispondermi e allora me ne andai via. Non ero una persona che si comandava facile e non avevo nemmeno paura.

- Dicono che vicino a Cambiano ci fosse un accampamento Americano dopo la guerra?
Quando ero con il Cerbioni sapevamo che nell'accampamento c'erano tante taniche di benzina preziose in quel periodo, ci si poteva fare dei soldi. Sapevamo che agli americani gli piaceva il vino bianco, racimolammo dei fiaschi e andammo a portarglieli. Di guardia ricordo che c'era un soldato di colore, gli offrimmo il vino e lui lo bevve come se fosse acqua. In poco tempo era già ubriaco, allora prendemmo una decina di taniche che si misero sopra una barca trovata sull'Elsa e via a gambe levate. Eravamo contenti però dopo poco causa il peso ci ribaltò e tutte le taniche finirino nel fiume.

- Che ricordi hai di Corrado, altro Cambianese illustre?
Corrado era mio cognato, era una grande persona amava i bambini per lui non era importante vincere, ma divertirsi imparare a stare insieme e rispettare le persone. È stato un grande esempio per tutti.

- Aladino Puccioni, chi ti conosce dice che sei sepre stato persona precisa?
Io nella via ho sempre mantenuto la precisione nel vestirmi, nel curare la mia persona, la mia bicicletta è sempre stata pulita. Ho sempre frequentato persone che sapevano più di me, come dottori e persone che avevano studiato. Da loro ho imparato tanto e di conseguenza ho sempre mantenuto le buone maniere.

Alessandro Verdiani

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