La questione ambientale e quella del lavoro vengono spesso contrapposte, come se si fosse costretti a scegliere fra la tutela dell’ambiente e quella dei lavoratori e lavoratrici. Al contrario l’inchiesta Keu ci dimostra come le due questioni siano collegate e vadano di pari passo.
Il sistema di gestione delle opere pubbliche, basato oramai da decenni su gare di appalto al massimo ribasso ha portato ad inevitabili peggioramenti dei diritti della classe lavoratrice e spesso anche ad una costruzione dell'opera e/o del servizio inadeguata e inefficiente. Si è sostituita alla gestione di prossimità e continuità del territorio l’esternalizzazione dei servizi e ci si è obbligati a intervenire solo sull’emergenza. Spesso questo ha condotto a lavoro precario, con poche garanzie e tutele. In molti casi la logica della minor spesa (per il pubblico) e del maggior guadagno (per le aziende private vincitrici delle gare), ha creato degli spazi vuoti nei quali il malaffare è riuscito a insediarsi.
A tutti i danni succitati spesso si aggiunge anche quello ambientale. I soggetti però colpiti, anche in questo caso, restano i soliti: i lavoratori e le lavoratrici, i cittadini e le cittadine, coloro che non sono parte di grandi interessi organizzati. Questa consapevolezza ci spinge a ribadire con una nuova forza che la battaglia per l’ambiente e quella per la qualità e la sicurezza del e sul lavoro non possono essere separate.
Perciò, l'Assemblea Permanente NO KEU sostiene tutte le iniziative che vanno a rafforzare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, oggi più che mai.
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