Arrestato e trasferito in carcere un 24enne marocchino ricercato. La polizia di Montecatini Terme è intervenuta in un appartamento di via Manzoni su richiesta della madre del 24enne, intimorita dalle minacce che il figlio rientrato dalla Spagna ad inizio febbraio le faceva.
Gli atteggiamenti arroganti e violenti e le continue richieste di denaro del ragazzo, che sfociavano spesso in atti di autolesionismo, avevano causato nella donna un forte stato d’ansia e di stress, preoccupata, inoltre, per l’altro figlio di pochi mesi che doveva accudire.
Dopo l’ennesima lite, la donna aveva deciso di trascorrere tutta la giornata all’aperto per paura di rientrare in casa dove, nel primo pomeriggio, il figlio si era barricato. L'aveva minacciata e con dei messaggi audio su Whatsapp in lingua araba le aveva detto che disponeva di un coltello con il quale si sarebbe procurato dei tagli. Inoltre le ha detto che doveva immediatamente tornare a casa altrimenti avrebbe dato fuoco all’abitazione.
I poliziotti, una volta entrati in casa, bloccavano l’uomo in evidente stato di alterazione psicofisica, con il braccio destro completamente sanguinante, che ripeteva di continuo di voler morire, gettandosi dalla finestra.
Dopo una breve trattativa per farlo desistere dall’intento lesivo, l’uomo è stato convinto a sdraiarsi per terra ed a questo punto veniva disarmato.
Era in possesso di un taglierino nascosto nell’elastico della tuta e di una lametta nascosta nella mano sinistra, con la quale si procurava tagli al braccio destro anche in presenza dei poliziotti.
L’uomo veniva prontamente soccorso dagli operatori grazie a stracci di fortuna per tamponare la fuoriuscita di sangue, fino all’arrivo dei sanitari allertati tramite 112-NUE.
Sul tavolo della sala sono state trovate altre tre lame dello stesso tipo di quella che l’uomo aveva utilizzato per tagliarsi.
Dopo essere stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Pescia, il marocchino è stato identificato e si accertava che la Corte di Appello di Firenze aveva sostituito la misura cautelare dell’obbligo di firma con la custodia in carcere, pertanto, veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Prato.
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