"In un anno di pandemia ci siamo dovute adattare nell'affrontare nuove problematica cliniche e assistenziali, mai conosciute prima. Abbiamo visto la malattia del coronaviris sottrarre all'improvvido dalle loro case e dai loro cari i pazienti. Abbiamo imparato ad usare i nostri occhi per comunicare, rassicurare e aiutare i pazienti perché essi sono la nostra unica parte del corpo per loro visibile ".
Queste le parole di Cristina Cascini e Silvia Pierinelli, coordinatrici infermieristiche dei setting Covid19 del presidio ospedaliero San Jacopo. Commosse ripercorrono questi lunghi mesi ma nei loro racconti ci sono soprattutto le storie delle centinaia di pazienti e familiari che anno curato e conosciuto.
Ma la sofferenza più grande Cristina e Silvia l'hanno provata quando i pazienti non potevano incontrare i loro familiari. Certo, i malati potevano comunicare attraverso i tablet e gli smartphone, ma non era la stessa cosa. Poi lo scorso Natale la svolta.
"La mancanza d'aria, il non poter respirare autonomamente -continuano le coordinatrici- li terrorizza e l'isolamento gli avvilisce e non reagiscono pensano di essere stati abbandonati e gli unici contatti che hanno sono con noi, medici e infermieri: sempre nelle nostre ermetiche tute, e per questo che nostra Direzione Infermieristica insieme a quella Sanitaria del presidio hanno realizzato un protocollo di accesso alle visite e da lì in poi abbiamo visto, soprattutto nei pazienti più fragili, un cambiamento che ha generato fiducia e che a sua volta li ha resi più reattivi anche alle terapie".
Quella positiva esperienza avviata nelle feste natalizie è diventata una procedura sanitaria istituzionalizzata dal momento che anche la Regione ha successivamente emanate le linee di indirizzo per la gestione degli accessi in Ospedale: ora le visite nei reparti Covid e No-Covid sono affidate ad un documento nel quale sono elencate le modalità di accesso e quelle operative e sono i sanitari a metterle in atto nei tre presidi della provincia pistoiese: San Jacopo di Pistoia, L. Pacini di San Marcello e Piteglio e S.S. Cosma e Damiano di Pescia.
Anche l'iniziativa della signora Osanna, l'ormai nota pistoiese che consegna le lettere (ad oggi una cinquantina) da lei scritte a mano e personalizzate ai ricoverati del San Jacopo, va nella direzione di far sentire i malati meno soli. "Li hanno aiutati ad aprire le loro coscienze e a realizzare che fuori c'è una comunità che pensa a loro e li aspetta e questo li spinge a combattere la malattia per fare ritorno nelle loro case". Cascini e Pierinelli hanno raccontato tutto questo anche ai microfoni del giornalista Enrico Farro per il programma di Raiuno Italiasi.
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Fonte: Asl Toscana Centro
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