Alcuni avvistamenti di lupi nelle campagne intorno a San Miniato hanno spinto l'opposizione in Consiglio a chiedere lumi. Manola Guazzini del gruppo CambiaMenti ha deciso di presentare un'interpellanza a riguardo. Di seguito il testo completo.
PREMESSO CHE
-nel 1970 l’Italia, attraverso la sottoscrizione della Convenzione di Washington, si è impegnata a salvaguardare il lupo italiano (Canis lupus italicus);
-attualmente la popolazione dei lupi italiani è arrivata a circa 2.000 esemplari e si è diffusa in tutta l’Italia peninsulare (dall’Appennino Tosco-Emiliano fino all’Aspromonte) insediandosi anche in aree dove apparentemente non sembrava esserci una copertura boscosa tale da favorire l’attività della specie;
-la situazione è complicata dall'ibridazione del “canis lupus italicus” sia con lupi di provenienza straniera immessi in Italia fin dagli anni '80, sia attraverso l'accoppiamento con cani inselvatichiti;
-tali ibridazioni danno luogo a esemplari di dimensioni più che doppie rispetto al canis lupus italicus oggetto di tutela (60-80 Kg anziché 30), che vivono stabilmente anche in territori prossimi alle città (a Roma la presenza di “lupi” è stata documentata a Fiumicino e Castel di Guido) e che tendono a sviluppare, a differenza del “canis lupus italicus”, una tendenza ad avvicinarsi all'uomo e quindi una maggiore pericolosità;
-secondo dati del Centro ISPRA per la fauna selvatica il tasso di ibridazione in Toscana supera il 30%;
-nel Comune di San Miniato il 17 luglio 2020 due canidi che potrebbero essere lupi ibridati sono stati avvistati da cittadini nei pressi della Chiesa di La Serra, e nella notte del 18 luglio 2020 gruppi di canidi, molto probabilmente lupi ibridati, sono stati filmati dai cacciatori e sono state rinvenute da cacciatori e agricoltori carcasse di cervidi;
-non sempre sono rispettate le norme che consentono di muoversi nella campagna solo ai cani da caccia in stagione venatoria e ai cani da pastore entro un perimetro prefissato;
-sono stati avvistati numerosi cani di grossa taglia che vagano liberi nella zona di San Quintino;
-tutto ciò determina situazioni di rischio non solo per le attività di allevamento ma anche per la sicurezza di cittadini che intendono fruire del territorio a piedi o in bicicletta;
-i cani cosiddetti ibridati, se privi di custodia, devono essere assoggettati alle norme sui cani randagi, e non a quelle che regolamentano la tutela del “canis lupus italicus”;
CONSIDERATO CHE
il Testo unico degli enti locali attribuisce al Sindaco di sovrintendere alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico;
INTERPELLA IL SINDACO PER SAPERE:
1)-se esistano studi sulla consistenza del fenomeno dell'ibridazione nel territorio comunale, quali dimensioni ha il fenomeno sulla base di questi studi e, nell'ipotesi che non esistano, se si intenda commissionarli o comunque mettere in atto iniziative per acquisire una conoscenza certa del fenomeno;
2)-quali misure l'Amministrazione ha assunto o intende assumere per mettere la cittadinanza a conoscenza delle norme sulla tutela del “canis lupus italicus” e sugli indennizzi previsti per le attività economiche che ne vengono danneggiate;
3)-quali misure l'Amministrazione ha in atto o intende mettere in atto per contrastare i fenomeni del randagismo e dell'ibridazione;
4)-quali misure l'Amministrazione ha in atto o intende mettere in atto per informare la cittadinanza sulle situazioni di rischio e per tutelare la sicurezza dei cittadini rispetto alla possibilità di aggressione da parte di randagi o lupi ibridati;
5)-se intenda, sulla base delle proposte avanzate dalle Associazioni dei Cacciatori, istituire una Consulta territoriale della quale facciano parte le associazioni venatorie, quelle agricole e l’associazione tartufai delle colline samminiatesi per mettere al servizio, oltre che degli altri aspetti di governo del territorio rurale, anche della salvaguardia dell'incolumità dei cittadini rispetto a queste situazioni la profonda conoscenza che questi soggetti hanno del territorio.
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