La Toscana fanalino di coda nella vaccinazione degli ultraottantenni ed evidenti difficoltà per le persone fragili. Oramai siamo un caso nazionale. Si vaccinano le categorie forti, si lasciano indietro i fragili, per scelta politica e non solo per cialtroneria.
Al 25 marzo, infatti, solo il 29% della popolazione ultraottantenne aveva ricevuto la prima dose, Eppure la priorità a queste categorie di persone, all’interno del piano vaccinale regionale, era dovuta perché i dati pesano come macigni: sono le persone più anziane, che presentano quasi spessissimo delle pluripatologie, e persone cosiddette super fragili quelli più a rischio di aggravamento e di morte.
Non a caso la media dei pazienti deceduti per il covid-19 è di 81anni e gli ultraottantenni sono quelli che più intasano le terapie intensive per la gravità delle conseguenze; e in questa fascia di età si aggrava, spesso con esiti fatali, chi ha fragilità sanitarie anche molto gravi.
I numeri sono contro la Regione Toscana in maniera evidente. I numeri, però, sono persone, padri e madri, nonni e nonne, e molte di queste persone potevano essere salvate se l’organizzazione messa in campo sul piano di vaccinazione e le scelte di priorità fatte dal governatore Giani e dalla sua Giunta (il governo del fare? Male) su chi vaccinare per primo fossero state altre. Se invece di dare priorità a categorie discutibili, visto tra l’altro la mancanza di personale, si fosse proceduto con chi sia per ragioni mediche e, aggiungiamo, per ragioni etiche (visto il grande tributo già pagato dalle persone anziane e fragili in RSA) doveva avere prioritariamente l'accesso al vaccino.
A nostro avviso non ci sono giustificazioni che tengano e troviamo sinceramente intollerabile operare la solita politica dello scaricabarile delle responsabilità: la scelta di Giani e della sua giunta non pare dettata solo da cialtroneria e disorganizzazione, ma anche dalla precisa scelta politica di dare corsie preferenziali a categorie professionali politicamente forti. Sacrificando per l ennesima volta l interesse generale e genuflettendosi a più che ipotizzabili pressioni di chi "conta" più di altri Invece si scarica la responsabilità: prima sui medici di medicina generale, che hanno prontamente risposto sdegnati considerando che le dosi a loro consegnate (poche) sono state tutte utilizzate; poi sugli atri livelli istituzionali (in verità anch’essi con grandi responsabilità) perché si poteva comunque operare una scelta non acritica su chi vaccinare per primo invece di scegliere le pressioni di alcune categorie meno esposte; né sulle dosi che mancano poiché altre regioni, con analoga insufficienza di dosi, ma che hanno fatto scelte diverse dalla Toscana, sono molto più avanti.
La scelta del governatore della Toscana e della sua Giunta, insomma, ha avuto delle conseguenze, anche molto gravi, e non abbiamo nessuna remora a chiedere a Giani la cosa più naturale che in questi casi di evidente fallimento dovrebbe fare e cioè dare immediate dimissioni. Se non su questo, su cosa?
Tra l’altro, questa situazione rischia, anche sull’onda dell’emergenza determinata, di scatenare una sorta di guerra tra poveri. Infatti, alla questione degli ultraottantenni non vaccinati si assomma quella dei superfragili, chiamati a iscriversi per ricevere la dose e avendo ricevuto l’sms per la prenotazione sul portale sono riusciti a farlo in modo assolutamente insufficiente, lasciando, anche in questo caso, fuori migliaia di persone. Come dire oltre il danno, l’atroce beffa!
Come segreteria regionale stiamo valutando inoltre, rimettendo il tutto nelle mani dei nostri esperti, se in questa vicenda non ci siano i presupposti e i termini per una segnalazione alla Procura della Repubblica. Al di là delle possibili conseguenze su questo terreno, è sotto gli occhi di tutti la responsabilità politica del Presidente Giani e della sua Giunta. Una responsabilità che al di là di quanto successo in questi ultimi tempi porta il peso di scelte sciagurate su un servizio sanitario regionale sempre più depauperato in termini di servizi, personale e capacità di organizzazione dello stesso anche in evento così drammatico che a oggi ha visto nella nostra Regione oltre 5mila morti. Il governo del fare? Sì, un piacere a qualcuno e un dramma per tutti.
Rifondazione Comunista Toscana
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