Come Gruppo Consiliare CambiaMenti abbiamo presentato a fine febbraio un'interpellanza, di cui non è stata ancora calendarizzata la discussione in Consiglio Comunale, per cercare di capire quali siano le prospettive dell'area dell'Interporto di San Donato.
Il “Centro Intermodale” è stato acquisito da una società di recente costituzione, con sede a Prato, che sembra in realtà un'aggregazione di varie partecipazioni societarie; la proprietà dichiara l' intenzione di mantenere la destinazione d'uso attualmente prevista per attività di tipo logistico: è di per sé evidente che una simile destinazione d'uso richiede un grande sforzo progettuale per renderla compatibile con la situazione dello svincolo di San Donato della FI-PI-LI, sia in direzione di Ponte a Egola che in direzione di Santa Croce sull'Arno, e in particolare del ponte carrabile sulla ferrovia, che già oggi appaiono sottoposti a un volume di traffico molto superiore a quello che sarebbero strutturalmente in condizione di sopportare, che determina forti rischi per la sicurezza degli automobilisti e dei ciclisti e la necessità di continui rattoppi.
Sul piano del dibattito politico pubblico, come al solito, nel Comune di San Miniato tutto tace, ma a pag. 122 del documento del DUP 2021-2023 recentemente approvato si parla di “approvazione di variante per il completamento della ex lottizzazione scalo ferroviario, ora CT1 - Polo della Logistica a San Donato”, e su questo abbiamo chiesto chiarimenti in Consiglio nel corso della discussione del documento, senza ottenere risposta.
La nostra interpellanza chiede se si abbiano notizie circa progetti della proprietà o di altri relativi all'area dell'Interporto, e se dietro la formulazione usata nel DUP approvato vi sia un'azione progettuale già definita, ed eventualmente sulla base di quali indirizzi, promossa su richiesta di chi e affidata a quali progettisti, o altrimenti quale sia il senso di quella formulazione.
A noi sembrerebbe indispensabile che l'Amministrazione intervenisse sul versante delle destinazioni d'uso; cercasse con la proprietà accordi per riqualificare l'area e per individuare destinazioni di possibili volumi che non saranno usufruiti; evitasse ogni ulteriore carico edilizio in quell'area golenale, puntasse invece a utilizzarla ai fini della ricucitura delle due frazioni di San Donato e Ponte a Egola, con aree verdi e percorsi di collegamento, piste ciclabili, percorsi pedonali e riqualificazione del ponte carrabile.
E' certamente utile che si sia in qualche modo riaperta la discussione sul destino dell'area in relazione alle prospettive della tratta ferroviaria Pisa-Firenze. La presenza lì di un ramo della ferrovia già predisposto per uno scalo è certamente una risorsa da non lasciar perdere. Ma la discussione attuale sulle reti di metropolitana leggera va piuttosto nel senso della moltiplicazione che in quello della concentrazione delle fermate.
Perciò continuiamo a considerare più convincente la posizione che abbiamo espresso nel nostro programma elettorale del 2019, che proponeva di “valutare l'utilizzabilità dell'Interporto come stazione ferroviaria merci al servizio delle aree produttive del comprensorio e una riqualificazione delle stazioni esistenti” nella prospettiva di una nuova funzione della Firenze-Pisa come linea di metropolitana leggera. Dà certo da pensare che la discussione sia stata riaperta da amministratori di altri comuni del Comprensorio nel più totale silenzio di quelli di San Miniato.
La cosa che certamente non ci sembra il caso di fare è aspettare le proposte della proprietà e lasciare che essa faccia tutto quello che vuole. E chiediamo anche di definire attraverso quali momenti di discussione sia in sede istituzionale che in sede di consulte territoriali si intenda affrontare il complesso di queste questioni.
Manola Guazzini, gruppo consiliare CambiaMenti
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