Domani, 17 marzo, ricorrono 100 anni dalle dimissioni della Giunta Botti, determinate dal progressivo intensificarsi delle violenze fasciste sul territorio comunale di Santa Maria a Monte. Nel Comune di Santa Maria a Monte le elezioni amministrative del 1920 videro la lista socialista prevalere su quella liberal-popolare. La Giunta comunale, presieduta dal Sindaco Giovanni Botti , aveva da subito provveduto ad assumere una serie di atti che la connotavano su posizioni molto avanzate in campo sociale; tra questi ricordiamo la deliberazione con la quale si prevedeva l’ aumento della sovrimposta fondiaria (1/10 sui fabbricati e 9/10 sui terreni), per cui le entrate da tale imposta per il 1921 sarebbero state pari a 272.000 Lire, con un incremento di 163.735,90 Lire rispetto all’anno precedente; la deliberazione relativa all’onere del pagamento delle visite mediche che divenivano gratuite per i poveri, mentre per i “semi- poveri” e gli abbienti veniva prevista una partecipazione alla spesa proporzionata alla ricchezza posseduta (atto poi annullato dagli organi di controllo). Queste scelte andavano a colpire economicamente il ceto sociale dei possidenti (in particolare gli agrari), che per la prima volta si trovava ad essere estromesso dal centro politico decisionale.
Dunque il Consiglio comunale a guida socialista diveniva l’obiettivo della reazione e di quanti, in primo luogo la borghesia terriera, guardavano con nostalgia più al feudalesimo che “al sole dell’avvenire”. Tale blocco sociale, minacciato negli interessi vitali, iniziò a guardare verso Firenze, culla del fascismo toscano , base organizzativa delle spedizioni squadriste e luogo, nei primi mesi del 1920, di scontri armati tra fascisti, forze dell’ordine e militanti della sinistra. Alla militarizzata violenza del fascismo fiorentino si rivolsero i “benpensanti” intenzionati a porre fine all’esperienza amministrativa della Giunta Botti. Il 12 marzo 1921 anche la nostra Comunità si trovò ad impattare con gli effetti della violenza squadrista; al riguardo un resoconto ce lo fornisce il settimanale socialista “L’Ora nostra”:
“Lunedì mattina col treno proveniente da Firenze è sbarcato (alla stazione ferroviaria di Pontedera n.d.r.) un gruppo di fascisti capitanati da un capitano dei bersaglieri e da graduati arditi. Appena scesi, hanno fatto l’appello per plotoni e quindi con camions si sono recati nel tranquillo e ridente paese di Montecalvoli ove la massa operaia era intenta al quotidiano lavoro. Appena giunti colà si sono abbandonati a scassinare l’insegna dei Soviet della Casa del Popolo. Dopo, e precisamente appena giunti 70 Carabinieri son corsi all’assalto devastando la Cooperativa di Consumo. Tutta la merce che vi si trovava è stata gettata in strada recando danni enormi alla nobile Istituzione Operaia creata con tanti sacrifici da quella popolazione. Ogni atto di volgare violenza ai pochi compagni presenti in quel momento minacciandoli di arresto se questi avessero usato la minima resistenza. E così fascismo e autorità in completa combutta han commesso un nuovo delitto, distruggendo una delle più belle istituzioni proletarie nel ridente e ospitale paese ove mai è stato commesso nessun atto di violenza, ma dove la coscienza operaia aveva conquistato il campo della produzione e del consumo. Ma l’idea non muore…"
In una sola giornata le conquiste politiche, economiche e sociali raggiunte nel corso degli ultimi decenni a Santa Maria a Monte, grazie in particolare all’azione svolta dal ben strutturato nucleo socialista di Montecalvoli, vennero ad essere azzerate. Lo scopo della spedizione non poteva, tuttavia, esaurirsi con le devastazioni arrecate a Montecalvoli; l’obiettivo principale rimaneva, come avvenuto nei giorni precedenti in altri comuni, defenestrare l’Amministrazione comunale, spingere il Sindaco, la Giunta e i consiglieri alle dimissioni, quale passaggio per lo scioglimento del Consiglio comunale. L’epilogo della vicenda lo abbiamo con la delibera della Giunta comunale del 17 marzo 1921, con questo atto venivano formalizzate le dimissioni al Prefetto di Firenze:
“I sottoscritti in seguito alle dimostrazioni inscenate contro l’amministrazione socialista di questo comune dai fascisti di Firenze, coadiuvati dalla forza pubblica, alla violenta, ingiustificata devastazione dei locali della Casa dei Cooperatori della frazione di Montecalvoli e all’imposizione fatta al Sindaco dagli stessi fascisti di dimettersi dalla carica; pur essendo sicuri di godere anche e più in questo momento la fiducia intera della grande maggioranza della popolazione, ma non volendo assumersi la responsabilità di qualsiasi ragione di turbamento della pace del paese, rassegnano irrevocabilmente le loro dimissioni dalla carica di sindaco, assessori e consiglieri di questo comune” .
Vogliamo ricordare questa pagina dolorosa del nostro passato, in cui già si manifestava la violenza del totalitarismo fascista che colpiva le istituzioni democratiche, al fine di avere sempre presenti i rischi che corriamo anche oggi se non adottiamo tutti gli strumenti atti ad impedire il ripetersi di una storia tragica: che serva a tutti da monito.
Fonte: Anpi Sezione Santa Maria a Monte
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