Non potevamo lasciare sotto silenzio la questione della mancata realizzazione del canile comprensoriale dell’Isola d’Elba.
Sdegno e rabbia sono sentimenti inevitabili per la perdita della donazione da parte della fondazione tedesca Bastet Stiftung Hamburg che aveva stanziato una somma pari a ben 600.000 euro per questo progetto a tutela degli animali.
È davvero paradossale che avvengano, ancora oggi, situazioni del genere!
Lo schema di massima del nuovo canile era già pronto. In merito, ci sono state nel tempo variazioni al suddetto progetto: originariamente, infatti, era stato ipotizzato un parco canile con grandi spazi di sgambatura e aree destinate ai visitatori, in grado di riqualificare una zona di nessun interesse turistico. Da questo si è poi passati ad un disegno più semplice con dieci box per ospitare i cani abbandonati, cinque per il canile sanitario ed i volumi dell’ambulatorio e dei servizi.
Perché? Forse sarebbe il caso che se lo domandassero anche i primi cittadini degli altri comuni elbani: dovrebbero essere loro i principali portatori di interesse, non le associazioni di volontariato che, nel mondo normale, supportano il servizio pubblico e non sono costrette a sostituirlo completamente.
La mancata realizzazione della struttura per i cani e gatti randagi dell’Isola mette in evidenza molteplici criticità: le leggi nazionali e regionali sul randagismo continuano ad essere disattese; il danno prodotto dal non utilizzo di un’enorme donazione messa a disposizione della Comunità Elbana; il danno all’immagine dell’isola, considerata noncurante in ambito di tutela dei diritti degli animali e di servizi ad essi dedicati.
Sosteniamo la battaglia dell’Associazione Animal Project che da tempo, anche attraverso una petizione, cerca di richiamare l’attenzione su questo grave problema.
Il Vice Presidente degli Animalisti Italiani, Riccardo Manca dichiara: “Perché in Italia non si riesce a realizzare, come in un qualsiasi altro posto civile, una struttura prevista per legge? Un canile, peraltro, già dotato di progetto approvato! È solo per l’impegno delle associazioni animaliste che, attraverso il volontariato locale, all’Isola d’Elba si sta cercando di contenere e controllare il fenomeno del randagismo sul territorio.
L’amore, l’entusiasmo e la fatica quotidiana dei volontari che sono gli unici a farsi carico nei fatti, e non davanti ai tavoli dei consigli comunali, delle criticità che riguardano la tutela degli animali non possono sostituirsi a quel servizio che deve essere garantito dalle istituzioni. È un preciso dovere sancito dalla legge che lo Stato stesso, attraverso gli amministratori locali, si occupi della lotta al randagismo e del benessere animale”.
Il P.A.I. Partito Animalista Italiano, per il tramite del suo Portavoce nazionale Filippo Borsellino, afferma, infatti, che “L’Isola d’Elba rischia di ritrovarsi fuori dalla storia. In un periodo in cui si parla sempre di più di benessere animale, non è possibile che ancora l’isola non si sia dotata di strutture adatte per la cura e il controllo degli animali. Non è possibile che nel 2021 si riesca ad organizzare spedizioni su Marte, mentre un animale può morire senza poter ricevere assistenza. Un comportamento irresponsabile che rischia di compromettere anche il settore turistico, in quanto le persone sono sempre più attente al benessere dei propri animali.”
Gli occhi di tutti gli Animalisti Italiani e delle tantissime persone che amano gli animali restino puntati su quanto accaduto, affinché si faccia una pressione tale che l’iter per la realizzazione del canile comprensoriale dell’Isola d’Elba sia finalmente portato termine in tempi certi e ragionevoli.
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