Anche l'economia mugellana è stata duramente colpita dall’emergenza Covid. Il commercio soffre: i negozi di vicinato, soprattutto quelli dei centri storici sono in grande difficoltà, e lo saranno anche per i prossimi anni.
Afferma il sindaco Paolo Omoboni, assessore al Commercio dell’Unione dei Comuni Mugello: “Nonostante gli sforzi dei Comuni per sostenere le attività -, dall’abbattimento parziale della TARI per il periodo di chiusura Covid e per le nuove aperture, all’IMU abbattuta per chi riduce l’affitto alle attività commerciali, a cui anche a livello sovracomunale pare abbiano aderito in pochissimi proprietari di fondi - osserva l'assessore Omoboni -, la situazione, senza un piano straordinario di sostegno regionale e nazionale, rischia di peggiorare in maniera irreversibile nei prossimi mesi. E le risorse di Comuni da sole non possono bastare. Senza voler parlare di attività di serie A o di serie B, è evidente che la chiusura delle attività nelle zone centrali dei nostri comuni non porta solo un danno economico, ma anche di vivibilità, di luoghi di socializzazione e di decoro. I Centri Commerciali Naturali - sottolinea - rappresentano l'identità delle delle nostre comunità”.
“Bene i ristori per le attività, ma per i centri commerciali naturali serve un piano di azione strutturale”, avverte l'assessore Omoboni. Che aggiunge: “La Legge regionale 62/2018 riconosce i centri commerciali naturali come un insieme organizzato di esercizi commerciali, di somministrazione, attività artigianali e di servizio, su cui sviluppare progetti di rigenerazione urbana. Ne abbiamo parlato insieme ai Comuni dell'Unione - afferma l'assessore Omoboni - in un incontro con l’assessore regionale Marras, molto disponibile su questo tema, e i referenti dei 10 Centri Commerciali Naturali del Mugello. Un incontro positivo per far conoscere la situazione del nostro territorio e per iniziare con la Regione un percorso di confronto per trovare delle soluzioni concrete”.
Secondo l'assessore Omoboni: “Servono fondi dedicati per migliorare la qualità urbana dei centri storici, e un fondo che per l’abbattimento delle spese, almeno per i primi due anni di attività, da sostenere per chi decide di investire in queste zone. Sono sempre più le persone che ormai sono in una situazione insostenibile di crisi di liquidità e sono costrette ad abbandonare la propria attività. E soprattutto c’è il problema serio del caro affitti: serve una misura che dimezzi gli affitti nei centri storici, per legge, con una detassazione completa per i proprietari degli affitti. La qualificazione e valorizzazione di queste attività è essenziale - conclude Omoboni - , senza misure speciali non potremo evitare la desertificazione commerciale e sociale dei nostri comuni”.
Fonte: Ufficio Stampa
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