Recita la nostra Costituzione che tutti siamo uguali, con pari diritti e dignità; di fatto questo non succede.
Ancora oggi un gran numero di italiani ritiene che il ruolo primario della donna sia la cura della casa e dei figli: QUESTA NON È PARITÀ DI GENERE.
Le donne lavoratrici guadagnano in media il 25% in meno rispetto ai colleghi maschi che svolgono la stessa mansione: QUESTA NON È PARITÀ DEI DIRITTI.
La crisi dovuta alla pandemia da Covid ha colpito più duramente i settori dove è maggiore la presenza femminile, i contratti più fragili, le partite IVA e i lavori con meno o zero tutele (ad esempio colf e badanti): QUESTA NON È PARITÀ DI DIGNITÀ.
A rimanere senza lavoro, o a doverlo lasciare, sono soprattutto donne in età fertile, costrette a farsi carico della famiglia in ogni suo aspetto a seguito della chiusura delle scuole e dei centri diurni per l'assistenza a persone non autosufficienti. E quelle che hanno potuto usufruire del cosiddetto "Smart working" hanno visto annullarsi il tempo personale, senza dimenticare che la convivenza forzata ha innalzato drasticamente i numeri delle violenze fisiche e psicologiche che queste subiscono.
Ci vuole una nuova organizzazione del mondo del lavoro e della politica che punti all'uguaglianza voluta dalla nostra Costituzione, perché pari diritti non significa "quote rosa".
L'OTTO PER SEMPRE
PCI Empolese Valdelsa
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