Annunciando che l'Empolese Valdelsa sarebbe rimasta zona arancione, il presidente Eugenio Giani ha parlato di un "consenso minore" dei sindaci per la zona rossa, lasciando intendere implicitamente che i numeri avrebbero potuto giustificare una nuova misura restrittiva, ma che qualche amministratore locale si era in qualche modo opposto. Le parole di Giani hanno di fatto scaricato sulle amministrazioni locali parte della responsabilità in nome del dialogo e del consenso tra le parti in causa. Una scelta che, però, non poteva che suscitare polemiche: prese di posizione sono arrivate sia dal mondo della politica che da quello medico-sanitario con la direttrice del San Giuseppe di Empoli che ha chiesto apertamente la zona rossa.
Nel pomeriggio di oggi il presidente Giani ha quindi ritenuto opportuno ribadire con toni meno ambigui che "i sindaci hanno optato" per questa scelta, chiedendo più tempo per valutare i dati della pandemia: "Ieri l'altro ho avuto tre assemblee in video identiche con i sindaci del Pistoiese, dell'Empolese Valdelsa e del Senese. Nella zona Empolese i sindaci hanno optato per attendere l'evoluzione dei dati sulla pandemia quindi di conseguenza ecco che siamo di fronte a questo".
Da parte degli amministratori locali, tuttavia, si è raccolto la patata bollente lanciata da Giani nelle loro mani cercando di fare meno chiasso possibile. Qualche velata presa di posizione c'è pur stata. Sulla questione è intervenuta ad esempio il sindaco di Empoli Brenda Barnini nella diretta di ieri sul suo profilo social, dove è sembrato chiaro il tentativo di riportare il pendolo della decisione nelle mani della Regione. Il primo cittadino ha spiegato che "i numeri sono gravi, ma meno preoccupanti delle province che sono già zone rosse" anche se si tratta di numeri "da monitorare e da valutare eventuali restrizioni". Barnini ha poi chiarito che eventuali decisioni saranno "valutate di concerto e per decisione della Regione Toscana" e che "ci atterremo alle valutazioni fatte soprattutto dal punto di vista sanitario dalla Regione, se quelle valutazioni ci indicheranno la zona rossa ovviamente non saranno i sindaci a fare resistenza, se questo sarà l'indirizzo della Regione Toscana". Il sindaco non chiama in causa Giani, ma la ridondanza del termine "Regione" è un indicatore abbastanza evidente della volontà di distribuire equamente il peso della decisione presa.
Il sindaco dà anche una sua 'interpretazione' delle zone rosse 'circoscritte' dove dando significato prescrittivo, quasi pedagogico, alla norma, ne contesta di fatto l'utilità sanitaria: "Non è dimostrato da nessuna parte che piccole zone rosse all'interno delle quali non c'è una impermeabilità totale rispetto a ciò che le circonda abbiano poi un riscontro preciso. A che cosa servirebbe istituire una zona rossa? servirebbe a far capire meglio ai cittadini che siamo nuovamente in una fase in cui c'è bisogno di stare attenti".
Una presa di posizione più netta è arrivata dal sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, il quale peraltro era stato proprio chiamato direttamente in causa da Sinistra Civica Ecologica per la sospensione dell'iniziativa 'Sbaracco' che oggi si è tenuta come previsto. Falorni ha prima di tutto specificato che "la decisione di ritardare di una settimana il provvedimento di zona rossa da noi, contando su numeri un po’ migliori, e sulla possibilità di alleviare i ricoveri in Ospedale utilizzando altre strutture ospedaliere meno congestionate, non è stata univocamente determinata da parte dei Sindaci di questa zona, ma condivisa con il Presidente della Regione, e con l’ASL. Continueremo a osservare con attenzione massima l’evoluzione dei numeri, e siamo pronti, come abbiamo sempre fatto, a prendere provvedimenti anche drastici, ma sempre tenendo bene in mente questo equilibrio, e l’appropriatezza delle decisioni rispetto a ciò che ci troviamo a gestire".
Poi ha spiegato le ragioni di questa decisione, non risparmiando una piccola stoccata ai giornalisti che non avrebbero compreso le ragioni di un amministratore: "Quella di permettere lo Sbaracco è stata una decisione delicata. Ieri ho trascorso un pezzo significativo della mia giornata a spiegare ai giornalisti l’esito della riunione col Presidente Giani, e la situazione sanitaria dell’Empolese-Valdelsa. Ho parlato della difficile ricerca di un equilibrio, da parte di chi amministra, fra una situazione del contagio che purtroppo si sta facendo tendenzialmente più preoccupante anche da noi, in linea con quanto avviene nelle Province di Pistoia e Siena, e una persistente difficoltà per le attività economiche che sono sempre penalizzate dai provvedimenti progressivi di chiusura. Mi dispiace che alcuni titoli di giornale non possano rendere giustizia a questa valutazione complessa".
Giovanni Mennillo
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empolese Valdelsa
<< Indietro