Eleonora, storia della tartaruga marina recuperata due volte e rimessa in mare

Una storia particolare quella della tartaruga Caretta caretta Eleonora per ben due volte rimasta impigliata nelle reti, prima in Toscana nel dicembre 2018 e rimessa in mare a Livorno l’11 giugno 2019, dopo le cure presso il centro di recupero dell’Acquario di Livorno, poi di nuovo rimasta in una rete da strascico a gennaio 2021 in Campania e rimessa in mare, venerdì 19 febbraio 2021, sulla costiera amalfitana dallo staff del Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Portici e dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella.

In entrambi i casi la tartaruga è stata recuperata grazie alla sensibilità dei pescatori che sempre di più intervengono per liberare le tartarughe marine che accidentalmente rimangono intrappolate nelle reti.

Procediamo con ordine cronologico e ricordiamo che in Toscana abbiamo conosciuto la tartaruga Caretta caretta Eleonora a dicembre 2018 quando fu recuperata al largo del porto di Livorno, da un pescatore professionista che l’aveva trovata impigliata nelle reti da posta e subito trasferita, grazie al supporto della Capitaneria di Porto e al coordinamento di ARPAT, presso il centro di recupero dell’Acquario di Livorno per le cure, durate circa 6 mesi, e poi rimessa in mare nel giugno 2019 al largo delle Secche della Meloria a Livorno.

Il recupero di questo esemplare e la sua ospedalizzazione presso il centro di recupero dell’Acquario di Livorno rientrano tra le attività previste dall’Osservatorio Toscano della Biodiversità (OTB) di Regione Toscana di cui fanno parte enti, università ed associazioni, presenti anche il giorno della liberazione di Eleonora a giugno 2019.

Eleonora era arrivata all’Acquario di Livorno il 2 dicembre 2018 gravemente deperita, disidratata e anoressica e nelle feci erano stati rinvenuti pezzi di materiale plastico. Durante la “degenza” e grazie alle cure dello staff acquariologico l’esemplare era aumentato di dimensioni e al momento del rilascio in mare l’11 giugno 2019 il suo carapace era di 54 cm e pesava 23 kg.

Prima del rilascio in mare la tartaruga era stata dotata di una targhetta metallica, applicata alla pinna anteriore sinistra con il codice identificativo (RT016), che è stata fondamentale per riconoscerla il 7 gennaio 2021 quando è stata ripescata in una rete da strascico a 3 miglia dalla costa nel comune di Salerno. Lo staff del Centro Ricerche della Stazione Zoologica Anton Dohrn ha così potuto comunicare ai soggetti dell’OTB di Regione Toscana che la tartaruga era stata ripescata.

Inoltre, sul carapace della tartaruga Eleonora, prima della sua liberazione a giugno 2019 in Toscana, era stato applicato un radiotrasmettitore satellitare ARGOS a cura del prof. Paolo Luschi del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Pisa che ha consentito di poterla seguire per 25 giorni nel suo viaggio verso il sud d’Italia.

In poco meno di un mesedall’11 giugno all’8 luglio 2019, data in cui ha smesso di trasmettere la sua posizione, la tartaruga Eleonora ha percorso 584 km ad una velocità media di 1.6 km/h, come possiamo vedere dalla mappa. Sono state infatti ottenute 228 localizzazioni e di queste 93 sono risultate idonee a ricostruire la rotta percorsa dalla tartaruga.

L’esperienza della telemetria satellitare è l’unica che fornisce dati particolarmente utili e precisi sui movimenti delle tartarughe marine che frequentano le acque toscane del Santuario Pelagos.

Come riferiscono i ricercatori dell’Università di Pisa impegnati in questa attività “è importante monitorare via satellite gli spostamenti delle tartarughe perché la telemetria fornisce un’ampia gamma di informazioni sui loro movimenti che sta cambiando radicalmente la nostra visione del comportamento spaziale di questi animali. Inoltre, la telemetria è un valido strumento per raccogliere informazioni dirette sulle aree effettivamente frequentate dalle tartarughe marine per poter pianificare efficaci misure di conservazione in zone dove le attività di pesca e il traffico marittimo costituiscono le principali minacce per questi animali.”

Al momento, aggiungono, “non siamo in grado di dare spiegazioni scientifiche sul motivo che spinge le tartarughe che abbiamo rilasciato in Toscana a muoversi preferenzialmente verso sud dopo il rilascio. Siamo ancora nel campo delle ipotesi, non ci sono certezze, però è un argomento che è nostra intenzione prendere in considerazione quando avremo un numero congruo di animali seguiti via satellite a partire dalle coste toscane. In questo caso l’opportunità di poter seguire una tartaruga proveniente dalle coste toscane quando si trova a sud ci offre un’occasione unica per ampliare le nostre conoscenze su questo argomento.”

La Stazione Zoologica Anton Dohrn ci ha informato sul fatto che, al momento del ritrovamento a gennaio 2021, la tartaruga Eleonora si presentava non particolarmente debilitata ma poco attiva e che era comunque cresciuta perché le dimensioni del suo carapace erano di 61 cm di lunghezza e pesava 26.7 kg.

La tartaruga al momento della liberazione è stata nuovamente dotata di tag satellitare in collaborazione con Università di Pisa e nella mappa seguente è possibile osservare i primi spostamenti nel golfo dal giorno del rilascio, venerdì 19 febbraio scorso, a ieri, 22 febbraio.

Fonte: Arpat

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