Un protocollo di intesa nebuloso, del quale non si conoscono presupposti e contenuti. Il decantato valore occupazionale della distilleria Deta è stato incrementato nel 2018 di 10 unità e nel 2019 di 14, come risulta dai bilanci. L'aumento dell'attività con il raddoppio delle giornate lavorative mette invece a rischio migliaia di posti di lavoro del settore ricettivo, vitivinicolo e dell'indotto di tutta la zona, per le ricadute negative che le iniziative della distilleria provocheranno sul territorio e sui comuni limitrofi. Il patrimonio turistico della nostra zona vale 1.200 lavoratori, oltre 1 milione di pernottamenti l’anno, 5 milioni e mezzo di turisti giornalieri all’anno, per un giro d’affari totale di 220 milioni di euro l’anno (Dati del 2013).
Il Comitato per la Tutela e la Difesa della Valdelsa (CTDV) che rappresentata cittadini e imprenditori di un vasto territorio, lamenta il pressappochismo dei comunicati e delle interviste dei giorni scorsi rilasciate dagli amministratori all’indomani della riunione tenutasi con la Regione. Le attività ricettive e agrituristiche, già colpite dalla crisi legata al Covid-19, sono ora fortemente minacciate dal piano espansionistico dell’azienda Deta (di proprietà del Gruppo Mazzari) che prevede la costruzione di una ciminiera di 60 metri: come possiamo sperare che il nostro territorio continui ad attrarre turisti da ogni parte del mondo?
È stato il CTDV a promuovere il confronto fra gli amministratori della Valdelsa sulla vicenda Deta e a sollecitare il tavolo in Regione. Tavolo a cui al CTDV è stato negato di partecipare (nonostante le rassicurazioni ricevute in tal senso dal Sindaco di Barberino Tavarnelle in gennaio) e a cui ha invece presenziato la distilleria Deta.
Come può da un tale comportamento nascere un protocollo di intesa con la cittadinanza? Come si può auspicare trasparenza e “integrazione del territorio” quando fino ad oggi i cittadini sono stati esclusi da ogni confronto e le loro segnalazioni sono state classificate come “non critiche”?
L’articolo uscito sulla stampa contenente le dichiarazioni dei Sindaci all’indomani dell’incontro lascia alquanto perplessi per la vaghezza dei contenuti: un’azienda che sbandiera ovunque la propria connotazione “green” dovrebbe investire in interventi concreti, di ammodernamento tecnologico, rispettando i più moderni criteri della sostenibilità, e non dichiarare generici “nuovi metodi di lavoro”. Ad oggi, più di queste vuote parole, contano i fatti, e quanto è accaduto negli scorsi anni: emissioni odorose insopportabili in tutta l’area, centinaia di tonnellate di vinacce stoccate a cielo aperto, fumi densi che escono dalla ciminiera, e la richiesta di un aumento esponenziale della propria attività. Come si fa a non essere preoccupati? Quanto poca è la considerazione dei cittadini, se si pensa di poterli “tener buoni” con dichiarazioni pressappochiste rilasciate alla stampa solo per prendere tempo e arrivare indisturbati alla costruzione della ciminiera?
Fonte: Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d'Elsa
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