Ci dispiace.
Ci dispiace vedere associazioni che dovrebbero tutelare gli allevatori, spostare l’attenzione su temi marginali e perdere di vista l’obiettivo comune, la coesistenza tra zootecnia e grandi
predatori. Dopo gli ultimi interventi della Sig.ra Pastorelli, presidente del Comitato Pastori d’Italia, ci sentiamo in dovere di fare delle precisazioni.
Punto uno, ripetiamo che il lupo non è il problema principale per gli allevatori muniti di tutte le misure di prevenzione necessarie, ma è solamente parte (minima) del rischio d'impresa per chi sceglie questa vita (chiamarlo lavoro è riduttivo). I problemi reali, che mettono a rischio l’attività di migliaia di allevatori italiani, sono decisamente altri, come ad esempio il prezzo del latte e l’aumento del costo dei mangimi. L’abbandono dei pascoli non può certamente essere addebitato alla presenza del lupo, che a livello nazionale impatta sulle perdite del settore zootecnico per una percentuale irrisoria.
Punto due, ricordiamo alla Pastorelli che tutti i progetti LIFE (ivi compresi quelli per la salvaguardia del lupo) fanno parte di un programma europeo per la protezione degli habitat e della biodiversità, e perciò non rappresentano fondi nazionali, “imputabili” al Governo italiano.
Punto tre, ci vediamo costretti a ribadire per l’ennesima volta che tirare in ballo la presunta pericolosità del lupo per l’incolumità delle persone è un allarmismo privo di fondamento; non si registrano casi di attacchi di lupi a persone da decenni, e non esiste alcuno studio che attesti la maggiore confidenza dei lupi ibridi verso gli uomini.
Il WWF Toscana collabora da anni con associazioni di allevatori che lavorano quotidianamente per la convivenza uomo/lupo, anche tramite informazione e divulgazione delle migliori misure di prevenzione da adottare, e cercando di mettere in contatto le suddette con i GAS (gruppi di acquisto solidale) e confrontandoci con loro sul metodo scientifico.
Fonte: Gruppo Lupo - WWF Toscana
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