Oramai il tentativo, per vari versi interessato, di revisione della storia novecentesca del nostro paese e di rimozione di qualsiasi sua seria analisi contestuale (cercando di annullare con ogni mezzo la differenza tra chi stava dalla parte giusta e chi no), è un fiume in piena, funzionale alla costruzione di un senso comune da tenere sempre più distante da quelle istanze liberatorie e da appiattire in modo inerme sulle tendenze neoliberiste e confindustriali imperanti, di cui l'appoggio praticamente unanime al molto probabile “governissimo” Draghi ne è la riprova.
È anche la risposta alla domanda, culturalmente alquanto “ingenua”, che nel campo progressista si fa strada da anni, e cioè di come sia stato possibile nel tempo tanto revanchismo neofascista.
Eppure è un processo ormai trentennale (volendo non difficile da leggere), avviato nei primi anni '90 con un appello alla riconciliazione nazionale da parte di un esponente istituzionale del PDS (Luciano Violante) che, dovendo dimostrare e valorizzare la mutazione genetica di quel partito, nella pratica sdoganava i repubblichini di Salò con il chiaro obbiettivo di un reciproco riconoscimento.
L'ultimo Consiglio Comunale di Firenze ha aggiunto un nuovo capitolo, invitando per le celebrazioni del Giorno del Ricordo (così è stato voluto e chiamato nel 2004 nel pieno della montante ondata revisionista) con estrema naturalezza e condivisione unanime di tutti i gruppi (a parte quello di Sinistra Progetto Comune a cui vanno la nostra comprensione e solidarietà) uno scrittore noto per le dichiarate vicinanze e frequentazioni con l'estrema destra. E questo a Firenze.
L'allarmismo antifascista così inteso non può reggere più, diventa futile retorica che finisce per aggravare il problema.
Non è possibile per convenienza del momento votare nel Parlamento Europeo per l'equiparazione incolta e antistorica tra nazismo e comunismo sovietico e poi sottoscrivere l'adunata generale contro il pericolo imminente (governativo) della destra in Italia (tranne poi passare a sostenere con la stessa il Governo Draghi), come non è possibile invitare alla firma per una proposta di legge d'iniziativa popolare contro l'esibizione delle simbologie fasciste e allo stesso tempo fare passaggi come quello del Consiglio Comunale di Firenze.
Noi continuiamo a sostenere l'esigenza della costruzione di una reale alternativa culturale, ideologica e strategica e la necessità nell'immediato di un'unità d'azione tra comunisti e sinistra di classe, nella piena autonomia di ciascuno e a prescindere dalle infruttifere schermaglie o opzioni meramente elettoralistiche.
Fonte: Partito Comunista Italiano – Federazione di Firenze
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