Benedizione delle famiglie. Il vescovo Nerbini pensa a soluzioni alternative

«Studiamo la possibilità di effettuare la benedizione nelle famiglie con modalità di emergenza». È l’invito che il vescovo di Prato Giovanni Nerbini fa ai sacerdoti della diocesi.

Tradizionalmente in questo periodo dell’anno, particolarmente in Quaresima, i parroci sono impegnati nella visita nelle case per compiere la benedizione delle famiglie, un gesto molto atteso dai fedeli perché rinnova il legame tra il pastore e la sua comunità.

In una nota la Conferenza episcopale toscana ha evidenziato che questo gesto pastorale «non potrà essere compiuto quest’anno, in questi mesi, nella consueta modalità di visita nelle case». Ma allo stesso tempo i vescovi della Toscana hanno auspicato «modalità nuove che ne permettano l’attuazione in forma comunitaria che salvaguardi il distanziamento». Per questo il vescovo Nerbini ha rilanciato tra i sacerdoti pratesi tale richiesta in modo da non cancellare del tutto la tradizione. «Per esempio – ha scritto il Presule in una lettera inviata al clero – il sacerdote potrebbe fermarsi immediatamente fuori dalla porta di casa con le persone presenti che ritrovano all’ingresso». Oppure una possibilità potrebbe essere quella di «ipotizzare un periodo immediatamente successivo alla Pasqua» per lo svolgimento delle benedizioni.

Nei recenti incontri tenuti con i sacerdoti a livello vicariale il Vescovo ha potuto raccogliere il disagio di molti parroci per «la mancanza di questo momento qualificante della vita pastorale delle nostre comunità», da qui la richiesta indirizzata al clero di provare a vivere la benedizione delle famiglie nel rispetto delle norme anticontagio.

Fonte: Diocesi di Prato - Ufficio Stampa

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