A causa del Covid-19 il 2020 è stato un anno orribile per le concerie, ma il 2021 fa vedere un barlume di luce in fondo al tunnel. Le due rive dell'Arno nella Zona del Cuoio non hanno passato mesi facili. C'è chi è rimasto senza lavoro a lungo, chi ha dovuto chiudere in modo definitivo, chi ha avuto gravi problemi di liquidità. Eppure notizie come l'arrivo dei vaccini possono ridare speranza al settore.
Ne sono convinti anche Maila Famiglietti, presidente Associazione Conciatori, e Michele Matteoli, presidente Consorzio Conciatori di Ponte a Egola. La moda è stata colpita dalla pandemia, i beni secondari hanno avuto una domanda inferiore rispetto al passato. I vertici delle due associazioni sono concordi nel dire che l'emergenza Coronavirus ha influito negativamente su lavoro e fatturati.
"Registriamo un calo importante dei fatturati e dei volumi di lavoro, ma non possiamo non continuare a crederci" afferma Famiglietti. "Cerchiamo di vedere nuovi spiragli di positività, per esempio dai vaccini o dalla ripresa dei lavori nei paesi orientali. C'è stata una prima spinta positiva alla produzione, speriamo che la ripresa avvenga nei prossimi mesi".
Sulla stessa lunghezza d'onda Matteoli: "Da imprenditori crediamo nel nostro lavoro. Una volta che ci sarà la possibilità di tornare a vivere come prima, ci saranno risposte economiche sui negozi e di conseguenza per i prodotti che hanno bisogno del nostro pellame". A proposito della possibile ripresa: "C'è chi la posiziona prima dell'estate, i più pessimisti dicono fine anno. L'importante è avere sostegno da chi ci governa, come ristori o aiuti a chi è in difficoltà".
Sia Famiglietti sia Matteoli convergono sulla visione per il futuro: "L'unica cosa che ci dà forza è sapere che questa situazione finirà, magari anche a breve. Quindi facciamoci trovare pronti".
Gianmarco Lotti
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