Il divieto d’asporto, così come formulato nel nuovo DPCM, è un intervento gravemente iniquo. Oltre alle imprese di somministrazione senza cucina – bar, caffetterie e simili – colpisce infatti anche i negozi specializzati in bevande, come le enoteche, dove non è prevista alcuna consumazione sul posto. Un divieto quasi da proibizionismo, se non fosse che è limitato solo a pubblici esercizi e negozi specializzati: minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche.
Questo il commento di Claudio Bianchi Presidente Confesercenti Firenze a seguito della pubblicazione del testo del nuovo DPCM.
Si tratta di una stortura da correggere immediatamente, perché rende ancora più insopportabile un divieto che è già di difficile comprensione. Si colpisce l’asporto per colpire gli assembramenti, che comunque continueranno anche con i bar e le enoteche chiuse per decreto. Le imprese sono ormai all'esasperazione, hanno bisogno di chiarezza per programmare l’attività.
Nonostante non fosse sufficiente a recuperare quanto perso con le restrizioni, in questi mesi l’asporto ha permesso a molte attività di galleggiare. Oltre all’aspetto economico, il divieto di asporto, dopo le 18.00 per i bar, rischia anche di avere un impatto psicologico sugli imprenditori, che si vedono privati anche di quel poco di lavoro che era rimasto.
Chiediamo rispetto e dignità per il nostro lavoro.
Confesercenti Firenze
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