"Il reale problema oggi non è quello legato all'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Il tema sul quale servirebbe una maggiore chiarezza è quello legato ai tempi delle forniture vaccinali. L'obiettivo dichiarato da Speranza è quello di raggiungere quota 13 milioni di immunizzati entro il 1 aprile. Questo implica la disponibilità di 26 milioni di dosi, visto che servono due vaccinazioni a persona per l'immunizzazione. Siamo sicuri di riuscire a vederci garantite queste forniture?". A chiederlo è Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute.
"Sappiamo che nel primo trimestre da Pfizer dovremmo avere 8,7 milioni di dosi. Per arrivare a questa cifra, però, non sono sufficienti le 470.000 dosi a settimana dichiarate, ne serviranno circa 725.000. E ancora - prosegue Gelli - dovranno essere garantite anche tutte le 1,3 milioni di dosi prodotte da Moderna. Anche con questi numeri, ad ogni modo, mancherebbero all'appello ben 16 milioni di dosi. La speranza resterebbe dunque legata ad AstraZeneca".
"Ad oggi non abbiamo però tempi certi né per l'AIC né sulla distribuzione dei vaccini AstraZeneca. Di sicuro non avremmo quelle forniture fin dalle prime settimane di gennaio. Diventerebbe quindi quantomeno improbabile riuscire a garantire quella media di circa 290.000 vaccinazioni al giorno necessarie per raggiungere l'obiettivo posto dal ministro Speranza", conclude Gelli.
Fonte: Ufficio Stampa
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