"Riaprite gli impianti sciistici": sit-in all'Abetone

neve abetone

Impianti chiusi, fatturato a zero. La stagione per gli operatori della montagna è finita. Ristoratori Toscana, Ristorazione Italia, Tni Italia - Tutela nazionale Imprese, insieme a Federfuni Italia, Anef e Collegio maestri di sci della Toscana, hanno organizzato per martedì 29 dicembre all'Abetone un sit-in di protesta per chiedere la riapertura degli impianti sciistici e indennizzi, subito, per il settore. A scendere in mezzo alla neve che purtroppo quest'anno è rimasta incontaminata sarà la 'montagna degli inessenziali', composta dagli operatori del comparto sciistico, tra addetti agli impianti, maestri di sci, albergatori e pubblici esercizi. L'appuntamento è alle 11 in piazza Europa.

“Abbiamo accolto con favore questa manifestazione – commenta il sindaco di Abetone Cutigliano, Alessandro Barachini - perché la situazione è grave. Il nostro comprensorio, che va da San Marcello Pistoiese a Pieve Pelago, sta perdendo dai 3 ai 4 milioni di incassi al giorno legati al turismo invernale. La montagna non è un hobby né un divertimento, rappresenta la vita delle persone e se non si dà loro la possibilità di lavorare, bisogna farsi carico di queste persone. Se si chiude, servono indennizzi”.

“Con questo sit-in – spiegano il presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari, e il coordinatore regionale di Ristoratori Toscana, Simone Giannerini – cerchiamo di tenere alta l'attenzione rispetto ad un problema molto grave: migliaia di famiglie non avranno di che andare avanti e dovranno aspettare dicembre 2021 prima di poter tornare a lavoro. Anche se, infatti, il Governo dovesse decidere per il 7 gennaio la riapertura al 50% degli impianti, con distanziamenti e protocolli di sicurezza, che tra l'altro devono ancora essere definiti, il rischio è che l'intera stagione venga cancellata dal Covid19”.

“Stiamo lavorando assiduamente a livello nazionale per consentire agli impianti di riaprire il 7 gennaio. Nel frattempo, però, contiamo i danni dell'anno 2020, che è andato perso. I fatturati sono a zero e quello che è arrivato dai ristori sono briciole: si tratta dello zero virgola rispetto ai bilanci e il 5% rispetto alle perdite. Come mese di riferimento per i ristori è stato preso aprile, quando l'operatività si è interrotta l'8 marzo e aprile è un mese in cui da sempre non si lavora. Chiediamo al Governo gli indennizzi adeguati alle perdite subite”, incalza Andrea Formento, presidente nazionale Federfuni e direttore del comprensorio Val di Luce.

In crisi anche i maestri di sci, che sono 300 in Toscana. “Si vive nella più totale incertezza. Non sappiamo se il 7 gennaio potremo riaprire e per quanto, perché il rischio è che la gente si riversi a sciare, perché di voglia ce n'è tanta, e poi ci facciano richiudere dopo due giorni”, afferma Carlo Alberto Casati, in rappresentanza di tutte le scuole di sci del comprensorio Abetone.

Fonte: Ufficio Stampa

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