Il sindaco di Empoli Brenda Barnini e il presidente del Consiglio Comunale Alessio Mantellassi ricordano in viale IV Novembre i morti del bombardamento, insieme a forze dell’ordine e associazioni
Fu l’Apocalisse. 210 bombe sganciate, almeno 170 ordigni caddero fuori bersaglio. In un attimo 109 persone morirono, anche intere famiglie. Nei giorni successivi le vittime salirono a 123. Una strage indimenticabile per Empoli. Era domenica 26 dicembre 1943, Santo Stefano, il giorno dopo Natale. Trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna, arrivarono su Empoli per colpire la stazione e la ferrovia. In particolare per il quartiere di Cascine fu l’inferno. È la prima grande tragedia della Seconda Guerra Mondiale per Empoli.
RICORDO – Il Comune di Empoli, alla presenza del sindaco Brenda Barnini, e del presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi, delegato alla cultura della memoria, ha commemorato questa mattina, sabato 26 dicembre 2020, le vittime del bombardamento che colpì Empoli in questo stesso giorno, nel 1943, proprio all’ora di pranzo. Poco dopo l’ora in cui i rappresentanti istituzionali, delle associazioni e delle forze dell’ordine, sono arrivati di fronte al monumento di Viale IV Novembre, a due passi dalla stazione. Qui è stata deposta una corona, ai piedi dell’opera del maestro e partigiano Gino Terreni. In precedenza, dopo la messa nella Collegiata di Sant’Andrea, officiata dal proposto Don Guido Engels in suffragio dei caduti, si era svolto un breve corteo in centro, partito da Piazza Farinata degli Uberti.
Erano presenti tutte le forze dell’ordine, Anpi, Aned, Misericordia, Associazione Carabinieri, cittadini che si sono fermati in viale IV Novembre. Tutti indossando mascherine e mantenendo sufficiente distanza.
GLI INTERVENTI – «26 dicembre 1943 più di 200 bombe furono scaricate su Empoli da parte degli aerei americani che combattevano per la nostra libertà. L'obiettivo era la stazione punto nevralgico per i rifornimenti dei nazi fascisti. Purtroppo però molte colpirono invece intere famiglie riunite a pranzo nelle loro case nel quartiere di Cascine. Ogni anno – racconta il sindaco di Empoli, Brenda Barnini – ci ritroviamo davanti a quel monumento dedicato alla pace collocato tra la ferrovia e il viale. Ricordare le oltre cento vittime innocenti è un dovere e mai come quest'anno la memoria di quelle sofferenze deve farci trovare la forza per superare il momento difficile che stiamo vivendo».
«Quelle bombe stravolsero la quotidianità degli empolesi. Nessuno pensava che Empoli sarebbe stata bombardata davvero. Le sirene avevano suonato più volte nei mesi precedenti ma mai le bombe erano cadute davvero. Morirono in 120, rimasero feriti in 200 e moltissime furono le case danneggiate. Dal quel giorno per Empoli – spiega il presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi – cambiò tutto: i bombardamenti tornarono nel 1944, la città subì la deportazione di numerosi concittadini e vide la strage di 29 empolesi in piazza Ferrucci. Allora gli empolesi videro stravolta la loro quotidianità, colpita la loro intimità e invaso un giorno di festa. Empoli mostrò generosità e laboriosità: resistette, tenne duro, levò le macerie e pian piano ripartì. La tenacia e la solidarietà contraddistinsero gli empolesi allora. E ancora oggi, in questi giorni durissimi, sapremo tenere duro e risollevarci».
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa
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