Toscana resta arancione, il ministro Speranza firma l'ordinanza

Roberto Speranza (foto da Facebook)

La Toscana resta arancione, per la prossima settimana, a causa dell'affollamento delle terapie intensive e dei focolai nelle Rsa.

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà, sulla base dei dati della Cabina di Regia riunitasi ieri, 11 dicembre, una nuova ordinanza con cui si dispone l’area gialla per le regioni Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte e l’area arancione per la regione Abruzzo. L’ordinanza sarà in vigore dal 13 Dicembre.


Le reazioni

Cosimo Maria Ferri Componente Commissione Giustizia Camera dei Deputati, commenta: "Tutti ci aspettavamo il cambio di colore, invece la Toscana rimane colore Arancione. È certamente una sconfitta per la Regione. Presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro Speranza per fare chiarezza e spiegare ai cittadini Toscani cosa stia succedendo. In Toscana sono stati commessi diversi errori. Non si comprende come una Regione che riporti un indice Rt inferiore a 1 rimanga arancione e sia quindi il fanalino di coda del Paese. Emergono serie carenze organizzative, si deve fare autocritica e chiediamo al Presidente Giani di “ alzare la voce” di mostrarsi con il Governo più coraggioso. Si cambi passo, solo così si potrà cambiare colore".

Per Scaramelli (Italia Viva), ci sarà un "danno economico senza precedenti". "Serve spiegare perché la Toscana resta arancione. Il periodo di 14 giorni per le misure di classificazione può essere derogato, perché non è stato fatto?" A chiederlo Stefano Scaramelli, vicepresidente e capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale. Per Scaramelli oltre al Ministro Speranza anche il Presidente del Consiglio deve spiegare "numeri e rilievi scientifici" oltre a fare "dirette Facebook". "A rischio – continua Scaramelli - oltre 20 mila imprese della ristorazione e con loro esercizi di vicinato, attività al dettaglio, negozi all’interno dei centri commerciali, un danno economico senza precedenti e senza i debiti ristori per il mancato passaggio in giallo". Non solo, per il vicepresidente del Consiglio regionale nel mancato passaggio in area gialla, c'è "totale assenza di rispetto verso le istituzioni, verso la Regione Toscana, la sua storia, la sua identità e la libertà di impresa. A pagare il costo più alto, con le imprese e i lavoratori, saranno le famiglie meno abbienti e quelle più giovani colpite con un’intensità doppia rispetto alle famiglie più anziane. Un aspetto che non può non essere tenuto in considerazione, insieme ai dati e ai parametri. I lavoratori più giovani sono quelli che avranno più difficoltà ad affrontare la fase successiva, quella in cui molte imprese rischieranno di chiudere o di ridurre i livelli occupazionali per il prolungamento delle misure restrittive".

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, spiega che sul fronte covid la situazione degli ospedali è in miglioramento: "Ho sentito il direttore dell'Asl Toscana centro, Morello" e "da quello che mi ha riferito la situazione è migliore rispetto a quella di qualche settimana fa". E aggiunge: "Ovviamente c'è l'ondata che viene dalle settimane precedenti - ha aggiunto -, quando abbiamo raggiunto il picco del contagio che ancora si sente nei nostri ospedali, mi riferisco sia alla degenza delle persone contagiate e anche a tutta la parte della dimissioni che sono ancora un po' lente, sia anche alle situazioni più gravi che possono anche sfociare nelle terapie intensive".

Decisione incomprensibile per Vittorio Battini, Consigliere Comunale della Lega di Empoli: "Risulta decisamente incomprensibile la scelta presa dal Governo in merito alla permanenza della Regione Toscana in Zona Arancione. Abbiamo interi settori produttivi, uno su tutti quello della ristorazione, fortemente penalizzati da questa situazione che perdura da oltre un mese. La zona dell’Empolese Valdelsa, una di quelle maggiormente colpite dall’emergenza nelle strutture ospedaliere prima del passaggio a Zona Rossa, ha fortunatamente superato il momento più critico, grazie al comportamento virtuoso e al senso di comunità che da sempre contraddistingue i suoi cittadini. Per l’ennesima volta, i dati positivi del nostro territorio sono stati ignorati, consegnandoci un trattamento alla pari di Regioni con statistiche nettamente più critiche delle nostre. Le Istituzioni non possono permettersi di rimanere in silenzio davanti ad un contesto dove ad essere in difficoltà sono sia le attività del settore produttivo che i singoli cittadini. La Toscana deve farsi rispettare".

"A nulla sono valse le rimostranze del Presidente Giani, il ministro Speranza lo ha gelato con l’ennesimo diniego. Il Governatore ha una buona riuscita nelle sue dirette Facebook per ragionar di caccia, funghi e tartufi, ma quando si tratta di tutelare gli interessi dei cittadini toscani non ne azzecca una: ogni volta che ha aperto bocca si è realizzato l’esatto contrario" dichiara Elisabetta Ripani, deputata di Forza Italia. "Questo imbarazzante tira e molla tra Roma e Firenze lo scontano le attività colpite dalle restrizioni che compongono un fragilissimo tessuto economico locale e non possono certo permettersi un'altra settimana di stallo, per di più durante il periodo natalizio. Così un’altra settimana utile per la sopravvivenza di negozi, bar e ristoranti è stata buttata alle ortiche. La Toscana, a detta di Giani, vanta da settimane dati da zona gialla, ma subisce da Roma l’ennesima punizione. Agli annunci devono seguire i fatti, ma questi fatti arrivano sempre a scoppio ritardato per la nostra regione. Prima di illudere con false speranze, se non si ha la capacità di lottare e raggiungere il risultato agognato, forse a volte è meglio imparare a tacere".

La Toscana arancione? Come nelle peggiori previsioni – commenta Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscanama purtroppo ce lo aspettavamo, visti i quindici giorni che devono trascorrere per passare da una zona all'altra. Sarebbe stato importante dare la possibilità ai ristoratori di lavorare, anche se dall'indagine tra i nostri associati emerge che solo uno su due riaprirà da qui a fine mese. Molti si erano già preparati, facendo la spesa e cercando di accettare prenotazioni. In questa situazione di incertezza, siamo così sicuri che la prossima settimana diventeremo gialli e che potremo lavorare per Natale?

Ancora una volta algoritmi e burocrazia decidono la vita delle imprese e delle loro famiglie. Mantenere in zona arancione la Toscana, con le restrizioni previste soprattutto per ristoratori e pubblici esercizi, è uno schiaffo intollerabile”. Sono dure le parole del presidente di Confesercenti Toscana Nord Alessio Lucarotti dopo la decisione di rinviare di un’altra settimana il ritorno della Toscana in zona gialla. “Un ritardo che rischia di assestare il colpo finale a migliaia di aziende del settore ristorazione e somministrazione – incalza Lucarotti - che si è sempre adeguato alle necessità sanitarie adottando immediatamente tutti i protocolli richiesti. Leggiamo in questa immotivata scelta una punizione senza motivi, con la politica nazionale che risulta persino incapace di utilizzare i provvedimenti legislativi; il decreto Ristori quater prevede infatti che la regola dei 14 giorni per il passaggio da una zona all’altra, possa essere disattesa nel caso in cui la cabina di regia ritenga congruo un periodo inferiore. E nella nostra regione i dati evidenziano una forte decrescita del numero dei contagi, così come la crescita del tracciamento e la realizzazione di nuove infrastrutture dedicate ai pazienti Covid per oltre 500 posti letto. Non avere il coraggio delle scelte pur avendone la possibilità, è un segnale di limitata capacità di governo”. L’appello di Lucarotti è poi alla Regione per “la convocazione immediata di un tavolo di emergenza per capire cosa fare subito per queste imprese e per permettere loro di lavorare anche contro le volontà incomprensibili di numeri, codici, rapporti, algoritmi. È una cosa inaccettabile e un gigantesco alibi. Uno schiaffo in faccia ed una frattura difficile da sanare”. La conclusione del presidente Confesercenti Toscana Nord: “Ai ristoratori, baristi, pizzaioli della Toscana diciamo che non molleremo di un centimetro per ottenere quanto spetta a chi ha sempre lavorato in totale sicurezza. Subendo restrizioni per l’incapacità di questo governo di far rispettare due regole sensate accanendosi su una categoria ad oggi in maniera del tutto infondata. Dietro ogni banco bar, dentro le cucine, ci sono famiglie, vite sogni passioni”.

Chiarezza e trasparenza dei dati - chiede Toccafondi (IV)-, altrimenti si genera forte malumore e non si comprendono le decisioni. Ministero della sanità spieghi, dati alla mano, perché la Toscana resta regione “arancione” e non passa a “gialla”. Non è semplicemente una questione cromatica ma molto, molto concreta. Basti pensare alle 20.000 imprese di ristorazione e alle migliaia di persone che ci lavorano. I 21 criteri e parametri non sono semplici ma tutti gli organi sanitari e le istituzioni regionali ci dicono da giorni che i parametri sono notevolmente migliorati. Allora perché non c’è stato il passaggio a regione “gialla?”.

Stessa richiesta arriva da Stefano Mugnai, Vice Presidente del Gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati: "Adesso vogliamo sapere con chiarezza, quali sono i parametri ed i dati precisi che ci hanno condannati a restare arancioni. Come è possibile che altre parti d'Italia abbiano raggiunto il giallo e noi Toscani pur avendo presunti dati da zona gialla non siamo stati promossi? Anzi si dice che dovremo attendere addirittura un'altra settimana, forse. Con l'ennesimo rinvio, adesso si spengono le speranze di tanti esercenti e lavoratori. Si nega inoltre nei fatti l'ennesimo weekend per ridare forza e vita al nostro tessuto produttivo toscano e quindi anche a tanti negozi delle nostre città".

"I toscani hanno dovuto ingoiare l'ennesima delusione, visto che l'agognato e pensiamo meritato ingresso in fascia gialla è stato rimandato, plausibilmente, di una settimana- afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega-. I cittadini di Piemonte e Lombardia, tanto per fare due esempi a nostro avviso significativi da domani godranno di restrizioni attenuate, mentre la Toscana, nonostante il solito marcato ottimismo di chi la governa, rimarrà inesorabilmente ancorata all'arancione. Sarà ancora una settimana di passione per i tanti commercianti che, giustamente, speravano di poter finalmente sfruttare adeguatamente questi giorni pre-natalizi per recuperare, anche se in minima parte, le pesanti perdite fin qui accumulate; ci auguriamo, pertanto, che il Presidente abbia, ora, il buongusto di centellinare le parole, evitando frasi del tipo:" Ho una mezza promessa di Speranza..." Mi spiace, ma ormai, nessuno gli crede".

I dati sui contagi sono assolutamente confortanti in Toscana ma al momento non c’è alcuna certezza di vedere la regione in zona gialla. Governo e Regione diano risposte ai commercianti ed ai cittadini perché in gioco c’è la chiusura di migliaia di aziende e di posti di lavoro -dichiara il vice-capogruppo di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione sviluppo economico del Consiglio regionale, che ha raccolto il grido d'aiuto dei commercianti- Con la zona gialla i ristoranti potrebbero riaprire l'attività almeno a pranzo. E invece negozi e ristoranti si trovano a perdere un altro fine settimana prenatalizio. Da Roma non arrivano decisioni, attenzione a non insistere troppo sui tecnicismi che stanno mettendo in ginocchio cittadini e imprese. La Regione Toscana è chiamata ad esercitare l’adeguata pressione sul Governo per ottenere i risultati sperati, un cambio di colore agognato. Regioni messe molto peggio della Toscana, come Lombardia e Veneto, sono in zona gialla mentre noi restiamo in fascia arancione. I pochi tamponi effettuati nella nostra regione sono dovuti alle attuali richieste perché la situazione sta, fortunatamente e oggettivamente, migliorando”.

Questo invece il commento di Luca Tonini, presidente di CNA Toscana: "La permanenza della Toscana nella zona arancione si traduce in un vero e proprio bagno di sangue per il settore della ristorazione. Parliamo di circa 20mila aziende che speravano di poter riaprire e invece non potranno farlo e di quasi 150mila lavoratori, tra indotto e diretti, che vedono seriamente a rischio il mantenimento del loro posto di lavoro.Nonostante i numeri dei contagi siano notevolmente migliorati, rispetto a qualche settimana fa, il perverso meccanismo semaforico non consente alla nostra Regione di poter entrare in fascia gialla. Questo si traduce in un forte danno per la ristorazione e per tutta la filiera del turismo. Oltre a questo si aggiunge la beffa: se le cose proseguiranno in questo modo, la Toscana tornerà gialla non prima di domenica 20 dicembre, ovvero un giorno prima dello scattare delle nuove restrizioni contenute nel dpcm dello scorso 6 dicembre. Per le aziende significa, praticamente, perdere tutto l’anno e sperare di ripartire solo nel 2021. Ma in quali condizioni? Senza aiuti immediati si rischia che moltissime di queste realtà non riaprano ad anno nuovo. Chiediamo che si apra immediatamente un tavolo di crisi sulla ristorazione, con tutte le associazioni di categoria, perchè queste misure rischiano di condannare a morte migliaia di imprese e di lavoratori. Aggiungo infine che la prossima settimana i ristoratori, insieme ad altri associati CNA Toscana, scenderanno in piazza a Firenze per una manifestazione pacifica volta ad evidenziare i disagi e i problemi della categoria, alla quale va tutta la nostra solidarietà e comprensione.”

Questo il duro commento di Torselli (FdI): "Giani ha creato false aspettative nei toscani. Ristoratori e baristi si stavano già preparando a riaprire domani mattina ma poi hanno scoperto che il loro governatore aveva fatto degli annunci fasulli. Caro Giani, la differenza tra tagliare nastri e governare, sta proprio in questo. Quando ci si limita a presenziare a inaugurazioni si può annunciare qualsiasi cosa, ma quando si governa, si ha una responsabilità e agli annunci devono seguire i fatti. Se i dati sono davvero positivi e da zona gialla, come ribadito dal Presidente, prepari un'ordinanza per permettere gli spostamenti tra Comuni e riaprire le attività così come avviene nelle Regioni gialle, come fatto dal governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio. Prima, però, si scusi pubblicamente con tutti i toscani e la smetta di fare false promesse. Ristoratori, baristi e negozianti non possono permettersi un'altra settimana in zona arancione durante il periodo dell'anno in cui si fanno maggiori acquisti. Ciò che rammarica ancora di più è che non ci sarebbero motivazioni epidemiologiche ma solo procedurali alla base della scelta del Governo. A quanto pare, il nostro governatore non è in grado di fare gli interessi dei toscani e, tantomeno, di essere incisivo all'interno del suo partito che fa parte della maggioranza di Governo”.

Questo il commento del senatore Massimo Mallegni, commissario toscano di Forza Italia, Marco Stella, presidente del Gruppo Forza Italia al Consiglio Regionale della Toscana, e i senatori forzisti toscani Barbara Masini e Roberto Berardi: "Il punto della questione, ancora prima di parlare di regione gialla o arancione, è uno: la Toscana è in grado di riaprire in sicurezza? Il Presidente Giani ci deve dire se siamo in grado di riaprire le attività e le imprese in sicurezza sotto il profilo non solo dei dati sanitari, ma anche se è stato realizzato un piano dei trasporti che consenta di mantenere il distanziamento sui mezzi e dimezzare quindi la capienza, potenziando il numero delle corse. Altrimenti, la smetta di giocare con i colori e di illudere i toscani. Detto questo altre regioni con dati sanitari pressoché uguali ai nostri sono diventate gialle: come mai questa disparità di trattamento? Purtroppo, ci sembra che la Toscana stia pagando le liti interne ai diversi partiti che compongono la maggioranza di sinistra che governa a Roma, in particolare verso formazioni che hanno i loro vertici nazionali di base nella nostra regione. La chiusura di bar, ristoranti e negozi sta provocando dei danni incalcolabili alla nostra economia, molti di loro rischiano di non riaprire più. Il Presidente Giani ha illuso imprenditori e titolari di attività, che certi del passaggio alla zona gialla e delle riaperture dopo aver ascoltato le sue parole, avevano ordinato merce che ora sono costretti a buttare. Il Governatore, a cui va il nostro ideale Premio Pinocchio 2020, stanzi perlomeno finanziamenti a fondo perduto per ristorare quelle attività e quelle imprese che escono con le ossa rotte da questa decisione di Palazzo Chigi, e si preoccupi di rassicurare i toscani su dati sanitari e piano dei trasporti, perché una eventuale terza ondata metterebbe in ginocchio l'economia in maniera definitiva e irreparabile".

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