Ci sono notizie non positive in arrivo dalla Bekaert di Figline e Incisa Valdarno. "In ragione della prossima conclusione del periodo di cassa integrazione, e non potendosi ancora prevedere soluzioni certe" per i 176 lavoratori di Figline Valdarno, "la società si trova nella necessità di avviare la procedura di licenziamento collettivo". Questo è quanto si legge in una nota ufficiale della società.
"Nonostante le difficoltà e la situazione di emergenza pandemica, proseguono le attività per una possibile reindustrializzazione della fabbrica" prosegue. L'azienda è stata dismessa dalla multinazionale belga dello steel cord e adesso si trova in gravi condizioni. Tutta la Toscana si era mossa per i 176 lavoratori e lavoratrici di Bekaert e il caso era arrivato fino ai piani alti della politica.
Il caso riporta con la mente al 2018, per la precisione al 22 giugno. Con una disposizione improvvisa e inattesa, la multinazionale decise di chiudere lo stabilimento di Figline. Gli operai, insieme ai sindacati, scelsero di opporsi con forza a quella che venne subito percepita come una profonda ingiustizia, una vertenza che ha visto una mobilitazione importante ancora in atto.
Come detto, furono in molti a muoversi: addirittura Sting suonò al presidio a Figline, mentre la vicenda è stata protagonista di un libro (presentato negli anni anche a Empoli). Negli ultimi tempi si era vociferato anche di un interessamento per la reindustrializzazione della fabbrica sita in Valdarno, ma non ne è nato niente di ufficiale. Nel mese di settembre, poco dopo le elezioni, un gruppo di lavoratori aveva scritto al presidente Giani, chiedendo anche una 'smentita' riguardo la possibile trasformazione in cooperativa.
Adesso la situazione è precipitata, è arrivata la procedura di licenziamento collettivo, ma si attendono aggiornamenti nelle prossime ore.
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